Tra musica e poesia
Il Mugham è parte della cultura tradizionale dell’Azerbaijan. Non è solo musica eseguita con strumenti tradizionali seguendo uno stile preciso, ma è anche poesia, ispirazione, improvvisazione
"Un uomo seduto al centro di un tappeto colorato canta con una voce acuta e nasale.
Dei musicisti lo accompagnano disposti ai lati, uno suonando … il kamancha e l’altro … il tar, tenendolo vicino al petto. La voce intensa del cantante fa volteggiare le parole in una decorazione intricata e melodica che inebria l’ascoltatore (…). La voce del solista precipita in un bisbiglio, un debole sospiro. La sua voce gradualmente lievita in una recitazione emozionante seguita da un arabesco melodico, nel quale ogni tono si tramuta nel centro di un melisma sillabico." (tratto da "Song from the land of fire: continuity and change in Azerbaijan mugham", Inna Naroditskaya)
Il passaggio sopra descrive una performance di Mugham, un tipo di musica folk azero, un’arte particolare eseguita dall’Azerbaijan al Medio e lontano Oriente. Include elementi del Maqam iracheno, del Radif persiano e dei Makam turchi.
È un genere di musica molto complesso che richiede la conoscenza di molte qaydalar (regole) riguardanti quest’arte. Queste regole definiscono le forme-chiave, le scale modali e la struttura di questa esibizione mentre l’improvvisazione dell’artista aggiunge il colore, il sapore e le emozioni, rendendo così ogni rappresentazione un’opera unica nel suo genere ed emozionante. Un vero esperto di Mugham può sia improvvisare che attenersi ad un insieme di regole più o meno definito.
Cos’è il Mugham?
Quest’arte ha molti ingredienti: non solo gli strumenti musicali usati durante ogni esibizione, ma anche la poesia.
Gli strumenti chiave utilizzati in questo genere di espressione musicale sono il Kamancha (una specie di violino a quattro corde), il tar (uno strumento a corde tenuto in posizione orizzontale nella forma di un liuto dal collo lungo) e un grosso tamburino di stampo gaval.
La poesia, il secondo ingrediente, fornisce la lirica a ciascuna rappresentazione Mugham. Generalmente si tratta di poesia scritta come gazal e bayati con temi ricorrenti di amore, misticismo, tristezza e dolore. Ogni pezzo è basato su uno schema melodico caratteristico con differenti combinazioni e ognuna delle performance o delle improvvisazioni può durare dalla mezzora fino a parecchie ore.
Riconoscimento mondiale
Nel 2003, il Mugham fu riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) come "capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità".
Non sorprende che la First Lady dell’Azerbaijan Mehriban Aliyeva sia ambasciatrice benemerita dell’UNESCO per ciò che riguarda le tradizioni orali e musicali. Quando poi nel 2009, Baku, la capitale dell’Azerbaijan è stata nominata capitale della cultura islamica, (http://www.baku-icc-2009.az/), grossa attenzione è stata data a questo genere di musica unico.
Nel marzo 2009 nella capitale si è tenuto per dieci giorni (dal 17 al 27 Marzo) un Festival Internazionale di Mugham che ha richiamato maestri di Mugham da tutto il mondo permettendogli di mostrare il loro talento e di condividere il proprio stile.
In aggiunta al festival, grazie all’impegno della First Lady dell’Azerbaijan Mehriban Aliyeva, è stato costruito un nuovo centro per il Mugham nel cuore della capitale Baku, la cui costruzione si è conclusa nel 2008. Il centro include una sala concerti da 350 posti, club, un ristorante, aule studio e uno studio di registrazione. Nel discorso di inaugurazione, il Presidente della Repubblica, lham Aliyev ha affermato con grande orgoglio: "Spero che il nostro Mugham possa suonare in questo edificio meraviglioso e che in questo palazzo i nostri giovani artisti possano mostrare la loro bravura".
Poiché il Mugham è uno dei generi musicali dell’Azerbaijan, non sorprende che uno dei più famosi solisti Mugham, Alim Qasimov, provenga proprio da qui. Qasimov si è guadagnato una reputazione internazionale per lo stile e la particolare abilità con cui esegue il Mugham. Si è esibito in tutto il mondo e ha vinto riconoscimenti prestigiosi come il premio musicale dell’UNESCO nel 1999.
Ci sono anche altri artisti, noti per la loro abilità di improvvisare, come Agakhan Abdullayev, Mansum Ibrahimov, Melekhanim Ayyubova, Sakina Ismayilova, Nuriya Huseynova, e Zabit Nabizadeh – ciascuno dei quali ha rappresentato l’Azerbaijan durante il Festival Internazionale di Mugham nel Marzo 2009.
Il Mugham come ispirazione
Nel 1908 un famoso compositore azero, Uzeyir Hajibeyov, ha realizzato una delle sue più famose opere, "Leyli e Mecnun", sul Mugham , dando origine così per la prima volta alla prima "opera Mugham". Gli altri suoi capolavori di stile integrato includono "Mashadi Ibad" e "Koroglu".
Un altro compositore azero, Fikret Amirov (1922- 1984), attivo in anni più recenti, ha introdotto il Mugham per orchestre sinfoniche (Mugham sinfonico).
Nel 2008 il rappresentante per l’Azerbaijan all’Eurovision Song Contest, Elnur e Samir, si sono esibiti con un pezzo influenzato da elementi del Mugham.
Thomas Goltz, esperto della regione e autore di "Azerbaijan Diary: a rogue reporter’s adventures in an oil- rich, war- torn post- Soviet Republic" (1998), ha girato nel 2009 un documentario di quindici minuti sul Mugham che ha vinto un premio al merito nella sezione cortometraggi e documentari all’Accolade Film Festival, La Jolla California.
Il film racconta la storia di un gruppo "Qadim Sharq" (Antico Est) durante il suo viaggio nel Montana. "È una gioia poter descrivere la cultura e l’arte dell’Azerbaijan come contrapposti alla guerra e al collasso politico" ha dichiarato Thomas Goltz, commentando il suo documentario.
La popolarità del Mugham continua a crescere in tutto il mondo attirando nuovi ascoltatori, attratti forse dall’interesse per culture differenti, passione per una forma d’arte particolare o semplicemente amore per questa forma d’arte.
Anche se l’anno in cui Baku porta il titolo di capitale islamica della cultura si avvicina alla sua fine, sembra quindi che avremo ancora occasione di sentir parlare di Mugham.