Volinia, l’esumazione di un passato controverso. Un dossier

Una ferita del passato che continua a dividere Ucraina e Polonia: sono i massacri di polacchi in Volinia commessi dai nazionalisti ucraini dell’OUN-UPA durante l’occupazione nazista nel biennio 1943-44. Un nostro dossier prova a restituire il contesto e le principali questioni ancora aperte

Volinia-l-esumazione-di-un-passato-controverso.-Un-dossier

Mappa storica nei pressi del memoriale dei massacri in Volinia a Domostawa, Polonia - foto F.Brusa

Da qualche mese sono iniziate nelle regioni nord-occidentali dell’Ucraina le esumazioni per il recupero dei cadaveri delle vittime dei massacri del 1943-44 in Volinia. Si tratta di un gesto orientato alla ricerca di “giustizia storica”, concordato tra il governo di Kyiv e quello di Varsavia, per le persone ammazzate durante una campagna di pulizia etnica portata avanti dai gruppi nazionalisti ucraini dell’OUN-UPA durante l’occupazione nazista che prima dello scoppio della guerra erano sotto controllo polacco e che appunto si abbatté soprattutto sulle comunità di etnia polacca della zona. Secondo uno studio dello storico Jared McBride ci furono fra le 50mila e le 60mila morti, molte delle quali riguardanti donne e bambini.

La decisione, presa tra l’altro nel tragico contesto dell’invasione russa su larga scala, arriva dopo anni di contesa diplomatica. Se la Polonia nel 2016 ha approvato una mozione parlamentare per riconoscere i massacri in Volinia come un “genocidio”, l’Ucraina ha iniziato a riconoscere le proprie responsabilità in particolare sotto il mandato dell’attuale presidente Volodymyr Zelensky (che nel luglio del 2023 partecipò a una commemorazione dell’evento assieme all’allora controparte polacca Andrzej Duda nella città di Lutsk). Ma, come succede talvolta in casi del genere, il tentativo di chiudere certe ferite del passato apre nuovi dibattiti e strumentalizzazioni nel presente.

Nel corso della recente campagna presidenziale polacca, vinta dal candidato di destra Karol Nawrocki (ex-direttore dell’Istituto della Memoria Nazionale), il tema è stato spesso al centro del dibattito. Diversi esponenti politici si sono detti pronti a porre un veto sull’ingresso nell’Unione Europea dell’Ucraina se questa non avesse acconsentito a risolvere il contenzioso storico. D’altra parte, tali frizioni sono state riprese e amplificate anche dalla propaganda russa nell’intento di minare ulteriormente l’alleanza fra Varsavia e Kyiv. Se le esumazioni in corso rappresentano dunque un passo avanti nella riconciliazione fra i due paesi, la questione dei massacri in Volinia sembra comunque destinata a non esaurirsi in breve tempo.

Soprattutto perché la pulizia etnica del 1943-44 è avvenuta nel complesso contesto della Seconda Guerra Mondiale e tocca punti problematici delle memorie nazionali che Ucraina e Polonia sono andate elaborando dagli anni ‘90 in poi. Nella prima parte della nostra ricerca abbiamo ricostruito questi nodi, inquadrandoli anche nell’ottica delle politiche europee, grazie alle testimonianze di diversi storici, quali John-Paul Himka, Yaroslav Hrytsak, Georgiy Kasianov, Adam Leszczyński, Guido Crainz e Aline Sierp. Nella seconda parte del lavoro abbiamo poi raccontato i differenti accenti con cui la tragedia della Volinia è stata commemorata quest’anno in Polonia, dalla celebrazione più istituzionale di Chełm al raduno dominato da forze di estrema destra di Domostawa.

A integrazione, pubblichiamo le conversazioni complete con alcuni dei nostri interlocutori per inquadrare al meglio il tema dal punto di vista storico e politico: Adam Leszczyński spiega perché le esumazioni siano un atto di giustizia dovuto, soprattutto nei confronti dei discendenti delle vittime dei massacri, mettendo allo stesso tempo in guardia da un possibile abuso del “paradigma vittimario” nel leggere la vicenda; John-Paul Himka analizza le condizioni pregresse che hanno portato alla pulizia etnica del 1943-44, mostrando come esistano anche responsabilità da parte polacche per via delle politiche portate avanti nel periodo interbellico verso le diverse minoranze nazionali presenti sul proprio territorio; Yaroslav Hrytsak esplora il ruolo del nazionalismo nel forgiare le divergenti politiche della memoria tanto in Ucraina quanto in Polonia e si interroga sui possibili rischi di uno “scontro identitario” fra le diverse comunità coinvolte.

 

Segui le prossime pubblicazioni nel dossier dedicato