Srebrenica: omaggi, maratone e commemorazioni
Sono trascorsi 18 anni dal massacro di Srebrenica e 409 salme trovano oggi sepoltura ma sono ancora migliaia gli scomparsi. Un commovente corteo da Sarajevo a Srebrenica. E poi iniziative che hanno visto coinvolti podisti, ciclisti e motociclisti
409 salme hanno lasciato, martedì, il centro di identificazione di Visoko, nei pressi di Sarajevo, per essere trasportate verso il memoriale di Potočari, nei pressi di Srebrenica, dove saranno sepolte oggi, 18 anni dopo il massacro, al fianco delle altre 5.657 vittime già identificate.
Sono state migliaia le persone a rendere loro l’ultimo omaggio mentre venivano trasportate su tre grandi camion. Il convoglio si è fermato davanti alla sede della presidenza della Bosnia Erzegovina e i membri musulmano e croato della presidenza tripartita, Bakir Izetbegović e Željko Komšić, hanno anche loro reso omaggio alle vittime.
Le famiglie delle vittime, le madri di Srebrenica e gli abitanti di Sarajevo hanno ricoperto i camion di fiori ed hanno seguito con preghiere o in silenzio l’attraversamento della città.
Inoltre, più di 200 motociclisti provenienti da Bosnia, Germania, Austria, Slovenia, Italia, Turchia e Croazia sono partiti ieri da Sarajevo verso Srebrenica con l’iniziativa “Moto Marathon Srebrenica 2013”. Hanno raggiunto le 5.000 persone che hanno partecipato alla “Marcia per la pace”, da Nezuk, presso Tuzla, sino al memoriale di Potočari (71 chilometri, che percorre al contrario il percorso seguito nel 1995 verso la salvezza dai pochi che scamparono alla strage).
Anche 200 ciclisti sono partiti da Bihac verso Srebrenica per rendere il loro ultimo omaggio alle vittime.
Un gruppo di nove ciclisti serbi sono partiti da Belgrado per Srebrenica. Il gruppo pacifista Donne in nero ha sottolineato come questo sia un fatto importante, per portare solidarietà alle vittime del genocidio e alle loro famiglie ma anche per ricordare ai cittadini della Serbia che debbono affrontare i crimini commessi in passato in loro nome.
L’11 luglio 1995 le forze serbe guidate dal generale Ratko Mladić entrarono a Srebrenica, assediata dal 1992 e dichiarata “zona protetta” dalle Nazioni Unite. Le truppe olandesi di stanza a Srebrenica non difesero l’enclave. In pochi giorni circa 8.000 ragazzi e uomini musulmani vennero uccisi.
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