Torino film festival, poco glamour, tanti Balcani

La storia della Romania, un film greco sugli archetipi della giovinezza e un documentario italiano sulla Bosnia. È questa la presenza dell’area balcanica al 28mo Torino Film Festival che si apre oggi per concludersi sabato 4 dicembre

26/11/2010, Nicola Falcinella - Torino

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“Mesa sto dasos - In the Woods” di Angelos Frantzis

Il 28mo Torino Film Festival, manifestazione per il secondo anno diretta dal regista Gianni Amelio con Emanuela Martini, ha un programma di grande rilievo, poco attento al glamour ma con titoli di spicco: su tutti l’anteprima di “Hereafter”, nuova fatica di Clint Eastwood.

Oltre ai concorsi per lungometraggi (presidente di giuria Marco Bellocchio, con lui Barbora Bobulova, Michel Ciment, Helmut Grasser e Joe R. Lansdale), documentari, corti, importanti sezioni come “Festa mobile”, “Rapporto confidenziale”, “Onde” e “Figli e amanti”, con registi italiani (Dario Argento, Carlo Verdone, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti e Saverio Costanzo) che commenteranno le pellicole che hanno segnato il loro percorso professionale e umano. Il Gran premio Torino andrà a John Boorman, del quale sarà riproposto “Un tranquillo weekend di paura” (1972), notevoli le retrospettive sul russo Vitalij Kanevskij (“Sta’ fermo, muori e resuscita!” premiato a Cannes nel ’91) e su John Huston (“Il mistero del falco”, “Giungla d’asfalto”, “Moby Dick”, “Gli spostati”, “L’uomo che volle farsi re”, “Fuga per la vittoria”, “Gente di Dublino”).

In gara ci saranno 16 film, tra questi “Portretul luptatorului la tinerete – Portrait of the Fighter as a Young Man” di Constantin Popescu. L’esordio nel lungometraggio di uno dei cinque registi di “Racconti dell’età dell’oro” è “epico e arioso come un western, impregnato degli ideali della giovinezza”. Dopo l’invasione sovietica della Romania del 1944, molti giovani scelsero di organizzare la resistenza armata nelle campagne. Il film racconta, lungo tutti gli anni ’50, la vita di uno di questi gruppi combattenti, i ricordi, l’amicizia, le imboscate, i tradimenti, gli scontri a fuoco.

In “Festa mobile – Paesaggio con figure” passeranno le tre ore di“Autobiografia lui Nicolae Ceausescu – The Autobiography of Nicolae Ceausescu” di Andrei Ujica, già evento al Festival di Cannes che sarà distribuito in Italia dall’Istituto Luce. “In fin dei conti, il dittatore non è che un artista che ha la possibilità di mettere totalmente in pratica il suo egoismo. Non è altro che una questione estetica, si tratti di Baudelaire o di Bolintineanu, di Luigi XVI o di Ceausescu” ha dichiarato il regista Andrei Ujica. Considerabile come un “film di finzione con personaggi reali”, “L’autobiografia” racconta, montando immagini ufficiali, la storia di un dittatore e di un’epoca dal punto di vista del protagonista.

Nella sezione più sperimentale Onde è inserito il greco “Mesa sto dasos – In the Woods” di Angelos Frantzis. Una scelta che conferma, dopo il premio ad “Attenberg” di Athina Rachel Tsangari alla recente Mostra di Venezia, la vivacità del cinema ellenico. Una cinematografia che sta dando il meglio, negli ultimi anni, raccontando storie di giovani. Un bosco, due ragazzi e una ragazza, la natura come limbo delle pulsioni sessuali che irrompono nel giovane corpo dei protagonisti, tra mistero, desiderio e paura. “Un viaggio visionario negli archetipi della paura e della sensualità, girato con la funzione video di una fotocamera digitale” come si legge nelle note di presentazione.

In Italiana.Doc, concorso documentari, c’è “I racconti della Drina” di Andrea Foschi e Marco Neri. Un film girato a Bratunac, villaggio a 10 km da Srebrenica: “Nel dopoguerra è terra di nessuno, controllata dai caschi blu e oppressa dal nazionalismo serbo”. Qui, nel 1999, Stanoika “Cana” Tesic ha fondato il Forum Zena, un movimento politico che riunisce donne appartenenti a diversi gruppi nazionali. Oggi Cana si batte insieme a sua figlia Vladana e alle altre donne “per costruire la pace e la giustizia sociale, contro la cultura della guerra e dell’odio”.

Il TorinoFilmLab 2010, che in due anni ha premiato dieci progetti film di cui cinque sono stati realizzati (l’ottimo “Le quattro volte” di Michelangelo Frammartino e il costaricano “Agua fria de mar” di Paz Fabrega, vincitore a Rotterdam), ha selezionato per il “Development Programme” 11 nuovi progetti in cerca di coproduzione. Tra questi “Bait” della Aida Begic (“Snijeg – Neve”), lo sloveno “Feed Me With Your Words” di Martin Turk e “Wolf” del romeno Bogdan Mustata. Nel “Training Programme” sono invece inseriti “Wednesday 04:45” di Alexis Alexiou (Grecia) e “Romanian Spring” di Anca Lazarescu (Germania/Romania).

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