Un anno senza risposte
Maksharip Aushev, ex-rappresentante dell’opposizione inguscia e attivista per i diritti umani, è rimasto vittima di un attentato. Ad un anno dall’insediamento del presidente Yevkurov, in Inguscezia non ci sono segni di una svolta imminente
Il 25 ottobre è stato ucciso mentre viaggiava nella sua auto Maksharip Aushev. Aushev era una figura nota in Inguscezia sin dal 2007, quando organizzò delle manifestazioni a Nazran, principale centro dell’Inguscezia, per cercare di ottenere la liberazione del figlio e del nipote rapiti e custoditi in Cecenia. Da allora divenne una delle figure più note dell’opposizione locale e combatté strenuamente per fare in modo che l’allora presidente della repubblica inguscia Zyazikov venisse sollevato dal suo incarico. Il governo di Zyazikov era collegato a diffusi fenomeni di corruzione e di appropriazione indebita di fondi federali per lo sviluppo.
Proprio di questo aveva parlato Maksharip Aushev in un programma dedicato alla corruzione in Inguscezia trasmesso su Ren Tv, uno dei principale canali nazionali russi, il giorno prima della sua morte. Parlando degli anni del governo Zyazikov raccontava di come funzionava il business delle costruzioni sostenute da finanziamenti governativi: "In Inguscezia questo era il sistema: arriva il 30 per cento della somma complessiva sul conto della tua compagnia, tu dai quei soldi per intero a Rustambek Zyazikov cugino dell’ex-presidente Zyazikov, a capo del suo servizio di sicurezza, ndr, e solo dopo che l’hai fatto ottieni il resto del denaro che ti spetta". Durante la registrazione del servizio, la troupe televisiva è stata minacciata fisicamente dallo stesso Rustambek Zyazikov, e secondo la conduttrice del programma la troupe sarebbe riuscita a lasciare incolume l’Inguscezia proprio grazie all’intervento di Aushev.
Nonostante le autorità che si occupano delle indagini abbiano proposto differenti versioni riguardo a chi possa stare dietro all’omicidio di Aushev, in pochi dubitano che questo possa non essere collegato con la sua attività politica e sociale. Dopo che il proprietario del sito di opposizione "Ingushetiya.ru" Magomed Evloev era stato ucciso nel settembre 2008 mentre era in custodia della polizia, Maksharip Aushev aveva preso il suo posto quale proprietario dell’importante media online, e aveva continuato ad operare a difesa dei diritti umani e come attivista dell’opposizione.
Ma quando nell’ottobre del 2008 il presidente Zyazikov venne sostituito da Yunus-bek Yevkurov per decreto del presidente russo Medvedev, Aushev dichiarò che la sua missione era compiuta e che ora voleva abbandonare la politica ed occuparsi d’affari. In pratica, questo non fu però possibile. Aushev continuò ad occuparsi di diritti umani anche come membro del consiglio di esperti dell’ombudsman federale russo, Vladimir Lukin, che parlando all’agenzia Interfax lo ricorda così: "Era un uomo raro in Caucaso, un uomo in grado di risolvere situazioni conflittuali e difficili con metodi pacifici. Era il centro del movimento per i diritti umani nella regione. La sua morte rappresenta una perdita enorme per tutti".
Il presidente dell’Inguscezia Yunus Bek Yevkurov ha subito espresso personalmente le proprie condoglianze alla famiglia di Aushev, e ha dichiarato: "Questo omicidio è anche un colpo alla mia autorità. Gli assassini di Maksharip Aushev mi hanno tolto di mano una buona carta. Lui mi ha aiutato davvero molto in Inguscezia, anche se di questo non facevamo grande pubblicità. Farò di tutto per trovare i colpevoli." Fino ad ora però le indagini non hanno portato ad alcun risultato.
Un anno in carica
Yunus Bek Yevkurov ha festeggiato pochi giorni fa il suo primo anniversario quale presidente dell’Inguscezia. In questi mesi, ha cercato di sradicare la corruzione endemica nelle strutture statali della regione quale primo importante passo verso la stabilizzazione, la ricostruzione economica e la lotta alle formazioni armate illegali che sono alla base del suo programma di governo.
Yevkurov può sicuramente festeggiare il fatto di essere sopravvissuto all’attentato che lo scorso giugno lo aveva ridotto in fin di vita, e di essere riuscito a tornare al lavoro dopo oltre 10 giorni di coma e un lungo periodo di convalescenza. Ma la situazione in Inguscezia continua a essere molto difficile e le bande armate legate all’estremismo islamico con i loro frequenti attacchi a rappresentanti delle forze dell’ordine sono solo uno dei problemi che Yevkurov deve affrontare.
In una intervista rilasciata la scorsa settimana al quotidiano Rossijskaja Gazeta, Yevkurov ha dichiarato che nel corso dell’ultimo anno si sono registrati dei miglioramenti in alcuni settori produttivi, ma che vi sono stati dei peggioramenti per quanto riguarda i redditi medi della popolazione e la garanzia di una casa. Nel corso della stessa intervista, il presidente dell’Inguscezia è tornato a parlare di quello che è uno dei principali problemi della regione, la disoccupazione, proponendo però una soluzione molto discussa. "Secondo i nostri calcoli, oltre il 50 per cento degli abitanti dell’Inguscezia in età lavorativa non ha un lavoro stabile", ha dichiato Yevkurov. "Per questo è all’ordine del giorno la possibilità, per chi lo desidera, di trasferirsi nella regione di Sverdlovsk negli Urali, ndr. Consideriamo questa opzione molto seriamente e in questa prima fase offriamo un incentivo economico di 54,000 rubli a persona circa 1250 euro per chi farà la scelta di emigrare. Stiamo predisponendo soluzioni di questo tipo anche per l’estremo oriente russo, dove la popolazione locale è in continuo calo e aumenta l’immigrazione cinese."
La possibilità di abbandonare la terra natale per trasferirsi in Asia richiama subito alla memoria uno dei momenti più dolorosi della storia inguscia: la deportazione in Siberia e in Asia centrale effettuata nel 1944 per decisione di Stalin dell’intero popolo inguscio. Nonostante il significativo incentivo economico, equivalente a circa sei mesi di stipendio, sembra quindi improbabile che questo progetto possa contribuire a ridurre significativamente la disoccupazione in Inguscezia.
Ad un anno dal suo insediamento, non sembra che Yevkurov disponga dell’autorità necessaria per mantenere il controllo sul territorio della piccola repubblica caucasica, né dei mezzi per combattere strutturalmente i problemi economici e sociali della regione.