Una nuova casa per la biblioteca islamica di Sarajevo

Il 15 gennaio è stata celebrata a Sarajevo la riapertura dell’antica biblioteca islamica Gazi-Husrev-Bey.

La più grande collezione di opere e manoscritti islamici del Sud-est Europa ha trovato una nuova casa.

Migrazione dopo migrazione, seguendo le rotte della civiltà islamica, migliaia di libri e manoscritti provenienti da Mecca, Medina, Cairo, Baghdad, Istanbul e Damasco approdarono a Sarajevo a partire dal XVI secolo, per volontà di Gazi Husrev-Bey, il governatore ottomano che diede grande impulso allo sviluppo urbano della città.

Oggi quel prezioso e raro patrimonio librario ha trovato una nuova casa, in un edificio di nuova costruzione finanziato dal Qatar, dopo aver peregrinato attraverso molte sedi, otto solo durante l’assedio.

I preziosi volumi venuti dall’Oriente hanno conosciuto anche il buio delle umide cantine in cui vennero nascosti mentre i fischi delle granate attraversavano il cielo di Sarajevo e le biblioteche bruciavano.Contrabbandieri di libri, copiature disperate e uomini di buona volontà li hanno salvati da quell’inferno. Ed è grazie a quelle mani che sicuramente tremavano mentre scrivevano nei sotterranei della Sarajevo assediata, che la luce magica degli antichi manoscritti può brillare ancora.

Dopo un grande lavoro di digitalizzazione, le copie di tutte le opere della biblioteca sono conservate in tre posti diversi in giro per il mondo, sperando così di poter spezzare quello strano destino di migrazioni e fughe.

Radio Free Europe/Radio Liberty sull’inaugurazione ha pubblicato una galleria fotografica.

LINK: Radio Free Europe

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