"La sicurezza non viene garantita da nazioni monoetniche ma si raggiunge attraverso l’accettazione delle differenze di ciascuno" ha affermato lo storico Ivo Banac, originario di Zagabria e professore presso la Yale University. Lo ha fatto cogliendo l’occasione della presentazione del suo nuovo libro "La dissoluzione della Jugoslavia" (edito in Croazia dalla DIRJU) presso il "Centro per la decontaminazione culturale (CZKD)" di Belgrado.
Banac ha aggiunto che le conseguenze delle guerre che hanno sconvolto la Jugoslavia durante gli anni ’90 sono state funeste ed ha tenuto a sottolineare come poco sia stato ancora fatto per quanto riguarda il ritorno di sfollati e rifugiati, a suo avviso unica soluzione per la normalizzazione della situazione nella regione.
All’incontro erano presenti gli storici Latinka Perovic, Olivera Milosavljevic e Olga Popovic-Obradovic. Non mancava la presidente della sezione locale del Comitato di Helsinki, Sonja Biserko, che intervenendo ha affermato che la vera ragione alla base di questi conflitti è stata l’illusione di creare nuovi confini basati sull’etnicità.
Olga Popovic Obradovic ha messo in luce come tutt’ora vi siano forti resistenze che non permettono di avviare quei processi che potrebbero concellare le conseguenze della guerra. Su tutti due: il ritorno dei rifugiati e la messa in luce delle responsabilità per quanto riguarda i crimini di guerra.
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31/07/2025, fmartino - Chișinău