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Un mare di rifiuti
Un’enorme quantità di rifiuti giace sul fondo dell’Adriatico. Secondo gli esperti oceanografici la fascia meridionale di questo mare si sta trasformando in una discarica, con pericolose conseguenze per la biodiversità
Il mare Adriatico può anche essere considerato come un’enorme vasca da bagno, ma soprattutto è una grande risorsa economica. L’Adriatico è sia una meta turistica che una riserva per la biodiversità, motivo per cui va preservato in modo particolare, molte specie vegetali e animali possono, infatti, scomparire rapidamente. E non potrebbe andare diversamente, dal momento che questo mare è ormai diventato una discarica.
Un team internazionale, incaricato di analizzare la composizione della fauna d’alto fondale nelle zone più profonde della Fossa sud adriatica, sì è trovato di fronte ad una incredibile quantità di sporcizia. Alla profondità di 1200 metri non sono state trovate le solite specie di pesci abissali ma una enorme quantità di rifiuti, soprattutto bottiglie e sacchetti di plastica.
Secondo gli esperti dell’Istituto oceanografico di Spalato, la zona che va da Palagruža fino a Otranto si sta trasformando in una vera e propria discarica con pericolose conseguenze per la fauna.
Gli studiosi di Spalato ritengono che le cause principali della presenza di rifiuti nella Fossa sud adriatica siano dovute alle caratteristiche geomorfologiche e alle correnti marine dell’Adriatico, che sono in grado di trasportare il materiale galleggiante come la plastica e di concentrarlo nella parte più profonda di questo mare. "Si trovano sacchetti di plastica con scritte in lingua montenegrina, croata e italiana, ma ci sono anche i rifiuti gettati dalle navi che attraversano l’Adriatico, e se si continuano a gettare i rifiuti in mare, finiranno tutti nella Fossa sud adriatica", aggiungono gli esperti.
I tre quarti dell’inquinamento dell’Adriatico provengono dalla costa, mentre la metà dei rifiuti che arriva in mare è plastica. Se si tiene presente che per la decomposizione di una bottiglia di plastica sono necessari 400 anni, è chiaro che i rifiuti che si accumulano sul fondo del mare, a causa dell’incuria umana, sono una potenziale bomba ecologica.
La discarica sul fondo del sud Adriatico potrebbe compromettere seriamente l’incredibile biodiversità di questo territorio. Inoltre, annualmente l’Adriatico è solcata da cinquemila navi cisterne e, secondo le statistiche, ad una nave su cinque accade un incidente. Allarmante anche il dato secondo il quale nell’Adriatico ogni anno si verificano il quintuplo degli incidenti marini che si verificano in tutti i mari del mondo. Secondo le ricerche svolte, la superficie di rifiuti petroliferi presente in Adriatico è già estesa a circa 1350 chilometro quadrati.
Per questo motivo il governo croato ha proposto che tutti gli stati che si affacciano sull’Adriatico inoltrino una proposta all’Organizzazione internazionale marittima per dichiarare questo mare un "territorio marino particolarmente sensibile".
La proposta è stata appoggiata dal governo albanese e montenegrino, anche se sarebbe stato logico che una tale iniziativa partisse proprio da Podgorica. Perché il Montenegro è "il primo stato ecologico al mondo", il quale, come affermano i suoi funzionari, possiede la costa più pulita del Mediterraneo e desidera sviluppare il "turismo d’élite".
Ma tutti i processi sviluppati negli ultimi dieci anni dimostrano che il Montenegro si sta comportando come uno stato senza mare. Negli ambienti ufficiali di Podgorica non c’è traccia di un’"agenda adriatica". Sembra quindi fondato il timore che il Montenegro stia riuscendo a tagliare anche il ramo più solido su cui è seduto. Perché per un turismo d’alto livello è necessaria un’adeguata igiene dei luoghi e dell’acqua, il che sottintende anche un ambiente sano, e mare e spiagge puliti. Questo dovrebbe essere l’elemento più forte del turismo montenegrino. Ma è veramente così?
Seguire la situazione dell’inquinamento marino costiero, dovuto alle acque nere, spesso rivela che, anche sulle spiagge più rinomate della costa montenegrina, l’acqua del mare non è di qualità soddisfacente, tanto che il numero dei batteri fecali sulle spiagge spesso supera il limite permesso, così a Kraljicina, la Grande spiaggia di Ulcinj e la spiaggia di Sutomore. E di anno in anno la situazione sta peggiorando anche nella maggior parte delle spiagge della Bocca di Cattaro.
E nessuno si sorprende se si viene a sapere che negli ultimi 25 anni non solo non ci sono stati investimenti significativi per ampliare la rete infrastrutturale delle fogne, ma anche che il mantenimento di quella esistente è ridotto al minimo. La percentuale di collegamento alla rete fognaria è relativamente bassa e si riferisce generalmente al nucleo più ristretto della città. Circa il 40 % della popolazione nelle zone urbane non è collegato alla fognatura. La maggior parte della popolazione utilizza le fosse settiche e i pozzi di raccolta per l’evacuazione delle acque nere, e nei quartieri dove le condizioni naturali lo permettono, le acque nere vengono rilasciate direttamente in mare. I comuni sulla costa montenegrina usano oltre 80 scarichi che rilasciano le acque nere direttamente in mare. La percentuale delle abitazioni dei comuni sulla costa montenegrina collegate alla rete fognaria è inferiore al 60 %.
Il dottor Ljubomir Radojčić, collaboratore scientifico all’"istituto Igalo", ha reso noto recentemente che anche il famoso luogo di cura e centro riabilitativo di Igalo potrebbe presto rimanere senza il fango curativo e senza acqua minerale, perché il corso del fiume Sutorine è coperto di spazzatura, di terra e sassi, e senza rete fognaria tutte le fosse settiche vengono svuotate direttamente nel fiume. Il dottor Radojčić ha ricordato, inoltre, che l’esclusivo hotel "Splendid" di Budva acquista il fango curativo, che sul mercato mondiale costa 40 euro al chilo, dalla Spagna.
I rischi che si corrono per un Adriatico sporco sono talmente grandi che ci si pone la seguente domanda: questo rischio è accettabile per il turismo, la pesca e l’allevamento ittico, la salute delle persone, la bellezza della vita e per godere di questo bel mare?
Teniamo presente che nel mondo non è più un problema costruire un collettore oppure organizzare la raccolta dei rifiuti. Anzi, si guadagna con questo.
Ad ogni modo, sembra che il compito principale sia di formare una coscienza sulla necessità di mantenere e proteggere l’ambiente. Sarebbe un bene e una grande utilità che questo venisse capito anche nello stato ecologico e turistico del Montenegro e in tutti i paesi che condividono il mare Adriatico, per far sì che si raggiunga la "pace con la natura" e si garantisca uno sviluppo sostenibile.