L’Associazione di giornalisti indipendenti della Serbia (NUNS) durante i festeggiamenti per i 12 anni dalla sua fondazione (27 marzo) ha fatto appello a tutti i colleghi affinché rispettino "le regole per una professionale e oggettiva informazione pubblica, e non solo in questi giorni duri, che lo sono per tutti noi, giornalisti e cittadini, ma anche in futuro".
Commentando la situazione dei media durante lo stato di emergenza la presidentessa della NUNS Milica Lucic Cavic ha detto che "la preoccupazione generale sul fatto che i media non facciano il loro lavoro è immotivata" e ha aggiunto che di fatto ci sono alcuni media "che sono stati uno strumento per squalificare e compromettere i rivali politici e le altre persone pubbliche, suscitando un’atmosfera di linciaggio". La Lucic Cavic ha detto di riferirsi a quei media i cui proprietari hanno biografie sospette, ma non esclude che ci possano essere state delle pratiche di riciclaggio di denaro sporco anche attraverso i media.
Tuttavia, la NUNS ha criticato fortemente la formazione della commissione del Ministero della cultura e della informazione, su ordine del ministro dell’interno, che dovrebbe analizzare la condotta dei media e ciò che hanno riportato dall’inizio degli attacchi verbali contro il defunto premier Zoran Djindjic. Pur comprendendo le disposizioni dello stato d’emergenza e ritenendo che anche in assenza dello stesso la comunità dei media dovrebbe esaminare il proprio lavoro svolto negli anni passati, la NUNS, tuttavia, ha precisato che esiste "una razionale e chiara linea di confine che distingue il lavoro della polizia da quello del ministero per la cultura e l’informazione". "Se esiste la possibilità che alcuni media siano coinvolti con le attività criminali allora questo è compito delle autorità preposte alle indagini criminali e non dovrebbe riguardare il ministero per la cultura e l’informazione. Questo tipo di indagini non si conducono, come è noto, in modo tale che l’oggetto dell’indagine siano tutti i media e tutto ciò che i media hanno detto".
Sempre la NUNS ha sottolineato che il fatto di formare una commissione, che dovrebbe essere composta da esperti, può anche essere spiegato in base alle disposizioni relative allo stato di emergenza, ma permangono "seri motivi per una certa preoccupazione". Ciò che preoccupa la NUNS è innanzitutto la mancanza di chiarezza ed esattezza sui compiti della commissione. L’associazione dei giornalisti ha chiesto se qualcuno al ministero della cultura si fosse interrogato sulle possibili conseguenze di un’azione simile, come per esempio la possibilità di un’eventuale censura o autocensura allo scadere dello stato d’emergenza. Secondo la NUNS il criterio riguardante il lavoro dei media è rappresentato dalla legge sui media e sull’informazione, che se fosse stata implementata a suo tempo, come la NUNS ha più volte chiesto, la situazione dei media serbi sarebbe più trasparente e professionale.
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