Un cadavere sulla strada per l’Europa

Pieno centro di Sofia, un’altro esponente di spicco della malavita assassinato. Si ritorna a sparare proprio mentre è in corso la visita di un’équipe d’esperti della Commissione Europea per monitorare i progressi dopo le raccomandazioni di Bruxelles in materia di Giustizia e Affari Interni. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

28/02/2006, Redazione -

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Di Alessandro Rubino

Mercoledì 22 febbraio, Ivan Todorov, 42 anni, meglio conosciuto come il Dottore, figura di spicco della criminalità organizzata bulgara, è stato assassinato con venti colpi di kalashnikov, nei pressi di boulevard Cherni Vrah, nel quartiere residenziale di Losenez, a Sofia.

L’efferatezza del delitto, un agguato eseguito in pieno giorno in uno dei quartieri più esclusivi della capitale, riaccende il dibattito interno sull’efficacia dell’implementazione delle misure anticrimine adottate dal Ministero degli Interni e sui legami assai poco rassicuranti tra la politica e il mondo della criminalità.

Il nome del faccendiere Todorov, indicato da molti come il successore di Konstantin Dimitrov ai vertici del crimine organizzato locale, era ben noto alle procure bulgare: "il Dottore" era stato infatti condannato a cinque anni di reclusione per il rapimento, nel 1994, di un businessman locale ed era attualmente coinvolto nel più grande processo di riciclaggio di denaro sporco nel Paese, (derivante principalmente dal contrabbando di sigarette e droga) per una somma vicina ai 99 milioni di leva, pari a 51 milioni di EUR, la cui udienza era stata aggiornata al prossimo 13 marzo. Todorov non era neppure nuovo agli attentati: il 18 aprile 2003 era, infatti, scampato miracolosamente all’esplosione della sua autovettura, imbottita d’esplosivo, ed era considerato una delle prossime vittime dei fratelli Krassimir e Nikolay Marinov, The Big Marinovs, attualmente in carcere con l’accusa d’omicidio.

L’esecuzione del "Dottore", sebbene fosse nell’aria, ha colto alla sprovvista un po’ tutte le forze politiche, soprattutto perché consumatosi, inaspettatamente, in un momento topico per la ratificazione dei trattati d’adesione della Bulgaria all’Unione Europea, vale a dirsi la visita a Sofia di un’equipe d’esperti della Commissione Europea per monitorare i progressi del Paese nell’implementazione delle raccomandazioni di Bruxelles in materia di Giustizia e Affari Interni, i cui dati verranno inclusi nel Rapporto Finale della Commissione Europea del 17 maggio 2006.

Dalle file dell’opposizione si sono alzate le critiche più feroci al Governo: il generale Atanas Atanasov, ex Capo del Servizio Nazionale di Sicurezza, ora in forza ai Democratici per una Forte Bulgaria dell’ex premier Kostov, ha chiesto le immediate dimissioni del Ministro degli Interni, Rumen Petkov, affermando che "I quadri del Ministero avevano invitato i boss della criminalità organizzata a lasciare il Paese entro il 1 gennaio 2007, quindi è possibile che l’uccisione di Todorov possa essere letta come un avvertimento per tutti coloro che intendano disobbedire". Per i vertici dell’Unione delle Forze Democratiche, questo nuovo caso mette in luce "tutta l’incompetenza del Governo e del sistema giuridico bulgaro nella lotta contro il crimine, soprattutto se tenuto conto della visita degli ispettori europei e del passaggio di consegne tra Nikola Filchev e il nuovo Procuratore Nazionale, Boris Velchev". Durissime anche le accuse di Volen Siderov, segretario del gruppo ultranazionalista Ataka, che, oltre alle dimissioni di Petkov, ha chiesto che venga revocata l’immunità parlamentare agli ex ministri della passata legislatura Milen Velchev (MNSII), Miroslav Sevlievski e Plamen Petrov (Novoto Vreme), fotografati a Montecarlo sul panfilo del Dottore durante un’amichevole partita a carte. Anche dalle formazioni appartenenti alla coalizione di Governo si sono aggiunte voci di dissenso nei confronti dell’operato del Ministero degli Interni, come ad esempio quella di Vladimir Donchev, parlamentare del Movimento Nazionale Simeon II, che ha dichiarato: "La società bulgara si aspetta dal M.o.I segnali forti, ma finora sembra che le aspettative non siano state mantenute". Più concilianti sono state, invece, le parole di Chetin Kazak, Movimento per i Diritti e le Libertà, che ha invitato le autorità a lavorare intensamente per dare un volto agli esecutori (due stando alle ricostruzioni) e assicurare alla popolazione quelle misure necessarie contro la criminalità, che permettano di riqualificare l’immagine della Bulgaria all’estero.

Risalire all’identità dei killer, ma soprattutto a quella dei mandanti, non sarà, tuttavia, un’operazione semplice: "Il Dottore, infatti, era una figura assai controversa con stretti legami non solo nelle sfere della finanza, ma anche della politica e della malavita", ha ricordato l’ex Capo del Servizio Nazionale d’Intelligence, Brigo Asparuhov. Secondo il legale di Todorov, Georgi Georgiev, il vero ideatore sarebbe invece da ricercare tra i funzionari del Ministero degli Interni ai tempi della passata legislatura. Le autorità bulgare non hanno finora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, imbarazzate dalla sardonica coincidenza temporale dell’omicidio del Dottore con una conferenza organizzata dal Servizio Nazionale Contro il Crimine Organizzato per illustrare un’importante operazione di polizia, che ha portato al sequestro di una tipografia per la stampa di denaro falso, e dai timori di una dura reazione da parte delle istituzioni europee.

Borislav Ralchev, parlamentare del Movimento Nazionale Simeon II e Membro del Comitato Legale del Parlamento, ha provato a rassicurare la nazione affermando, a titolo personale, che "l’omicidio di Ivan Todorov non posporrà l’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea, fissato per il 1 gennaio 2007". Di diverso parere è, invece, Klaus Franke, ex membro del Bundestag tedesco, che, intervistato dalla radio Deutsche Welle, ha dichiarato che "l’ultimo omicidio stile gangster in Bulgaria è il segno dell’incapacità del governo nel combattere il crimine organizzato e potrebbe mettere in discussione la data d’ingresso negoziata", anche se ha ricordato che, con un serio impegno, l’obiettivo potrà essere raggiunto.

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