Tra tradizionalismo e tolleranza

Un tradizionalista del Nord dell’Albania? Nient’affatto, piuttosto un leader pragmatico che molto si ispira all’omologo italiano. Il rapporto tra Silvio Berlusconi e Sali Berisha, premier albanese. Le relazioni e gli stereotipi che legano i due paesi. Un commento

16/03/2010, Marjola Rukaj -

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em_diesus/flickr

E’ stato un incontro tra buoni amici quello tra il premier italiano Silvio Berlusconi, e il suo omologo albanese Sali Berisha, avvenuto nell’ambito di una visita di quest’ultimo a Roma lo scorso 12 febbraio. Nulla di nuovo per quanto riguarda gli ottimi rapporti tra i due paesi e i progetti comuni che trovano i due premier sulla stessa lunghezza d’onda: misure anti-trafficking, collaborazione pluridimensionale e centrali di energia nucleare in vista. Come sempre l’incontro dei due premier è stato seguito con enorme interesse a Tirana. Questa volta però ad accogliere l’attenzione dei media non è stato né il clamoroso e tanto discusso progetto nucleare bensì le battute del premier italiano e in particolar modo l’atteggiamento accondiscendente del suo omologo albanese durante la conferenza stampa.

“Faremo un’eccezione per le belle ragazze”, ha commentato Berlusconi mentre Berisha gli prometteva di impedire i traffici illegali tra le due sponde dell’Adriatico. In conclusione dell’incontro al commento entusiastico di Berisha, che definiva la foto con l’amico italiano come la più bella della giornata, Berlusconi alludendo a tre giornaliste albanesi sedute in prima fila ha aggiunto: “Se ci fossero anche loro sarebbe più bella”. Il premier albanese ha in seguito invitato le giornaliste a posare con i due premier, assecondando l’apprezzamento dell’amico italiano.

Le battute del premier italiano e l’atteggiamento accondiscendente del suo omologo albanese hanno innalzato in Albania un polverone di scontento nei confronti dei due primi ministri. Tempestivamente pochi giorni dopo la visita di Berisha in Italia, un gruppo di intellettuali albanesi ha pubblicato su diversi media italiani e albanesi una lettera aperta diretta al premier italiano in segno di protesta, suggerendogli di chiedere scusa agli albanesi.

La battuta di Berlusconi va a toccare un tema estremamente delicato e doloroso della transizione albanese, una vera e propria piaga sociale dell’Albania del post-comunismo. Ma non si limita solo a ridicolizzare un problema estremamente serio, enfatizza bensì anche gli stereotipi negativi che hanno indebolito di non poco i rapporti e le reciproche percezioni tra Italia e Albania, ricordando ai molti il diffuso stereotipo della donna albanese in Italia come potenziale prostituta. Mentre sempre più spesso i media e gli albanesi integrati nella società italiana stimano che l’albanofobia in Italia vada notevolmente scemandosi, le parole infelici del premier italiano hanno rispolverato per molti le reminiscenze di uno dei periodi meno felici dei rapporti tra i due paesi, quello degli anni ’90.

E’ stato questo che ha voluto sottolineare Elvira Dones, una scrittrice albanese nota in Italia, che utilizza ormai l’italiano come lingua di scrittura. La Dones è particolarmente sensibile alla questione della prostituzione, a cui ha anche dedicato un romanzo dal titolo “Sole Bruciato”. La lettera aperta della scrittrice albanese, ha accolto il consenso degli albanesi nei numerosi forum e negli spazi dedicati ai commenti dei lettori sui giornali online.

Ma ha per contro irritato il premier albanese, il quale ha giustificato l’amico italiano negando il fatto che le parole di Berlusconi fossero tendenziose. “Non è colpa di Berlusconi se le giornaliste albanesi spiccavano in mezzo alle altre con la loro bellezza” ha affermato Berisha in una conferenza stampa davanti ai giornalisti albanesi. Mentre nella trasmissione molto seguita su TV Klan di Tirana, “Opinion”, Berisha non ha esitato a prendere di mira la scrittrice albanese. Il premier si è concentrato sulla vita privata di Elvira Dones, affermando di non stimarla per via delle sue scelte di vita poco rispettose dei valori tradizionali, molto cari a quanto pare negli ultimi tempi al premier albanese.

“Elvira Dones ha abbandonato suo figlio trasferendosi da un uomo in Svizzera”, ha affermato Berisha mentre commentava che la scrittrice non doveva occuparsi della vita privata di Berlusconi. Si tratta di una storia singolare per l’Albania di fine anni ’80, che la scrittrice racconta tra l’altro nel suo autobiografico “Matrimonio straniero”.

Pare che negli ultimi tempi Berisha abbia recuperato un senso della morale famigliare molto simile a quello indotto alla società albanese dal regime di Hoxha quale mezzo diffuso del controllo sociale reciproco tra gli albanesi. Nonostante le apparenze però sarebbe fuorviante definire il premier albanese come un tipico tradizionalista del nord albanese (come in molti fanno). Anche in quest’occasione infatti ad averla vinta è stata la sua personalità da politico pragmatico.

Non è la prima volta che il premier Berisha associa l’atteggiamento da moralista a quello tollerante, che spesso sembra ispirarsi dal suo omologo italiano. Negli ultimi mesi nell’ambito della estremamente inasprita conflittualità tra i due poli della politica albanese, egli non ha esitato a condannare duramente la vita privata del suo avversario Edi Rama, per la sua libertà sessuale e lo stile di vita non convenzionale, ma nello stesso periodo suscitando non poco scalpore ha cooptato nel consiglio del Partito democratico una giovanissima showgirl molto attiva nell’industria pornografica del paese.

Seguendo l’esempio del vicino occidentale sembra che anche la politica albanese abbia scoperto l’efficacia della presenza delle belle figure femminili in pubblico, spesso esposte come ornamento in vetrina accanto ai leader politici. Persino la guerra delle conferenze stampa che l’Albania sta vivendo dalle ultime elezioni contese che continuano a mantenere fermo il paese, si è trasformata in un battibecco tra belle ragazze assunte come portavoce dei partiti politici, la cui funzione è offrire la propria bella presenza in pubblico mentre leggono teatralmente gli slogan dei loro leader di partito.

In un paese dove la televisione italiana e la rete Mediaset in particolare è stata la finestra a cui guardare l’occidente negli ultimi vent’anni – al punto che le numerosissime televisioni albanesi non trovano di meglio da offrire al proprio pubblico se non i modelli televisivi dei vicini d’oltre Adriatico – l’utilizzo del corpo femminile a scopo ornamentale è uno strumento visivo ricorrente anche se non ancora così pronunciato come in Italia. Il recente approdo in politica della bellezza femminile è certo uno schiaffo in faccia all’orgogliosa figura della donna tradizionalmente intesa nella cultura albanese. Ma come insegna a Berisha il premier Berlusconi, le contraddizioni in politica possono essere tenute insieme con una certa agilità.

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