Turchia: nuova stretta sul movimento politico curdo
I sindaci eletti nelle fila del partito filo-curdo HDP sono stati sospesi dal governo turco con l’accusa di fiancheggiare il t[]ismo, riducendo ulteriormente lo spazio per una soluzione politica alla questione curda
Il 19 agosto scorso i sindaci eletti del filo-curdo Partito democratico dei popoli (HDP) sono stati rimossi dalla loro carica dal ministero degli Interni. Lo stesso giorno, oltre 400 persone sono state arrestate in 29 province per presunti legami con il Partito dei lavoratori curdo (PKK), iniziativa che ha scatenato proteste pubbliche.
Nelle elezioni locali dello scorso marzo i candidati HDP hanno vinto in otto comuni, fra cui tre città metropolitane. Il sindaco di Diyarbakır Selçuk Mızraklı ha vinto con il 63% delle preferenze, il sindaco di Mardin Ahmet Türk con il 56% e il sindaco di Van Bedia Özgökçe Ertan con il 53%. Tutti sono stati accusati di "sostenere il t[]ismo". I funzionari hanno citato casi in corso contro i sindaci sospesi per "diffusione di propaganda t[]istica" o di "fare parte di un’organizzazione t[]istica".
Una dichiarazione del ministero degli Interni ha affermato che i sindaci sospesi sono affiliati al PKK e hanno abusato di fondi per sostenere il PKK. "L’organizzazione t[]istica separatista e le sue estensioni politiche hanno visto le elezioni delle autorità locali come un’opportunità per risolvere le sfide del reclutamento di militanti, garantirsi risorse pecuniarie e motivare gli alleati", sostiene la nota ufficiale.
Prima delle elezioni, Erdoğan aveva avvertito della sospensione
Durante la campagna elettorale locale di marzo, il ministro degli Interni Süleyman Soylu aveva dichiarato che 178 candidati in corsa per le elezioni locali erano indagati per presunti legami con il PKK. Il presidente Erdoğan, d’altra parte, riferendosi ai candidati HDP, aveva dichiarato che, nel caso in cui "i t[]isti fossero rieletti", sarebbero stati sospesi e i comuni commissariati.
Questa è la seconda volta che dei sindaci sono arbitrariamente rimossi dall’incarico nelle province curde della Turchia. Dopo il tentativo di colpo di stato nel 2016, il decreto sullo stato di emergenza aveva dato al governo dell’AKP l’autorità di sospendere i sindaci presumibilmente legati al t[]ismo e nominare commissari. Successivamente, nel settembre 2016, 28 sindaci HDP erano stati rimossi dall’incarico. Il ministro della Giustizia Bekir Bozdağ aveva accusato i sindaci di "finanziamento del t[]ismo" e affermato che il governo intendeva proteggere lo stato costituzionale democratico in Turchia.
Alökmen: "Sequestro della volontà politica del popolo"
È passato oltre un mese da quando i sostenitori dell’HDP sono scesi in strada per un sit-in di protesta a Diyarbakır. La co-presidente della sezione HDP locale Hülya Alökmen Uyanık si unisce ai manifestanti ogni giorno. Alökmen, eletta sindaco di Diyarbakır, non ha esercitato il mandato a causa della rimozione dal servizio pubblico durante lo stato di emergenza.
Alökmen ricorda che nel 2016, durante lo stato di emergenza, i sindaci curdi sono stati sospesi e arrestati, i co-presidenti dell’HDP detenuti e alcuni di loro sono ancora in prigione. "Ci aspettavamo le sospensioni, ma non in così poco tempo", dice Alökmen a OBC Transeuropa. Sostiene che prima delle sospensioni il suo partito stava lavorando per portare alla luce la corruzione durante il periodo dei commissari nel 2016. "Oggi, nella prima tornata di sospensioni, hanno nominato i commissari solo in tre città metropolitane, come se solo questi tre sindaci avessero sostenuto il t[]ismo. Si tratta di un sequestro della volontà politica del popolo, ma anche di un modo per rendere disponibili fondi pubblici ai sostenitori del governo", afferma.
Hülya Alökmen Uyanık sostiene che, per il bene della democrazia, i sindaci HDP rimossi dovrebbero riprendere il proprio posto il prima possibile. "Noi, in quanto rappresentanti politici curdi", continua, "stiamo facendo sforzi importanti per una soluzione politica alla questione curda, ma la gente sta perdendo fiducia nella democrazia. Pensa: ‘non cambia nulla anche se voto’. Questa situazione turba molto tutti noi". A causa della repressione del movimento politico curdo, secondo Alökmen, i giovani curdi in particolare si stanno allontanando sempre di più dallo stato turco.
Alökmen spiega che la rimozione dei sindaci curdi ha anche un impatto negativo sull’economia. Gli appalti vanno ora alle compagnie vicine al governo anziché a quelle locali, aumentando la disoccupazione e la migrazione dalle province curde verso le grandi città.
"Il governo non vuole che l’HDP sia un attore forte"
Human Rights Watch ha criticato la decisione dell’attuale governo turco di nominare dei commissari. "Queste azioni del governo di Erdoğan contro funzionari democraticamente eletti violano gli obblighi della Turchia ai sensi del diritto internazionale e regionale in materia di diritti umani", ha affermato l’organizzazione in una nota stampa, riferendosi alla partecipazione politica, al diritto alle libere elezioni e al diritto alla libertà di espressione.
Mesut Yeğen, professore di sociologia all’Università di Istanbul Şehir, ritiene che ci siano tre ragioni principali per rimuovere i sindaci delle province curde. "Prima di tutto, il governo dice ai sostenitori curdi dell’HDP, ‘i tuoi voti non contano se continui a votare HDP’. Ciò significa che lo stato turco non permetterà ai curdi di auto-governarsi nemmeno a livello locale", afferma.
Secondo Mesut Yeğen, specializzato in studi curdi, la seconda ragione dietro la nomina dei commissari è quella di impedire all’HDP di essere una forza attiva e influente nella vita pubblica e sociale delle tre città principali. "Essere al potere governando i comuni trasforma l’HDP in un potente attore politico e questo il governo non lo vuole", spiega Yeğen.
Yeğen sottolinea che un altro obiettivo delle sospensioni è prevenire ogni possibile ulteriore alleanza tra HDP e altri partiti di opposizione, in particolare il principale partito di opposizione CHP (Partito popolare repubblicano). "La criminalizzazione delle azioni dell’HDP è anche legata al suo guadagnare potere come partito di opposizione. L’intenzione del governo è anche quella di prevenire qualsiasi riavvicinamento tra HDP e gli altri partiti di opposizione", aggiunge.
Yeğen ritiene che lo stato turco non mostri più alcuna volontà di voler risolvere la questione curda con mezzi politici. Piuttosto, i funzionari considerano la questione curda un problema di sicurezza. "Se i curdi turchi non cambieranno le loro preferenze di voto", sostiene Yeğen, "ciò porterà alla continuazione dello stato di emergenza de facto nelle province curde".