Il Console Generale della Repubblica del Sudafrica in Italia, Alwyn Figgins, intervenuto al convegno organizzato dall’Osservatorio sui Balcani ‘Abitare il conflitto: c’è pace senza riconciliazione?’, ha portato l’esperienza della Commissione Sudafricana per la Verità e la Riconciliazione.
"Crediamo che il nostro esempio – ha dichiarato il Console – possa essere di utilità anche per altri Paesi e regioni, per quanto non possiamo aspettarci che il risultato sia identico. Ogni situazione ha infatti le proprie dinamiche basate su fattori storici, sulla natura del conflitto e su molte altre questioni. Ma crediamo che un processo di pace non possa essere tale senza un processo di riconciliazione. Il cui attore principale, nella varietà dei soggetti coinvolti – istituzionali e non – sia il popolo. Il sostegno della maggioranza della popolazione sudafricana ha rappresentato infatti l’elemento determinante nella riuscita della esperienza della nostra Commissione sulla Verità e la Riconciliazione."
Vorrei cogliere questa opportunità per ringraziare gli organizzatori di questa conferenza e il Comune di Rovereto per avermi invitato a questo importante evento.
Dal momento che sarà compito degli esperti intervenenti discutere nel dettaglio il tema della giornata, ho deciso di parlare brevemente degli sviluppi nel mio Paese, il Sud Africa, dal punto di vista della riconciliazione.
Come ricorderete, la Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Sud Africa (TRC) fu creata dal governo di unità nazionale per cercare di affrontare quanto accaduto durante l’apartheid. Il conflitto aperto in questo periodo, degenerò in una situazione di violenza e di violazione dei diritti umani ad opera di tutte le parti coinvolte. Nessun segmento della società fu esonerato da questi abusi.
La TRC si basa sulla Promotion of National Unity and Reconciliation Act, No 34 of 1995 (legge di promozione della unità nazionale e della riconciliazione, n°34 del 1995)"… una commissione è necessaria per fare in modo che i Sudafricani possano venire a patti con il proprio passato su di una base moralmente accettata per far progredire la causa della riconciliazione." (Dullah Omar, ex Ministro della Giustizia)
La TRC svolge il proprio mandato attraverso tre comitati: il Comitato sull’amnistia, il Comitato per la riparazione e riabilitazione e il Comitato sulla violazione dei diritti umani. La Commissione è attualmente sospesa fintanto che il lavoro del Comitato sull’amnistia non viene completato. Il lavoro restante dei comitati per la riparazione e riabilitazione e sulla violazione dei diritti umani è stato assegnato agli ex presidenti dei comitati stessi, ed è oggi parte del Comitato sull’amnistia.
Il tema dell’incontro odierno è molto stimolante: ‘Abitare il conflitto: c’è pace senza riconciliazione?’. Il Sud Africa è oggi un Paese pacifico e sono convinto che il processo di riconciliazione abbia giocato una ruolo fondamentale in questa situazione. Penso che sarete d’accordo con me nel ritenere che, data la storia del mio Paese, il risultato del processo di democratizzazione e riconciliazione abbia superato le aspettative di molti esperti e osservatori.
Da un punto di vista puramente teorico ci si può chiedere se il Sud Africa sarebbe stato altrettanto in pace se non ci fosse stato un tale accordo su di un processo di riconciliazione. Non sapremo mai la risposta a questa domanda ipotetica, ma posso sbilanciarmi nel dire che l’esito sarebbe stato molto incerto. Malgrado la Commissione sulla Verità e la Riconciliazione sia stato lo strumento formale diretto a conseguire una pace duratura e la riconciliazione, essa ha richiesto il contributo di molti, compreso il governo, i partiti politici, la società civile, la chiesa e altri. Io ritengo tuttavia che l’attore più importante in questo processo sia stato il popolo del Sudafrica. Certamente non tutti i cittadini hanno accettato l’idea di un processo di riconciliazione che escludesse una pena per i crimini commessi, ma è evidente che la maggioranza dei Sudafricani hanno imboccato la strada della pace attraverso la riconciliazione.
Non ho alcun dubbio che la transizione pacifica nel mio Paese sia irreversibile. Ci sono state e probabilmente continueranno ad esserci correnti di dissenso e di rifiuto nell’accettare la strada scelta dalla maggioranza dei Sudafricani. Siete probabilmente consapevoli della recente ondata di attentati esplosivi in parti del Sud Africa, che sono presumibilmente stati perpetrati da estremisti di destra. Anche il livello della criminalità in Sud Africa non è accettabile e povertà e aids sono problemi che giocano un ruolo estremamente negativo per lo sviluppo.
Ciò nonostante, dal punto di vista della stabilità, credo che le fondamenta legali e strutturali del Paese siano fermamente radicate e che resisteranno ad ogni tentativo di sopraffare la volontà della maggioranza dei Sudafricani. Sarebbe peraltro irrealistico non aspettarsi difficoltà e problemi nella nostra nuova democrazia.
Possiamo chiederci se la Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Sud Africa possa servire come esempio per altri Paesi e regioni. Io credo che la risposta sia sì, ma allo stesso tempo non possiamo aspettarci che il risultato sia identico. Ogni situazione ha le proprie dinamiche basate su fattori storici, sulla natura del conflitto e su molte altre questioni. Tuttavia, così come il Sud Africa è stato in grado di apprendere da esperienze come quella cilena, anche la nostra esperienza può essere utile agli altri. Il Sud Africa ha di fatto già contribuito a questioni di questa natura (vedi il ruolo avuto da Richard Goldtsone) e sta avendo un ruolo di primaria importanza nella risoluzione pacifica del conflitto in Congo e nella situazione del Rwanda e Burundi. Il mio governo è attivamente impegnato in queste questioni sia sul piano bilaterale che multilaterale. La recente creazione della Unione Africana e il Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell’Africa (NEPAD) sono solamente due esempi del ruolo guida avuto dal Sud Africa nell’occuparsi, inter alia, della risoluzione dei conflitti e della riconciliazione in Africa.
Per concludere, io sono convinto che non ci possa essere una pace durevole in una situazione di post conflitto senza riconciliazione. La situazione può diventare pacifica ma questa condizione da sola può non essere sostenibile. Solo se la maggioranza delle persone concordano con il principio fondamentale della riconciliazione ci può essere una pace durevole.
Vai al sito della Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Sud Africa (TRC)
Vai alla legge di promozione della unità nazionale e della riconciliazione, n° 34 del 1995