Un presidente chiamato desiderio

Il partito di Silajdžić e quello di Dodik (che stravince in Republika Srpska) si aggiudicano il rappresentante musulmano e serbo alla Presidenza. Terremoto in campo croato: l’SDP multietnico riesce a strappare il posto all’HDZ. Dal nostro corrispondente, l’analisi del voto di domenica in Bosnia

04/10/2006, Dario Terzić - Mostar

Un-presidente-chiamato-desiderio

Sarajevo

Eh sì… E’ successo. Quello che i croati dell’Erzegovina non amavano, che schernivano, è diventato il rappresentante croato della Presidenza triparta della Bosnia Erzegovina (BiH). Il suo nome è Desiderio (Željko).

E’ questa la vera svolta delle elezioni del primo ottobre in Bosnia Erzegovina. Dopo sedici anni, il primo membro della Presidenza che non proviene da un partito nazionalista. E poi, dopo tanti anni, tutti e tre i partiti nazional(isti) HDZ (Unione Democratica Croata), SDA (Partito dell’Azione Democratica) e SDS (Partito Democratico Serbo) che restano senza presidente.

Željko Komšić era il candidato dell’SDP (socialdemocratici). Per due volte a capo del municipio di Nuova Sarajevo, per un breve periodo era stato ambasciatore della BiH a Belgrado. Il partito SDP, questa volta, ha giocato una buona strategia… Invece di candidare un musulmano (i musulmani sono maggioranza nel partito) hanno proposto un croato di Sarajevo, molto distante per opinioni politiche e modo di fare dai croati dell Erzegovina (Mostar e dintorni).

Ivo Miro Jović, il candidato dell’HDZ, in questi giorni è fuori di testa. Mentre parla sembra contagiato dalla rabbia (canina). Non la manda giù, non riesce ad ammettere la sconfitta. Fino a dieci minuti prima dei primi risultati gridava: "Sono io il vincitore. Komšić non è riuscito a conquistare più dell’uno per cento". Ma poi, arrivano le cifre.

Il candidato dell’SDP è primo con il 41% e Jović ha solo il 25%. Roba da non credere. Komšić ha stravinto.

Altre formazioni politiche dei nazionalisti croati vorrebbero adesso negare questa vittoria, dicendo che Komšić non è un vero croato, che non parla un buon croato e che alla fine non è stato eletto dai croati ma dai musulmani. Per spiegare meglio, è vero che la maggioranza dei croati (soprattutto quelli nazionalisti) ha votato uno del sud del paese: Jović, Ljubić (del partito HDZ 1990), Lijanović oppure Jurišić dell’HSP (Partito Croato del Diritto). Ma la gente di sinistra ha deciso di votare Komšić. Ed è vero l’hanno votato proprio tutti… Stravince nel cantone di Tuzla, una meravigliosa vittoria anche nel cantone di Sarajevo.

Un’altra sconfitta per il candidato Božo Ljubić, dell’HDZ 1990 (17,81% dei voti). Il suo partito risulta però uno dei più forti nel cantone Erzegovina Neretva, dove si trova pure la loro sede.

Cosa dire per gli altri membri della Presidenza? Torna Haris Silajdžić (fondatore del Partito per la BiH, SBiH). La sua vittoria rappresenta una grande sconfitta per Sulejman Tihić, membro uscente della Presidenza e presidente dell’SDA. Il partito SDA è tuttavia quello che nel Parlamento federale conquista più voti di tutti (22%), mentre l’SBiH di Siljadžić ha il 17%, l’SDP 11,7%, HDZ BiH 13%, HDZ 1990 11,4% e così via.

Per quanto riguarda la Republika Srpska l’entità della Bosnia Erzegovina a maggioranza serba, ndc, lì la situazione è molto più chiara. L’SNSD (socialdemocratici indipendenti) di Dodik vince con piu del 51% e il loro candidato Nebojša Radmanović è il terzo membro della Presidenza tripartita.

Ma come funzionerà questo strano trio, Komšić, Siljadžić, e Radmanović? Ricordiamo che Siljadžić è da sempre favorevole ad una Bosnia unita, quindi chiede l’abolizione della Republika Srpska. L’SNSD, invece, di cui fa parte Radmanović, parla ad alta voce di un possibile referendum per l’indipendenza della Republika Srpska (e poi, certo, una possibile unione con la Serbia). Ma entrambi vedono male Komšić. Perchè non è un nazionalista, perchè parla di una Bosnia dei cittadini (e non di nazioni), e quindi è uno che potrà creargli problemi.

Komšić, intanto, dichiara che sarà il presidente di tutti i cittadini della BiH e che in un certo modo cercherà di far avvicinare fra loro Silajdžić e Radmanović.

Lo stesso Komšić, peraltro, è attaccato da tutti. Da Čavić (SDS), Jović, e tanti altri. L’ultima di Jović era: "O sarò io il presidente o la Presidenza non ci sarà". Però, purtroppo per lui, Komšić è stato eletto in modo del tutto legale. Rimane il fatto che il presidente croato è stato votato da pochissimi croati. E che lui cerca di rimanere una persona normalissima. Continua a vivere in un palazzo popolare. Un presidente così, da queste parti, non si è mai visto.

Ricordiamo che questa vittoria di Komšić rappresenta un evento senza precedenti in Bosnia. Da un punto di vista simbolico, significa molto. Poi, che cosa succederà nella pratica, resta ancora da vedere.

Forse per il momento va bene anche una cosa simbolica. Perchè un segnale è già tanto.

Dopo il voto, ci resta da aspettare il governo. E’ adesso che iniziano le combinazioni. Per quanto riguarda la Republika Srpska, le cose sono già chiare. E’ un regno dell’SNSD, e quel partito si farà il governo da solo.
Invece in Federazione l’altra entità, ndc è tutto possibile. L’SDA ha il 22% dei voti, l’SBiH il 17%, i due HDZ circa il 12. Nessuno può quindi fare il governo da solo. Chi andrà in coalizione con chi? Servirebbe un indovino. Quelli che si odiavano ieri, forse già domani saranno insieme nel governo. E’ tutto da vedere.

Cambierà qualcosa? La gente riuscirà a mettersi d’accordo nel parlamento? Oppure sarà come prima? Niente paura, c’è ancora un Alto Rappresentante a dire l’ultima. Ma la comunità internazionale dichiara che prossimamente se ne andrà via…

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