Vittoria e vergogna
Larghissima vittoria per il VMRO, ma anche gravi incidenti, che hanno turbato il processo elettorale, attirando critiche dalla comunità internazionale. La Macedonia fa un passo indietro sul cammino europeo, ed esce scossa dalle elezioni anticipate di domenica scorsa
Il voto per le politiche di domenica scorsa in Macedonia ha portato ad una larghissima vittoria per il partito di governo, il VMRO, ma anche gravi motivi di imbarazzo per il governo di Skopje.
La Macedonia, a detta di tutti gli osservatori internazionali, non è riuscita infatti a far sì che il processo elettorale fosse libero e regolare. I numerosi incidenti della giornata elettorale, costati anche una vita, segnano un rischioso passo indietro del paese sulla strada dell’integrazione europea.
L’incidente più grave è accaduto nel villaggio di Aracinovo, non lontano dalla capitale Skopje. Qui un uomo è rimasto ucciso durante uno scontro a fuoco divampato tra un gruppo di attivisti dell’Unione Democratica per l’Integrazione (DUI) di Ali Ahmeti e membri dell’unità speciale della polizia "Alfa". Secondo fonti ufficiali, a scatenare la sparatoria sarebbe stato il tentativo della polizia di intervenire per impedire irregolarità nelle procedure di voto.
In un altro incidente, stavolta nella municipalità di Cair, a Skopje, almeno cinque persone, di cui alcuni passanti, sono rimaste ferite da proiettili esplosi di fronte ad un seggio elettorale. Uno dei feriti, un uomo di 23 anni, è rimasto colpito allo stomaco, e al momento lotta per la vita.
La polizia ha arrestato Agim Krasnici, pregiudicato vicino al Partito Democratico degli Albanesi (DPA) guidato da Menduh Taci e oggi al governo, insieme ad altre sette persone, dopo che il gruppo è stato fermato ad un controllo. Nelle loro automobili sono state trovate armi automatiche e bombe, un lanciarazzi e sette pacchetti di marijuana. Gli otto arrestati hanno dichiarato di essere "in missione" per impedire furti di voti da parte del DUI.
In totale, circa 30 persone sono state fermate in relazione agli incidenti di domenica.
Le irregolarità contestate in queste consultazioni vanno dal voto di gruppo al furto di voti, dalla distruzione di urne elettorali alle intimidazioni verso gli elettori. In alcune località tutto questo è avvenuto davanti agli occhi di osservatori internazionali e locali.
"Quello che ci ha scioccato, come osservatori, è l’orgoglio di chi commetteva infrazioni, senza alcun bisogno di provare a celarle", ha dichiarato Gillian Milovanovic, ambasciatore Usa in Macedonia.
A partire da lunedì il paese è stato sottoposto ai giudizi critici provenienti in modo sincronizzato da tutta la comunità internazionale. Che spesso concludevano: la Macedonia ha fallito il test.
L’ODIHR (Office for Democratic Institutions and Human Rights) dell’Osce nella sua valutazione preliminare di lunedì, ha scritto a chiare lettere che la Macedonia non è riuscita a rispettare gli standard internazionali sulla libertà e correttezza delle elezioni.
Gli incidenti hanno avuto luogo in larghissima parte in campo albanese, tra gli "arci-rivali" del DUI e del DPA, e sono stati ristretti a comunità note per l’alto tasso di criminalità, ma questo non basta a trovare giustificazioni.
"Sarà necessario ogni sforzo per indagare non solo i responsabili diretti, ma anche i mandanti delle violenze", ha dichiarato Ervan Fuere, ambasciatore dell’UE a Skopje.
Il premier, Nikola Gruevski, ieri ha avuto una conversazione telefonica col commissario per l’Allargamento, Olli Rehn, promettendo di organizzare nuove consultazioni nei distretti dove il voto è stato sospeso a causa di gravi irregolarità.
Nonostante il chiaro fallimento, la comunità internazionale ha lasciato intendere che il giudizio finale su queste elezioni dipenderà anche dal modo in cui le autorità sapranno reagire, e su come verranno portate a termine le ripetizioni del voto.
"Analizzeremo con attenzione le iniziative che seguiranno gli incidenti. Il nostro giudizio finale dipenderà anche da come il paese riuscirà a superare le irregolarità avvenute, e su come verranno implementate le procedure di ripetizione del voto", ha detto Robert Barry, direttore del ODIHR.
Lasciando per una attimo sullo sfondo la vergogna che il paese si porterà dietro per qualche tempo, e che si rifletterà senz’altro sul rapporto della Commissione Europea previsto per il prossimo autunno, il messaggio più importante di queste consultazioni arriva dalla larghissima vittoria ottenuta dal VMRO.
La coalizione guidata dal partito di Gruevski si è infatti assicurata 64 seggi in parlamento sui 120 totali. Questo significa che per Gruevski si apre la possibilità di governare con una maggioranza stabile per i prossimi quattro anni.
Una vittoria di queste dimensioni è senza precedenti nella breve storia del pluralismo politico in Macedonia. La coalizione guidata dal VMRO ha ottenuto circa 480mila voti, almeno 170mila in più rispetto alle elezioni, anche quelle vittoriose, del 2006.
Il partito di opposizione nel campo macedone, i socialdemocratici (SDSM) avranno invece appena 28 seggi.
Tra i partiti albanesi, non senza sorpresa, visti i numerosi sondaggi elettorali che davano il DUI con un chiaro vantaggio rispetto al DPA, i due partiti hanno ottenuto entrambi 13 seggi. Un seggio è andato al terzo partito albanese, il PDP, un altro al multietnico Partito per un Futuro Europeo (PEI) di Fiat Canevski.
Alcune variazioni nel numero di mandati potrebbero avvenire dopo la ripetizione parziale del voto, ma non potranno cambiare il quadro generale.
L’affluenza alle urne è stata del 58%, circa tre punti percentuali più alta delle precedenti politiche del 2006.
Gruevski ha ottenuto proprio quello che voleva dalle prime elezioni anticipate della storia recente del paese: una maggioranza più stabile che gli renda possibile mettere in atto il suo programma. Ma adesso portare a risultati concreti è una necessità, perché, come egli stesso ha dichiarato, un grande potere porta anche grandi responsabilità.
Probabilmente il premier vorrà formare una coalizione col proprio partner abituale in campo albanese, il DPA. Per il DUI, che ha insistito non poco perché si arrivasse al voto anticipato, questo significherebbe altri quattro anni di opposizione.
Nel 2006 il DUI ricevette la maggioranza dei voti nella comunità albanese, ma il VMRO scelse come proprio partner di governo il DPA. Questa scelta portò ira nelle fila del DUI, e una lunga crisi politica nel paese.
Ora tutti si aspettano una lotta serrata tra DPA e DUI durante le ripetizioni di voto. Se il DUI dovesse prevalere, potrebbe sostenere ancora di essere il legittimo vincitore delle consultazioni in campo albanese. Il DPA, naturalmente, farà tutto il possibile perché questo non avvenga. Questa situazione potrebbe portare a nuovi incidenti. La speranza, però, e che questo non avvenga.
La Macedonia ha già perso fin troppo da queste elezioni.