“Yes We Cem”

Per la prima volta nella storia della Germania, un cittadino di origini turche guiderà un partito politico. Cem Özdemir, 42 anni, figlio di gastarbeiter, già deputato del Bundestag, è il nuovo Obama tedesco. Con l’80% di voti favorevoli guiderà i Verdi tedeschi insieme a Claudia Roth

04/12/2008, Fazıla Mat -

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Cem Özdemir

Tra il 15 e il 16 novembre scorsi, a Erfurt, per la prima volta nella storia della Repubblica Federale di Germania, un cittadino di origini turche è stato eletto alla guida di un partito politico. Cem Özdemir, quarantaduenne nelle file del partito dei Verdi "Grünnen" già dal 1981, ha ottenuto l’80% di voti favorevoli che lo hanno reso co-leader del partito ecologista assieme a Claudia Roth, secondo lo statuto del partito che prevede la coabitazione di due leader, un uomo e una donna.

La scelta dei Verdi, promotori di politiche tolleranti e inclusive verso i "Gastarbeiter" apre una nuova strada per l’integrazione degli stranieri in Europa. E gasterbeiter sono stati anche i genitori di Özdemir che sono arrivati in Germania dalla città anatolica di Tokat.

Il nuovo leader verde che è nato a Bad Urach, Swabia nel 1967 ha atteso diciotto anni prima di diventare cittadino tedesco. Özdemir, già deputato del Bundestag tra il 1994 e il 2002, anno in cui diede le dimissioni perché accusato di aver usato per uso privato le miglia aeree accumulate per lavoro, attualmente è anche europarlamentare. L’ampio spazio dedicato al leader ecologista dalla stampa tedesca ha riportato in primo piano la riflessione sulla questione dell’integrazione degli immigrati.

Nelle dichiarazioni rilasciate in seguito alla sua designazione, il nuovo co-leader dei Verdi ha detto: "Per me ciò che conta non è essere stato eletto in considerazione della mia origine turca ma che questa origine non abbia importanza. (…) Non voglio essere turco o musulmano in base a quello che la società vuole che io sia. Non mi si può ridurre alle radici che ho ereditato casualmente".

Cem Özdemir e Claudia Roth

Özdemir intende portare avanti una politica che presti attenzione a tutte le categorie emarginate della Germania e sottolinea il fatto che la questione centrale per il paese non è la discriminazione etnica ma l’ineguaglianza sociale.

Al nuovo leader dei Verdi viene posta ora più che mai la domanda di quanto si senta turco e quanto tedesco. Rispondendo a questo proposito al quotidiano "Bild am Sonntag", Özdemir ha detto: "Quando devo entrare in una casa mi tolgo le scarpe. Ma quando sono in Turchia considero sempre l’importanza della puntualità e della disciplina. Questo indica che noi turchi della Germania siamo molto più tedeschi di quanto qualcuno vuole credere".

Sulla scia dell’ottimismo suscitato della recente elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, i media turchi hanno accolto la notizia della nuova posizione di Özdemir con grande entusiasmo. E se quest’ultimo ritiene che i paragoni tra lui e il neoeletto presidente americano siano del tutto inappropriati, i suoi sostenitori non hanno esitato a utilizzare lo slogan elettorale "Yes We Can" di Obama per trasformarlo in "Yes We Cem". Anche sulla stampa turca sono comparsi dei commenti sulla possibilità che forse un giorno un cittadino di origine turca possa attirare un corpo elettorale ampio come quello di Obama.

Ma non mancano nemmeno delle considerazioni sugli effetti che il nuovo ruolo di Özdemir potrebbe portare in Turchia. Qualcuno, come l’opinionista Cengiz Çandar (Hürriyet, Referans, Radikal) pensa che un’eventuale partecipazione dei Verdi al governo dopo le elezioni del settembre 2009, costituirebbe un forte alleato per l’ingresso della Turchia in Europa e sarebbe un duro colpo per la fazione nazionalista turca che si oppone al suo ingresso nell’Unione.

La giornalista Beril Dedeoğlu del quotidiano "Star", invece, da un punto di vista più disincantato, sottolinea che affinché Özdemir possa operare a favore della Turchia in un tal senso è necessario prima di tutto che si risolvano le discriminazioni contro le minoranze interne al paese.

In generale si resta comunque concordi sull’opinione che il caso di Özdemir possa fare da catalizzatore per la partecipazione di altre minoranze in politica.

Per quanto riguarda la "minoranza" turca in Europa la partecipazione alla politica non è limitata al solo caso di Özdemir. Qui si conta una popolazione complessiva di 5,2 milioni, la cui gran parte è dovuta ai flussi migratori che sono partiti all’inizio degli anni ’60. Allo stato attuale, il 42% circa di questa popolazione possiede la cittadinanza del paese in cui vive.

La Germania, tra i vari paesi europei, ha il primato per quanto riguarda la "presenza turca". Qui, l’attività politica di quest’ultima sta assumendo un peso sempre più rilevante a partire dalla partecipazione alle amministrazioni comunali e provinciali. Nel parlamento ci sono cinque deputati "Deutschtürke". L’anno scorso è stato formato anche un forum dei socialisti democratici turchi. Il proposito è quello di far arrivare all’SPD (partito che nelle elezioni del 2005 ha ottenuto il 75% dei voti dell’elettorato tedesco di origine turca, mentre il 9,2% ha votato per i Verdi e il 5% per i Cristiani democratici del cancelliere Angela Merkel) le idee che circolano tra la minoranza turca e rendere più accessibili a quest’ultima le politiche sull’immigrazione del partito.

Altri paesi con "presenze turche" in politica sono l’Olanda dove oltre a diverse partecipazioni a livello comunale, con una lista di sinistra Düzgün Yıldırım è diventato il primo senatore di origine turca, Saadet Karabulut è stata eletta deputata parlamentare, Nebahat Albayrak è diventata Segretaria di Stato per la Giustizia nell’attuale governo e candidata sindaco di Rotterdam; la Danimarca dove Fatma Yeliz Öktem e Bünyamin Şimşek sono stati candidati deputati del Partito liberale per le ultime elezioni del 2007; il Belgio e l’Austria dove Meryem Almacı e Alev Korun sono entrate rispettivamente a far parte del Consiglio federale di ciascun paese.

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