Turchia: Alakır, una valle da proteggere
La scelta radicale di vivere una vita "selvatica" e poi la determinatezza di difendere una valle dal cemento con intelligenza, creatività e coraggio. La storia di Tuğba e Birhan
(Pubblicato originariamente da Kaleydoskop.it il 19 maggio 2018)
Da quindici anni Tuğba Günal e Birhan Erkutlu vivono in una casa costruita con materiali naturali su un terreno da loro acquisito nella valle di Alakır, nel distretto di Kumluca, a ridosso e a metà percorso della via Licia, in provincia di Antalya. La valle è stata dichiarata sito naturalistico di primo livello dal Consiglio di Stato nel 2016 e ogni anno vengono scoperte nuove specie floristiche e faunistiche endemiche. Un anno fa, membri dell’Università Akdeniz e della facoltà Celal Bayar durante una ricerca sul campo hanno scoperto uno nuovo fiore, in questa valle che conta già oltre settecento specie endemiche. Il fiore è stato catalogato dalla comunità scientifica con il nome Glaucium alakirensis, il “Papavero di Alakır”.
Ciononostante, la costruzione di una quinta centrale idroelettrica sul fiume Alakır minaccia la natura e chi ha deciso di proteggerla. La scorsa estate, quando sono cominciati i lavori per la quinta diga del progetto HES per la costruzione di centrali idroelettriche e mentre il processo che Tuğba e Birhan portano avanti da anni si avviava alla conclusione, la loro storia è diventata pubblica. Dal mese di dicembre sono stati privati dell’erogazione dell’acqua per 116 giorni.
Abbiamo parlato con questi due residenti della valle per farci raccontare la loro esperienza.
Dal 2004 avete cominciato a vivere qui, cosa vi ha fatto prendere una simile decisione?
Questo nostro approccio alla vita si può spiegare sulla base di tre criteri fondamentali. Il primo è che non ci siamo mai sentiti appartenere alla vita nella città in cui siamo nati e cresciuti. Sentivamo sempre la mancanza della natura. In secondo luogo i nostri bisogni principali “mangiare, bere, abitare” hanno cominciato col tempo a essere incredibilmente insalubri. Ci siamo accorti che nelle bottiglie d’acqua di plastica, nel cibo che mangiavamo, entravano materie chimiche e OGM. Ogni luogo ha cominciato a essere invaso da brutti edifici di cemento, dipendenti dal consumo energico e praticamente privi di cultura e vita di quartiere. Dovevamo lavorare per rispondere ai nostri bisogni elementari di questa vita insalubre. Non ci sembrava logico spendere i soldi guadagnati in acqua, cibo e abitazioni nocive per la nostra salute. La terza e più dolorosa ragione era sapere che per quanto facessimo attenzione, ogni prodotto che consumavamo comportava sfruttamento della natura e del lavoro; nutrirci continuamente di tutto ciò contro cui ci schieravamo non ci faceva sentire coerenti. La volontà di vedere quanto fosse possibile almeno a livello individuale il mondo che sognavamo e il desiderio di fare qualcosa per il mondo, quantomeno personalmente, ci ha condotto verso una vita selvatica.
Nel 2009, cinque anni dopo che avevate acquistato un piccolo pezzo di terra e costruitoci la vostra casa avete fatto causa contro il progetto HES (Hidroelektrik Santral) per la costruzione di una centrale idroelettrica sul fiume Alakır a pochi metri da casa vostra. Cos’era successo?
Avevamo costruito la nostra casa e il nostro orto, vivevamo nella natura, sono arrivate delle imprese per investire nel progetto HES per la costruzione di centrali idroelettriche. Avrebbero tagliato la vena aorta della valle in cui vivevamo nel pieno rispetto della natura e dei suoi abitanti. Non potevamo restare in silenzio davanti a un tale disastro ecologico realizzato davanti ai nostri occhi. Abbiamo iniziato a batterci per difendere la vita intorno a noi, così abbiamo proceduto per vie legali portando avanti una lotta democratica, pacifica e creativa. Quando le imprese sono arrivate nel 2009 la valle non era protetta da nessuno statuto particolare per la protezione del territorio. Dopo otto anni, alla fine di una lunga e complessa battaglia, la valle è riuscita a ottenere nel 2017 lo stato di zona protetta per una superficie di 10 milioni di metri quadrati. In seguito a questo i due progetti legati alla HES sono stati cancellati.
Nonostante la cancellazione dei progetti sono comunque stati acquisiti dei terreni vicino alla vostra abitazione e vi è stata tagliata l’acqua lasciando anche voi senza approvvigionamento idrico. Che cosa vogliono fare in quella zona?
Nella valle erano previsti otto progetti di centrali idroelettriche. Una di queste era appena sotto la nostra abitazione e lo abbiamo saputo quando l’impresa è venuta con le ruspe e ha cominciato a tagliare alberi. Con la nostra battaglia legale siamo riusciti a far mettere i sigilli alla centrale. Ma per tutta la durata del processo i lavori sono continuati. In seguito a cavilli legali alla fine i sigilli sono stati tolti e il progetto HES è stato portato avanti, ma nel corso della costruzione abbiamo riscontrato irregolarità e dimostrato l’illegalità di alcune attività dell’impresa che è stata multata a più riprese. Perciò l’impresa ha cominciato a essere infastidita dalla nostra presenza e ha acquistato i terreni intorno a noi in maniera indipendente dal progetto HES cominciando a tagliare tutti i monumentali alberi della zona (solo per farci dispetto).
Per settimane il rumore di scavatrici e seghe elettriche ha invaso la valle. Talvolta di spari. Infine scavando il terreno che avevano acquistato dietro al nostro, hanno tagliato la vena d’acqua della fonte che sgorgava nel nostro appezzamento e ci hanno lasciati senz’acqua. Inoltre hanno istallato delle telecamere puntate sulla porta d’ingresso di casa. Tutte queste sono manovre dell’impresa HES per spaventarci, minacciarci e farci andare via. Abbiamo fatto ricorso a vie legali contro minacce e abusi. Purtroppo non abbiamo potuto salvare gli alberi secolari tagliati mentre il processo andava avanti e la cosa è stata insabbiata dalla direzione della forestale. Non essendo sempre stato possibile provare i colpi di sparo purtroppo alla fine il procuratore ha deciso di non procedere. Per quanto riguarda le telecamere attendiamo ancora risposta. Nella causa che abbiamo aperto contro il taglio dell’acqua invece, in via precauzionale, l’acqua ci è stata riallacciata ma il processo non è concluso.
Riallacciata l’acqua sono finiti i problemi…
Per il momento, ma questo periodo ci ha insegnato molte cose. Intanto il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e la siccità che ne deriva si è cominciata a sentire in maniera evidente negli ultimi tre anni e in funzione di questo abbiamo apportato alcune modifiche al nostro stile di vita. Come quello di valorizzare l’acqua di scarto e creare un orto in cui daremo priorità alla coltivazione di piante resistenti alla siccità.
Mentre noi stavamo cominciando a prendere precauzioni dal punto di vista architetturale, vitale e nutrizionale contro la siccità futura, è abbastanza ironico che gli operai dell’HES abbiano tagliato i tubi del fiume che forniscono acqua a noi e a tutte le nostre coltivazioni; ironico e significativo. Hanno fatto con noi quello che fanno con tutti gli altri esseri viventi, togliere l’acqua.
La valle è tuttavia un sito naturalistico protetto e conta una ricchezza ecologica rara, cosa fate per integrarvi con l’ambiente?
Siamo riusciti a far cancellare i progetti dell’HES e a far dichiarare la valle un territorio protetto, continuiamo la nostra battaglia contro le illegalità commesse dall’impresa. Sin dall’inizio abbiamo dato vita alla nostra lotta per la difesa della natura su tre basi fondamentali: legale, scientifica, fattuale. E questo va avanti. Sia con le azioni in cui abbiamo usato il percorso legale come strumento, sia con le ricerche scientifiche di cui siamo stati promotori incoraggiando che venissero fatti studi per tutte le diverse specie della valle. Fino a oggi sono state scoperte tre tipi di piante endemiche e una specie di pesce. Abbiamo cominciato a fare l’inventario degli uccelli presenti nella valle. Abbiamo intenzione di farlo anche per i mammiferi, i rettili e le farfalle… Stiamo per dare il via anche a una ricerca sugli insediamenti antichi della zona per poter preservare anche i siti archeologici. Continuiamo anche a individuare alberi secolari e proteggerli. Certo tutte queste attività di protezione vanno di pari passo con gli sforzi di vivere in armonia con la natura.
Per nutrirvi e curarvi riuscite a produrre gran parte di ciò di cui avete bisogno…
Il vantaggio del clima della zona in cui viviamo è che è adatto a produrre tutta la frutta e verdura invernale e estiva che si possa immaginare. Ma negli ultimi tempi più che produrre ci stiamo concentrando sulla ricchezza delle erbe commestibili che crescono spontanee nella valle. Dalla concezione di orto spontaneo stiamo sperimentando la raccolta per rispondere ai nostri bisogni…
È molto lavoro, anche molto impegnativo, siete solo in due, non avete aiuti?
Non abbiamo apprendisti si può dire, ma chiunque voglia difendere Alakır e allo stesso tempo provare un’esperienza di vita alternativa è il benvenuto qui.