Transizione energetica: aumentano i fondi dell’Ue per le rinnovabili

Per il periodo di programmazione 2014-2020, l’Unione europea ha stanziato circa 5,9 miliardi di euro nell’ambito della sua politica di coesione per realizzare progetti di energia rinnovabile. Una panoramica sui dati

12/07/2023, Ornaldo Gjergji -

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© Shutterstock 

351,8 miliardi di euro: sono le risorse che l’Unione europea ha destinato alla politica di coesione tra il 2014 e il 2020 (nel 2021 si è aperto un nuovo ciclo settennale di programmazione finanziaria). Queste risorse, che costituivano circa un terzo del bilancio complessivo dell’Ue, sono andate a finanziare centinaia di migliaia di progetti in tutta Europa, tesi a rendere i vari territori dell’Ue più integrati, efficienti e sostenibili. Tra gli altri obiettivi, i fondi di coesione hanno avuto un ruolo significativo anche nel sostenere la transizione dell’Unione europea verso le fonti rinnovabili di energia.

I fondi stanziati hanno infatti finanziato la collaborazione tra istituti di ricerca e imprese e sostenuto lo sviluppo di tecnologie innovative. Sono stati fatti investimenti per sviluppare le infrastrutture per le energie rinnovabili, come le reti di trasmissione e distribuzione o gli impianti di accumulo. La politica di coesione ha inoltre fornito un sostegno finanziario consistente per la realizzazione di parchi eolici, centrali solari, impianti a biomassa e altri impianti per forme di energia pulita. 

I fondi Ue per le rinnovabili

Nel complesso, durante il periodo 2014-2020 l’Ue ha stanziato circa 5,9 miliardi di euro in investimenti per progetti di energie rinnovabili. Li si può dividere in quattro macrocategorie, in base al tipo di fonte utilizzata: energia eolica, energia fotovoltaica, biomassa e altre energie rinnovabili (idroelettrica, geotermica, marina). Gli impianti per lo sfruttamento dell’energia solare sono quelli che hanno ricevuto più fondi: quasi 2,78 miliardi, vale a dire il 47% del totale. Seguono la biomassa e le altre energie rinnovabili con circa 1,3 miliardi ciascuna, e infine l’energia eolica con 513 milioni di euro. 

Questi fondi però sono stati distribuiti in maniera molto diversa fra gli stati membri, sia per quanto riguarda la totalità dei fondi stanziati a ciascun paese – in buona parte legata alla quantità di fondi di coesione a cui ciascuna regione ha diritto, ma anche alle priorità fissate dai governi e dalle autorità locali – sia per la ripartizione tra i diversi tipi di energia rinnovabile.

Fra i paesi che hanno ricevuto più fondi spicca la Polonia, per cui sono stati stanziati circa 1,56 miliardi di euro – più di un quarto del totale dei fondi stanziati dall’Ue per i progetti di energie rinnovabili negli ultimi anni. Seguono la Spagna con 951 milioni e l’Ungheria con 689. Altri paesi, soprattutto nel nord Europa, hanno ricevuto invece solo pochi milioni di euro per progetti in questo settore. Ci sono persino alcuni paesi, come ad esempio la Bulgaria, dove non risulta che sia stato finanziato nessun progetto significativo per le energie rinnovabili. Sono peraltro stati stanziati 130 milioni di euro in questo settore anche nell’ambito INTERREG , ovvero quei progetti transnazionali che vedono coinvolte nella loro realizzazione più regioni a cavallo fra diversi paesi dell’Ue.

Dal grafico si possono notare alcune differenze nell’approccio dei diversi paesi dell’Ue alla produzione di energia e alla transizione energetica. In Francia, ad esempio, la biomassa è l’energia rinnovabile che più ha beneficiato dei finanziamenti europei. In Romania i progetti legati all’energia eolica hanno ricevuto gli stessi finanziamenti di quelli legati all’energia solare – contrariamente a quanto accade in gran parte degli altri stati membri – tanto che la Romania ha ricevuto da sola più di un terzo del totale dei finanziamenti stanziati dall’Ue per gli impianti di tipo eolico. 

I progetti di energia rinnovabile finanziati dall’Ue

I 5,9 miliardi investiti dalla politica di coesione dell’Ue nelle energie rinnovabili sono andati a sostenere oltre dodicimila progetti, ciascuno dei quali ha ricevuto in media circa 360.000 euro di fondi europei. Questi progetti in realtà rappresentano solo una parte del totale, visto che molti sono ancora in fase di attuazione o completamento e quindi non sono stati ancora del tutto contabilizzati. 

Grazie ai dati pubblicati dalla Commissione europea, è possibile localizzare sulla mappa 11,195 progetti per i quali le informazioni sono attualmente disponibili. Oltre alla descrizione del progetto, i dati indicano chi ha ricevuto i fondi e quanto è stato investito dall’Ue.

Fra i progetti consultabili, quello più significativo dal punto di vista economico è stato “My electricity”, un progetto realizzato in Polonia a cui l’Ue ha contribuito con più di 193 milioni di euro. Il progetto si inserisce nel solco delle politiche europee a favore delle comunità energetiche di cittadini che producono energia pulita: prevede infatti decine di migliaia di micro-installazioni di pannelli fotovoltaici in zone residenziali in tutto il paese. Questi pannelli beneficiano persone fisiche, così che i cittadini, oltre ad essere consumatori di elettricità, ne diventino anche produttori attraverso l’energia solare. 

I futuri finanziamenti per la transizione climatica

Quando è stato definito il bilancio pluriennale 2021-2027 dell’Ue sono stati aumentati i fondi della politica di coesione da destinare a favore delle energie rinnovabili. È ancora presto per avere informazioni dettagliate sui singoli progetti, che piano piano stanno prendendo forma. Guardando alle macrocategorie di allocazione dei fondi, l’Ue ha stanziato più di 92 miliardi di euro per progetti a favore dell’ambiente, di cui 8,9 miliardi andranno a progetti di energia rinnovabile – un aumento di oltre il 50% rispetto ai fondi stanziati nel periodo 2014-2020.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai ai materiali "Work4Future"

 

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