Un nuovo alfabeto per l’Europa
Con l’approssimarsi della data d’ingresso della Bulgaria, l’UE si appresta ad aggiungere un terzo alfabeto, il cirillico, a quelli latino e greco attualmente in uso. Sofia e Bruxelles sono già pronte
Di Georgi Iliev*, Transitions Online, 14 luglio 2006 (titolo originale: "A New Script for Europe")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall’Asta
Plovdiv, Bulgaria – Quando la Bulgaria diventerà il 26° Stato membro dell’UE (con ogni probabilità nel gennaio 2007) l’Unione avrà non solo un nuovo membro, ma anche un nuovo alfabeto.
La Bulgaria sarà il secondo paese dell’UE, dopo la Grecia, ad usare un alfabeto non latino, ed il primo ad utilizzare il cirillico, che ebbe origine nell’Impero Bulgaro del Medio Evo.
L’UE ha ora 20 lingue ufficiali. Il prossimo ingresso di Bulgaria e Romania, e l’introduzione dell’irlandese come lingua ufficiale, il 1 gennaio 2007, farà salire questo numero a 23, ma la Bulgaria è il solo paese a non usare l’alfabeto latino o quello greco.
L’alfabeto cirillico è in uso in otto paesi slavi dell’Europa: Russia, Bielorussia, Ucraina, Bulgaria, Macedonia, Serbia, Montenegro e Bosnia, sia come alfabeto unico sia parallelamente a quello latino. Alcune ex repubbliche sovietiche non slave usano anch’esse il cirillico per mettere per iscritto gli idiomi locali.
L’alfabeto cirillico deriva dall’alfabeto glagolitico, inventato intorno all’anno 855 da due fratelli, gli studiosi bizantini San Cirillo (noto in vita come Costantino) e San Metodio.
È generalmente accettato che l’alfabeto cirillico, così chiamato – facendo qualche confusione – dal nome di San Cirillo, fu in effetti inventato da San Clemente di Ohrid sulla base del lavoro dei suoi maestri, Cirillo e Metodio. Il nuovo alfabeto non era così complesso come quello glagolitico, ed era simile all’alfabeto greco, che era ben noto nell’Impero Bulgaro e nel resto d’Europa. Ciò facilitò l’adozione delle nuove lettere nel mondo slavo.
Nel corso dei secoli il cirillico fu adattato alle peculiarità locali delle diverse lingue, il che condusse a molte varianti moderne. La corrente versione bulgara per esempio è in uso dalla riforma della pronuncia attuata nel 1945, quando il numero di lettere fu fissato a 30, lo stesso numero usato nel serbo. (Il russo e l’ucraino usano 33 lettere e alcune lingue non slave anche di più).
Un futuro europeo
Cosa significa per questo alfabeto l’ingresso della Bulgaria nell’UE?
Ci sono stati dibattiti in Bulgaria sul futuro del cirillico, dato il processo di globalizzazione ed integrazione europea. Alcuni bulgari temono che il paese dovrà abbandonare il suo patrimonio culturale per facilitare il commercio.
Altri respingono queste preoccupazioni portando l’esempio del greco. La Grecia e Cipro sono le uniche due nazioni al mondo la cui lingua ufficiale è il greco; le loro popolazioni sommate, circa 12 milioni di persone, rappresentano solo una piccola frazione della popolazione totale dell’UE. Ciò nonostante, né la Grecia né Cipro hanno dovuto scendere a compromessi sull’identità culturale nazionale quando hanno aderito all’UE. L’alfabeto greco si può trovare sulla moneta in euro e nei documenti ufficiali di Bruxelles.
Un pericolo maggiore potrebbe essere costituito dal successo di Internet e di simili tecnologie di comunicazione. Per ragioni di pura comodità e flessibilità sempre più utenti Internet in Bulgaria preferiscono scrivere in caratteri latini. La libera trascrizione latina delle parole bulgare porta a molti []i di pronuncia e di grammatica, che la gente involontariamente trasferisce al proprio modo di scrivere offline. Ma scrivere il bulgaro con caratteri latini non servirebbe a renderlo in alcun modo più comprensibile a chiunque non ne abbia già una certa conoscenza, cosicché la facilità di comunicazione non è un argomento così valido come sembrerebbe a prima vista per abbandonare i caratteri cirillici.
Riguardo invece agli effetti sull’Unione Europea?
Il principio dell’"unità nella diversità" è uno dei fondamenti della diversità di lingue, culture e tradizioni – e, si potrebbe aggiungere, alfabeti – nell’UE. Secondo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proposta nel 1999, l’Unione si impegna a rispettare la diversità linguistica. Uno degli obiettivi più ambiziosi dell’Unione è che il maggior numero possibile dei suoi cittadini parlino due lingue in aggiunta a quella materna. (Le statistiche aggiornate indicano che circa un quarto dei cittadini UE sostiene di parlare due lingue straniere). L’alfabeto cirillico e la lingua bulgara si andranno ad aggiungere a questa diversità culturale che rende l’UE unica.
Ma la politica multilinguistica dell’UE ha il suo costo. Le attuali 20 lingue ufficiali producono più di 400 combinazioni possibili per traduttori ed interpreti. L’aggiunta di irlandese, bulgaro e rumeno accrescerà la complessità di questa sfida tecnica. Secondo i dati ufficiali riferiti al 2005 il costo annuo dei servizi linguistici per l’UE – essenzialmente compensi per traduttori ed interpreti, più l’equipaggiamento tecnico – è di 1,123 miliardi di euro. Questa cifra deve però essere vista nel contesto: si tratta solo dell’1 per cento del bilancio annuo dell’UE, e si traduce in soli 2,28 euro per cittadino all’anno. Sembra un piccolo prezzo da pagare per mantenere il diritto di comunicare usando ciascuno il proprio linguaggio.
Un esercito di traduttori
Una volta che la Bulgaria sarà diventata membro a pieno titolo dell’UE, ogni documento importante dovrà essere pubblicato anche in bulgaro. Questo compito spetta al Direttorato generale per le traduzioni della Commissione europea (DGT), il più grande servizio di traduzioni del mondo, con uno staff di 1.650 linguisti e 550 impiegati di supporto negli uffici a Bruxelles e in Lussemburgo, nonché un esercito di traduttori ed interpreti freelance sparsi in tutto il mondo.
Il DGT è pronto ad affrontare la sfida di occuparsi della lingua bulgara e dell’alfabeto cirillico. "Tutti i nostri database per la gestione interna dei documenti, le interfacce delle nostre applicazioni software e tutte le attrezzature hardware, incluse le tastiere, sono state costruite intorno ad Unicode, un sistema che permette la rappresentazione degli alfabeti di qualsiasi lingua", ha detto a TOL Tytti Granqvist, dell’unità comunicazioni ed informatica del DGT. "Perciò l’uso dei caratteri cirillici, come di ogni altro set di caratteri riconosciuto da Unicode, non è un problema per il nostro sistema IT".
Gli specialisti del DGT non si aspettano grosse difficoltà tecniche. "Noi già utilizziamo un alfabeto non latino, quello greco, quindi l’introduzione del cirillico non sarà un grosso sforzo", ha detto a TOL Jyrki Lappi-Seppala, direttore dell’ufficio locale del DGT a Tallinn, Estonia, basandosi anche sulla sua esperienza per l’introduzione dell’estone, che prevede alcuni speciali caratteri tipografici. "L’introduzione del bulgaro come nuova lingua ufficiale presenta naturalmente un altro tipo di sfida, davvero enorme, quella di trovare abbastanza traduttori in grado di tradurlo da e in tutte le altre lingue. Questo è l’aspetto più importante", ha detto.
Il DGT mira a reclutare 60 traduttori dal bulgaro a tempo pieno.
La Bulgaria ha intrapreso diversi progetti per facilitare il suo accesso linguistico all’UE. Il ministero bulgaro per l’Amministrazione dello Stato e le Riforme amministrative ha lanciato un progetto chiamato "Bulgaria comprensibile", una parte del quale consiste nello sviluppo di un sistema informatico per la traslitterazione dei nomi bulgari in caratteri latini.
Il software, sviluppato dall’Accademia bulgara delle scienze, punta a creare un sistema unificato di traslitterazione che ponga fine all’utilizzo degli altri sistemi e alla loro non univocità. Le sottigliezze necessarie nella creazione di un sistema unificato che permetta di integrare anche eccezioni basate sulla consuetudine e sulla praticità sono bene esemplificate dal nome del paese. In linea di principio, per rendere conto della pronuncia, il nome dovrebbe essere reso come "Balgariya", e quello della capitale come "Sofiya". Ma è evidente che questo troverebbe pochi riscontri al di fuori del paese, e il nome rimarrà quindi, in alfabeto latino, "Bulgaria", con capitale "Sofia".
La Bulgaria sta anche sostituendo i cartelli stradali con delle nuove versioni che riportano le iscrizioni sia in cirillico che in caratteri latini. Ciò è di importanza capitale per un maggior sviluppo del settore prioritario dell’economia bulgara: il turismo. Gli attuali cartelli stradali in cirillico, incomprensibili per la maggior parte dei visitatori stranieri, sono visti come un grave impedimento che trattiene i turisti dall’avventurarsi al di fuori delle strade principali. Sostituirli comunque non sarà un’operazione a buon mercato: nella sola Sofia si dovranno cambiare circa un milione e mezzo di cartelli posti nelle strade e sui palazzi, secondo i funzionari municipali.
Il ministero bulgaro della Cultura ha inoltre annunciato un piano per creare un nuovo font cirillico, che diventi lo standard nella pubblica amministrazione, nelle istituzioni europee e nei media nazionali, una volta che la Bulgaria sarà entrata nell’UE, stando alle notizie della Radio nazionale bulgara.
Come parte di un più ampio programma bulgaro per promuovere il cirillico prima dell’ingresso del paese nell’UE, la compagnia aerea nazionale Bulgaria Air ha decorato i suoi aeroplani con caratteri dell’alfabeto cirillico e distribuisce ai passeggeri stranieri un divertente gioco che ne presenta le lettere.
Al di là delle difficoltà tecniche e delle sfide culturali che la lingua bulgara potrà incontrare nel suo percorso verso l’Europa, l’alfabeto cirillico non sembra essere in pericolo. "Nel corso dei secoli la Bulgaria ha sempre assunto il ruolo di diffondere l’alfabeto cirillico e la sua cultura nel mondo slavo", ha detto a TOL lo storico Vidin Sukarev, del Museo storico di Plovdiv. "Oggi, ancora una volta, la Bulgaria ha un’opportunità storica, quella di presentare il cirillico alla famiglia europea".
*Georgi Iliev, giornalista, vive e lavora a Plovdiv