La diaspora moldava contro Dodon

Ieri dalla capitale Chișinău è partita una protesta contro il neoeletto presidente della Repubblica di Moldavia, Igor Dodon, che si è poi diffusa in un Flashmob in numerose città europee.

I manifestanti denunciavano la corruzione e presunti brogli nel ballottaggio del 13 novembre scorso e chiedevano l’annullamento delle elezioni, nonché le dimissioni della presidente della Commissione elettorale centrale (CEC) Alina Russu e del ministro degli Esteri Andrei Galbur.

"Elezioni truccate", "Abbasso Dodon", "Dimissioni CEC", "Dodon non è il mio presidente" sono stati gli slogan della protesta svoltasi contemporaneamente nel pomeriggio di domenica 20 novembre in numerose città: Mestre, Treviso, Padova, Bologna, Roma, Bolzano, Milano, Torino e Trento in Italia; Barcellona e Madrid, Spagna; Londra, Regno Unito; Dublino, Irlanda; Bonn e Berlino, Germania; Bruxelles, Belgio; Parigi, Francia; Suceava, Cluj-Napoca e Bucarest in Romania; Horsens e Copenaghen in Danimarca; nella capitale del Lussemburgo; ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, e a Ginevra in Svizzera.

Il secondo turno delle elezioni presidenziali in Repubblica di Moldavia è stato vinto dal candidato filo-russo Igor Dodon, leader del Partito socialista, con il 52.18% dei voti che ha superato la sua rivale europeista Maia Sandu, fermatasi al 47.82% dei voti. La candidata Maia Sandu è stata molto sostenuta dalla diaspora.

La protesta dei moldavi a Trento

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