Sparatoria a Sarajevo, rischio terrorismo
Ieri sera alle 19.35 un uomo ha ucciso a colpi di arma da fuoco due soldati delle forze armate bosniache nel quartiere di Rajlovac, a Sarajevo.
Le vittime sono Armin Salkić (1989), di Vitez, e Nedeljko Radić (1981), di Nevesinje. I soldati sono stati uccisi all’interno di una sala di scommesse. Dopo il duplice omicidio, l’assalitore ha sparato contro un autobus parcheggiato nei pressi della sala, ferendo leggermente l’autista e due passeggeri, ed è poi fuggito.
Le forze di polizia lo hanno identificato come Enes Omeragić, e hanno circondato la sua abitazione. Poco prima di mezzanotte, Omeragić si è suicidato nel suo appartamento.
Il presidente del Consiglio dei Ministri, Denis Zvizdić, ha dichiarato che “l’attacco ai soldati rappresenta un attacco nei confronti della Bosnia Erzegovina”. Per tutta la notte e nelle prime ore della mattina, gli inquirenti e le autorità sono stati molto cauti nell’utilizzare la parola “terrorismo”. Verso le 9.30, però, Kristina Jozić, portavoce dell’Agenzia Statale per la Difesa (SIPA), che dirige le indagini, ha dichiarato al portale informativo Klix che “gli elementi raccolti sinora mostrano che ci sono elementi concreti di un atto terroristico.” Le misure di sicurezza sono state aumentate in tutto il paese.
Brevi
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