Via il sindaco di Yerevan

Gagik Beglaryan, sindaco di Yerevan, si è dimesso dopo essere stato accusato di aver aggredito un membro dello staff presidenziale. La sua uscita di scena coincide con una inusuale serie di avvicendamenti nel governo. Le reazioni dell’opposizione e il dibattito nel Paese

23/12/2010, Onnik James Krikorian - Yerevan

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Gagik Beglaryan durante la campagna elettorale del 2009 a Yerevan (Foto © Onnik Krikorian)

Il discusso sindaco di Yerevan, Gagik Beglaryan, ha rassegnato a sorpresa le dimissioni dopo essere stato accusato di aver aggredito un membro dell’ufficio protocollo dell’amministrazione presidenziale. Meglio conosciuto a molti abitanti della capitale armena con il soprannome di Chorni (nero) Gago, Beglaryan avrebbe percosso Aram Kandayan dopo che il secondo aveva impedito alla moglie del primo di sedersi accanto al presidente armeno Serge Sargsyan durante un concerto del celebre cantante d’opera Placido Domingo, tenutosi a Yerevan il 3 dicembre.

I posti d’onore a questi eventi sono generalmente riservati ai vertici della Chiesa apostolica armena o a esponenti del governo, come il Primo ministro. Eppure, a quanto pare, Beglaryan si è sentito abbastanza offeso da voler punire Kandayan che, secondo la stampa, sarebbe stato condotto dal sindaco in un luogo appartato e aggredito. Armen Arzumanyan, capo ufficio stampa della presidenza, ha confermato l’incidente, sostenendo però che i media ne avrebbero esagerato le circostanze. In ogni caso, a Beglaryan sono state richieste scuse ufficiali.

Beglaryan in Italia?

“Il presidente armeno ha ripetutamente espresso la sua opinione su simili incidenti”, ha detto Arzumanyan ai cronisti. “Un tale comportamento è inaccettabile e intollerabile”. Nel frattempo, alcune fonti hanno riportato che a Beglaryan è stato consigliato di lasciare temporaneamente il paese, dopo che le sue spiegazioni e scuse erano state considerate inadeguate. Secondo alcune voci, Beglaryan potrebbe essersi diretto in Italia. Il partito repubblicano attualmente al governo, di cui l’ex sindaco è membro, ha riferito ai giornalisti di non conoscerne i movimenti. Secondo altre fonti ancora, potrebbe attenderlo persino un processo.

Gagik Beglaryan (Foto © Onnik Krikorian)

Gagik Beglaryan (Foto © Onnik Krikorian)

Beglaryan era stato il primo sindaco di Yerevan ad essere eletto, seppure dal consiglio comunale, dopo un voto amministrativo alla fine del maggio scorso. L’opposizione aveva criticato il voto come fraudolento, accusando Beglaryan anche per i violenti attacchi ai propri attivisti negli ultimi anni, compreso il periodo in cui era a capo del distretto centrale della città. Dopo le sue dimissioni, a quanto pare rassegnate in seguito a pressioni presidenziali, il partito repubblicano del presidente Sargsyan ha nominato al suo posto Karen Karapetyan, dirigente capo di ArmRosGazProm.

Rimpasto nel governo armeno

Questo avvicendamento è coinciso con una serie di altre sostituzioni in un inusuale rimpasto di governo. Il ministro dell’Economia, Nerses Yeritsyan, è stato sollevato dall’incarico e sostituito dal ministro delle Finanze Tigran Davityan. Hrayr Tovmasyan è stato nominato ministro della Giustizia, in seguito all’allontanamento di Gevorg Danielyan, avvenuto il 9 dicembre per un altro episodio di violenza. Danielyan è stato infatti accusato di inadeguatezza per non aver punito un sottoposto che aveva aggredito un altro dipendente del ministero.

I più cinici hanno ridotto i cambiamenti a un tentativo di distogliere l’attenzione dal mancato successo del canale A1 Plus nella gara d’appalto per nuove frequenze tenutasi la settimana scorsa. Human Rights Watch  ha condannato la decisione, che perpetua l’esclusione dall’etere della stazione televisiva d’opposizione. A1 Plus aveva perso la licenza all’inizio del 2002, in seguito a quella che molti considerano una decisione politica a orologeria, specificamente mirata a preparare il terreno per la controversa rielezione dell’allora presidente Robert Kocharyan, puntualmente avvenuta l’anno successivo.

Tuttavia, altri sono più ottimisti e ritengono che la sostituzione di funzionari chiave sia parte di una più ampia politica da parte del primo ministro Tigran Sargsyan. L’ex capo della Banca centrale armena è visto da molti come un genuino riformatore, pur limitato dall’attuale sistema di governo, ancora oligarchico secondo i critici. In novembre, ad esempio, Sargsyan ha accusato pubblicamente di malgoverno diversi alti ufficiali e licenziato i loro collaboratori; ha poi spiegato il rimpasto della scorsa settimana come un altro passo verso le riforme. Analogamente, molti osservatori vedono positivamente anche le dimissioni di Beglaryan.

Nonostante la vittoria di Karapetyan non sia arrivata a sorpresa nel voto espresso venerdì scorso del consiglio cittadino, controllato dal governo, con 50 voti a favore e 1 contro, persino alcuni critici del governo sono apparsi cautamente ottimisti. Con la sua esperienza a capo della rete energetica russo-armena, Karapetyan, 47 anni, è considerato un buon manager. Infatti, nelle sue prime considerazioni ufficiali, oltre ad esprimere gratitudine al presidente armeno e al partito di governo, ha promesso di introdurre una nuova cultura cittadina per soddisfare gli abitanti.

L’opposizione extra-parlamentare del Congresso nazionale armeno è naturalmente più scettica e critica: il sindaco e il Consiglio rimangono ai suoi occhi “illegittimi” e non eletti dai cittadini. Tuttavia, l’ex difensore civico per i diritti umani Larisa Alaverdyan, ora membro dell’opposizione parlamentare nel gruppo “Heritage”, è più ottimista. “Spero che questa sia la fine dei rapporti negativi [fra il Comune e gli abitanti]”, ha dichiarato ai media locali.

Da parte sua, Karapetyan ha dichiarato di non voler licenziare il personale del Comune di Yerevan. “Per ora non ci sono piani per licenziamenti di massa”, ha detto in conferenza stampa dopo l’elezione a sindaco, “ma ci saranno regole e requisiti più rigidi per i capi distretto, e solo coloro che vi aderiranno manterranno l’incarico”.

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