Turchia – Elezioni Politiche 2007: i partiti

Si vota domenica 22 luglio. Osservatorio sui Balcani propone ai suoi lettori una scheda su ognuno dei principali partiti che parteciperanno alla tornata elettorale

16/07/2007, Fabio Salomoni - Istanbul

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Domenica 22 luglio 08.00-17.00, 07.00-16.00 nelle regioni orientali
Deputati da eleggere: 550
Aventi diritti al voto: 42.533.000
Partiti che si presentano alle elezioni: 14
Candidati: 7.395 dei quali 700 indipendenti
Soglia di sbarramento: 10%

AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo)

Slogan: "Non ci fermiamo, continuiamo per la nostra strada"

Fondato nel 2001 raccoglie gli elementi anagraficamente più giovani e politicamente più insofferenti al carattere marcatamente islamico dei partiti Refah e Fazilet guidati dallo storico leader dell’islamismo politico turco, Necmettin Erbakan. L’AKP si definisce come un partito liberale in economia e conservatore sul piano culturale. Si identifica nello slogan "democrazia conservatrice" con il quale mostra di voler prendere le distanze dai riferimenti strettamente islamisti. Nella realtà la sua classe dirigente ha un carattere decisamente composito comprendendo anche esponenti del movimento Milli Görüş, di ispirazione islamica, molto popolare tra gli emigrati turchi in Europa e fuorilegge in Turchia, esponenti di ambienti nazionalisti ed anche elementi provenienti da altre formazioni politiche, ad esempio ANAP. Il suo leader Recep Tayip Erdoğan ha gettato la basi della sua popolarità durante il periodo in cui è stato sindaco di Istanbul.
Per le elezioni di domenica il partito si è rinnovato in modo significativo escludendo dalle liste dei candidati 150 degli attuali deputati, in gran parte gli elementi più vicini a Milli Gorus, ed ha inserito rappresentanti del mondo accademico, del mondo dell’economia, rappresentanti della comunità alevita, alcuni esponenti di spicco del CHP, tra i quali l’ex segretario generale Ertuğrul Günay, e molte donne con l’obbiettivo di indebolire ulteriormente la sua caratterizzazione "religiosa".
E’ considerato il partito favorito e le previsioni lo accreditano di una percentuale di voti oscillante tra il 34% ed il 40%.

CHP (Partito Repubblicano del Popolo)

Slogan: "Vincerà la repubblica, vincerà la gente"

E’ il partito-stato fondato nel 1923 da Atatürk, strumento per eccellenza del progetto di modernizzazione della rivoluzione kemalista. Le sei frecce che compongono il suo simbolo rappresentano i sei principi cardine del partito: repubblicanesimo, nazionalismo, populismo, statalismo, laicità e riformismo.
Partito unico fino alle elezioni del 1950 quando viene sconfitto dal Partito Democratico che rimarrà al potere fino al 1960, quando verrà destituito da un colpo di stato militare sostenuto dallo stesso CHP. A partire dalla metà degli anni sessanta il partito, per far fronte alla concorrenza politica del TIP (Partito Turco dei Lavoratori), e sotto la guida di Erdal Inonü, mira a diventare "la sinistra del centro". Negli anni settanta sotto la guida di Bülent Ecevit nonostante ragguardevoli risultati elettorali non riuscirà mai ad essere incisivo. Nel 1980 seguirà la sorte di tutti gli altri partiti sciolti dalla giunta militare. Ricostituito, nel 1999 il CHP per la prima volta nella sua storia non è riuscito a entrare in parlamento non avendo superato la soglia del 10% dei voti. Nelle elezioni del 2002 è stato l’unico partito, oltre all’AKP, ad entrare in parlamento. Il segretario è il molto discusso Deniz Baykal.
Alle elezioni di domenica il CHP ospiterà sotto il suo simbolo anche i candidati del Partito Democratico di Sinistra (DSP) fondato da Bülent Ecevit, che nel 2002 aveva conosciuto una rovinosa disfatta. Le previsioni danno la coppia CHP-DSP al 20-25% dei voti.

MHP (Movimento di Azione Nazionalista)

Slogan: "MHP, da solo al governo"

Partito di estrema destra, di ispirazione pan-turchista, fondato negli anni sessanta dal colonnello Alparslan Türkeş. I suoi militanti sono noti come Ulkücü e, soprattutto all’estero, come Lupi Grigi. Soprattutto negli anni settanta il partito, anche con nomi diversi, ha partecipato a numerosi governi di coalizione ed i suoi militanti si sono spesso distinti per l’uso della violenza nei confronti degli avversari politici, spesso in collaborazione con gli apparati di sicurezza. Sciolto dalla giunta militare nel 1980, il nuovo MHP ha partecipato alla coalizione di governo tra il 1999 ed il 2001. Dopo la sconfitta elettorale del 2002 il partito, sempre guidato da Devlet Bahçeli, è impegnato nel tentativo di far dimenticare la sua immagine di partito aggressivo e violento per proporsi come partito affidabile e della governabilità anche attraverso personaggi esterni al partito nelle liste dei candidati. Le previsioni danno il partito in grado di superare lo sbarramento del 10%.

DP (Partito Democratico)

Slogan: "Adesso c’è una speranza, c’è il DP"

Nato nello scorso giugno con l’obbiettivo di fondere i due principali partiti di centro destra che hanno caratterizzato la vita politica del paese negli anni ’90: il Partito della Giusta Via (DYP) ed il Partito della Madrepatria (ANAP). Esso fin dal nome si ispira all’esperienza e all’eredità del Partito Democratico al potere nel decennio 1950-60. Per contrasti tra i leader dei due partiti la fusione dei due partiti non è riuscita e quindi di fatto DP non è altro che il nuovo nome del Partito della Giusta Via (DYP), guidato da Mehmet Ağar, negli anni ’90 influente ministro degli interni e considerato l’architetto della guerra al PKK.

GP (Partito Giovane)

Slogan: "Gli oppressi al potere"

Ha rappresentato la vera novità delle elezioni del 2002. Fondato da un discusso personaggio, Cem Uzan, appartenente ad una ancora più discussa famiglia, che si è presto guadagnato il soprannome di "Berlusconi turco". Uzan era infatti proprietario di canali televisivi e quotidiani che ha impegnato massicciamente nella campagna elettorale facendo del suo partito la versione anatolica del partito azienda. La proposta politica del partito era un misto di populismo e nazionalismo che ha permesso di conquistare a sorpresa più del 6% dei voti. Durante il governo Erdoğan la giustizia si è pesantemente abbattuta sulle proprietà di famiglia. Sulla famiglia Uzan, in parte latitante all’estero, pesano ancora numerosi procedimenti penali, in particolare quello che li vede accusati di una frode miliardaria ai danni della Motorola.
Uzan si ripresenta alle elezioni di domenica con la stessa miscela di populismo, riduzione del prezzo della benzina, e nazionalismo, bombe sul Nord Iraq. Il suo carattere fortemente anti-politico, potrebbe, secondo alcuni osservatori, farne una sorpresa anche questa volta.

DTP (Partito della Società democratica)

Slogan: "Mille speranze"

Partito curdo che continua la tradizione del DEP, HADEP E DEHAP. Dopo lo scioglimento di quest’ultimo nel 2004 viene fondato da Leyla Zana ed altri il Movimento per la Società Democratica che nell’ottobre 2005 si trasforma nel DTP. Continuamente tenuti fuori dal parlamento dalla soglia di sbarramento del 10% i candidati del DTP si presentano alle elezioni di domenica non con il simbolo del partito ma come candidati indipendenti. L’obbiettivo è quello di conquistare 20-30 deputati per poter formare così un gruppo parlamentare. I due co-presidenti del partito Aysel Tuğluk e Ahmet Türk si presentano come candidati indipendenti rispettivamente a Mardin e Diyarbakır.

ANAP (Partito della Madrepatria)

Il partito, fondato da Turgüt Özal, è stato il protagonista della vita politica del paese tra gli anni ’80 e ’90. Attualmente è guidato da Erkan Mumcu, da anni considerato un astro nascente della politica turca. Nel 2002 Mumcu ha preso parte al governo Erdoğan in qualità di ministro della cultura per poi abbandonarlo precipitosamente accusando il partito di scarsa democrazia e tornare a guidare l’ANAP. La mancata fusione con il DYP viene considerata da molti il canto del cigno del partito.

SAADET PARTISI (Partito del Benessere)

È il partito che raccoglie gli elementi più conservatori provenienti dell’esperienza dei diversi partiti islamici guidati in passato da Necmettin Erbakan. Il segretario è Recai Kutan.

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