Uranio impoverito: occorre una commissione d’inchiesta europea

Alain Acariès è segretario generale di AVIGOLFE, associazione francese delle vittime civili e militari delle guerre del Golfo del 1991 e poi dei Balcani. Da anni è impegnato con determinazione affinché si faccia chiarezza sulla cosiddetta "Sindrome dei Balcani". Un’intervista

11/05/2005, Nicole Corritore -

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Una manifestazione promossa da Avigolfe

Quali le ragioni del suo impegno nell’associazione "Avigolfe"?

Sono il padre di Ludovic, già soldato del contingente rimasto per 6 mesi nel 1993 nei Balcani nell’ambito della missione UNPROFOR, e deceduto a seguito di una grave malattia nel 1997. Indignato per la mancanza del riconoscimento da parte delle autorità sia civili sia militari del mio paese del legame esistente tra il servizio e la morte di mio figlio, ho fatto eseguire la perizia scientifica su di un campione di ganglio linfatico di Ludovic conservato finora presso l’ ospedale civile che ha prestato le prime cure a mio figlio. E’ stato il laboratorio di Modena della dottoressa Antonietta Gatti, fisico e bioingeniere, ad esaminare il campione di ganglio linfatico malato che ho portato personalmente nel passato mese di gennaio.

Anche lei è quindi venuto a conoscenza della nuova tecnica sviluppata dalla dottoressa Gatti e dai suoi colleghi che potrebbe aiutare a chiarire molti misteri legati alla cosiddetta "Sindrome dei Balcani"?

Si. Il metodo, per ora unico, permette di rilevare le micro- e nano-particelle inorganiche nei tessuti patologici. Per meglio conoscere le loro ricerche abbiamo promosso un’intera parte del sito dell’Avigolfe a descriverle.

Che risultati sono emersi dalle analisi?

Come in tutti i casi di "Sindrome dei Balcani", reduci italiani dei Balcani, studiati da quegli scienziati fino ad ora, il campione di Ludovic contiene una concentrazione di micro- e nano-particelle di metalli (nel suo caso, argento, ferro, cromo, oro, silicio, alluminio, magnesio e molibdeno) e di non-metalli (fosforo, zolfo, iodio e cloro). Particelle del genere non fanno parte della composizione normale dei tessuti umani e leghe simili non esistono né in natura né come prodotto dell’ industria metallurgica. E’ già stato dimostrato che i meccanismi di difesa normali non intervengono nei confronti di queste particelle di così piccola dimensione una volta che queste siano entrate nel corpo umano, potendo perfino penetrare nel nucleo delle cellule, così dando origine a conseguenze assai gravi. Alcuni degli elementi di cui quelle particelle sono composte figurano nei trattati di tossicologia come veleni chimici.

Quali i motivi di questa grave contaminazione?

Occorre ricordare che le polveri prodotte a causa dell’altissima temperatura (oltre 3.000° C) al momento dell’impatto delle munizioni all’uranio impoverito o del tungsteno sul bersaglio possono restare in sospensione nell’atmosfera molto a lungo dopo che si sono formate e possono persistere in grande concentrazione entro spazi chiusi come stanze o veicoli esposti all’inquinamento e non puliti correttamente. Questo accadde, ad esempio, per i veicoli usati dai francesi dell’UNPROFOR nei Balcani, da poco rientrati dalla guerra del Golfo del 1991. Prima di essere reimpiegati nei Balcani non sono stati sottoposti né ad una ricerca particolare né ad un trattamento specifico. Ho avuto conferma di ciò in una lettera del Ministero della Difesa francese.

Quale il collegamento con Ludovic?

Ludovic era autista di autocarri, mangiava e dormiva nel suo camion quando partecipava al vettovagliamento delle truppe che stazionavano a Sarajevo e quando faceva il tragitto Zagabria-Sarajevo. Ricordo anche, e la cosa è importante, che Ludovic restò nei Balcani da marzo ad ottobre 1993 e che la NATO ha dichiarato di aver fatto uso di armi all’uranio impoverito solo a partire dall’agosto 1994. Ma munizioni al tungsteno si trovavano nei Balcani già nel 1993, e di questo abbiamo le prove. L’origine nanopatologica della "sindrome" contratta da Ludovic è stata confermata, con vaccini e radioattività come possibile ma non necessaria concausa.

Quali i passi che come Avigolfe state tentando per denunciare quanto accade?

E’ in corso una causa giudiziaria ma noi di Avigolfe vogliamo portare questi problemi sanitari legati alle guerre moderne (Golfo e Balcani) a livello europeo, dal momento che i nostri rispettivi governanti non vogliono intendere ragione e indennizzare le vittime. Noi ci auguriamo che in ognuno dei paesi europei che hanno partecipato a quei conflitti, i reduci allertino di nuovo i media, passando l’informazione che vi sto inviando, affinché tutti i veterani malati siano informati e, tutti. scrivano una lettera ad uno o più deputati europei al Parlamento di Strasburgo chiedendo la creazione di una commissione d’inchiesta europea in cui scienziati indipendenti, italiani e di altri paesi, siano ascoltati. Conto su di voi per diffondere a larghissimo raggio questo messaggio. Noi di Avigolfe abbiamo già scritto a dei parlamentari europei francesi. Fate la stessa cosa nei vostri paesi! Insieme ce la faremo.

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