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Tadić, l’arresto di Goran Hadžić è un atto dovuto
Il presidente serbo Boris Tadić ha confermato in conferenza stampa l’arresto di Goran Hadžić, ultimo ricercato dal tribunale dell’Aja ancora latitante. L’arresto di Hadžić secondo Tadić non è frutto delle pressioni esterne, ma "un atto dovuto verso i cittadini della Serbia". L’estradizione di Hadžić è questione di giorni. Tadić predica prudenza, ma spera in nuove aperture da parte dell’Ue
Nell’attesa conferenza stampa tenuta alle 11 ora locale, il presidente serbo Boris Tadić ha confermato che l’arresto di Goran Hadžić è avvenuto nella zona della Fruška Gora, in Vojvodina. Secondo informazioni ancora non pienamente confermate, l’arresto sarebbe avvenuto nelle vicinanze del villaggio di Krušedol. Al momento dell’arresto il ricercato era senza barba, e avrebbe utilizzato documenti falsi.
"Come nel caso dell’arresto di Mladić, smentisco categoricamente che l’azione sia stata in qualche modo pianificata, e che ci siano state coperture”, promettendo ancora indagini per portare alla luce i nomi di chi ha aiutato i ricercati, Hadžić compreso, durante la loro latitanza. Il presidente serbo ha rivendicato ancora una volta la piena collaborazione col tribunale dell’Aja. “Avevamo promesso di portare a termine questo lavoro, e l’abbiamo fatto”, ha aggiunto Tadić.
Secondo Tadić le pressioni esterne non hanno giocato alcun ruolo nella cattura di Hadžić, ma il suo arresto era “un atto dovuto nei confronti dei cittadini della Serbia e nei confronti delle vittime, oltre che necessario al proseguimento del processo di riconciliazione tra le società della nostra regione”. Secondo il presidente serbo, la cattura dell’ultimo ricercato dall’Aja non significa però un facile percorso di integrazione europea per la Serbia. “Non ci sono passi facili in questo caso” ha detto Tadić e ha aggiunto "l’arresto si inserisce nel quadro delle nostre responsabilità e rispetto all’evento di oggi non mi aspetto nulla di nuovo dall’Ue".
Commenti positivi sono presto arrivati da numerosi rappresentati e politici internazionali. Il procuratore dell’Aja, Serge Brammertz, ha dichiarato che l’arresto di oggi, insieme a quello di Mladić, dimostrano "sincero impegno" della Serbia nella sua collaborazione col Tribunale. Note positive sono arrivate anche da UE e Nato. Per l’ambasciatrice americana a Belgrado Mary Warlick “l’arresto di Hadžić, insieme a quello di Mladić, chiude un capitolo di storia” ed è “un passo importante per le aspirazioni europee dei cittadini della Serbia”. Anche il ministro degli esteri svedese Carl Biltd si è congratulato con la Serbia. “A venti anni dall’inizio della guerra e della disintegrazione della Jugoslavia, l’arresto dell’ultimo incriminato dal tribunale dell’Aja e un capitolo importante nella storia della regione”.
Alle ore 13 Hadžić verrà ascoltato dal Tribunale speciale di Belgrado. Secondo il sostituto procuratore Bruno Vekarić, entro una settimana Hadžić dovrebbe essere trasferito all’Aja. L’ex presidente dell’autoproclamata Repubblica serba di Kraijna verrà difeso da Toma Fila, noto avvocato belgradese, che aveva già preparato la difesa di Slobodan Milošević.
L’arresto di Goran Hadžić era stato annunciato in mattinata. Hadžić, dopo l’arresto di Ratko Mladić lo scorso 26 maggio, era l’ultimo dei ricercati per crimini di guerra dal Tribunale internazionale dell’Aja (ITCY) ancora latitante.
Goran Hadžić è nato il 7 settembre 1958 a Vinkovci, in Croazia. Da giovane è stato membro dell’Alleanza comunista. Nella primavera del 1990 come rappresentante comunista è stato eletto assessore al comune di Vukovar. Dopodiché si unisce al Partito democratico serbo e ne diventa presidente per la sezione di Vukovar. Nel marzo 1991 è leader del comitato centrale del SDS a Vukovar. È stato presidente del comitato regionale per la Slavonia orientale. Fino al 25 giugno è a capo del Consiglio nazionale serbo. Dal 26 febbraio 1992 al dicembre 1993 è presidente dell’autoproclamata Repubblica serba di Kraijna.
Il suo nome è legato al massacro di Vukovar (vedi box), di cui viene ritenuto direttamente responsabile. Nel 2004 Hadžić è stato accusato dal Tribunale Internazionale per i crimini nell’ex Jugoslavia (ITCY) di otto capi d’accusa per crimini contro l’umanità (persecuzioni su base politica, razziale e religiosa, sterminio, omicidio, detenzione illegale, tortura, comportamento disumano, deportazione) e sei capi d’accusa per crimini di guerra (omicidio, tortura, crudeltà, distruzione ingiustificata di villaggi, distruzione o danneggiamento di istituzioni religiose e educative, saccheggio di proprietà pubblica e privata).
Hadžić ha cominciato la sua latitanza il 4 giugno del 2004, pochi giorni prima che la sua accusa venisse resa pubblica dal Tribunale Internazionale. Da allora si erano rincorsi i sospetti che avesse trovato riparo in Montenegro oppure in Bielorussia. Le voci più ricorrenti lo davano però in qualche monastero della Fruška Gora in Vojvodina. A Krušedol, la località dove Hadžić è stato arrestato, si trova appunto un noto monastero. Tadić ha però negato che l’arresto sia avvenuto proprio tra il monastero e una struttura militare vicina. Ai giornalisti che hanno bussato alle porte del monastero, i monaci del monastero, con il vescovo dello Srem Vasilije in testa, hanno fatto sapere che non hanno intenzione di fare dichiarazioni ai media.