Sorveglianza: come il sistema legale greco minaccia la libertà di stampa

Nell’ambito del tema della sorveglianza abbiamo intervistato Evita Papakiriakidou, avvocata penalista dello studio legale Athens Lawyers che rappresenta Thanasis Koukakis, giornalista greco bersaglio illegittimo della sorveglianza spyware

25/09/2023, Alessio Giussani -

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Edificio della Corte d'Appello ad Atene (Grecia) © yiannisscheidt/Shutterstock

Il giornalista greco Thanasis Koukakis è stato bersaglio sia di sorveglianza che di una causa intimidatoria (SLAPP). Può illustrare brevemente il suo caso e le azioni che avete intrapreso in qualità di suoi rappresentanti legali?

Koukakis è stato bersaglio dello spyware Predator  nel 2021. Quando lo ha scoperto, un anno dopo l’incidente, abbiamo intrapreso una serie di azioni legali. Abbiamo intentato una causa penale ad Atene contro gli autori dell’uso dello spyware Predator, illegale secondo la legge greca ed europea. E ci siamo rivolti anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Rappresentiamo Koukakis anche nel caso di SLAPP intentata contro di lui da Grigoris Dimitriadis, l’ex segretario del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, per un’inchiesta pubblicata da Reporters United. Koukakis non aveva nemmeno contribuito all’inchiesta, l’aveva semplicemente condivisa su Twitter.

Evita Papakiriakidou - Fonte Linkedin.gr

Evita Papakiriakidou – Fonte Linkedin.gr

La sorveglianza e le intimidazioni non riguardano solo Koukakis. Ritiene che il quadro giuridico greco sia attrezzato per salvaguardare la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti?

Nel complesso, il quadro giuridico greco è ben attrezzato. Il codice penale contiene disposizioni che tutelano i giornalisti e il loro lavoro. Quindi, nella maggior parte dei casi, le leggi ci sono; il problema è che non sempre vengono applicate bene e che tutto richiede molto tempo. Se sei oggetto di una causa intimidatoria, ci vogliono diversi anni per ottenere una decisione definitiva del tribunale. E solo dopo aver provato tutti i rimedi giuridici interni ci si potrà rivolgere alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ecco perché si fanno le SLAPP: per esaurire le energie e le risorse economiche di un giornalista.

Se la Corte europea dei diritti dell’uomo è solo l’ultima risorsa, come mai il caso di Koukakis è già arrivato lì?

Il suo caso era diverso perché la legge in Grecia era molto carente su quella materia specifica; era la legge stessa che volevamo cambiare. Koukakis era stato preso di mira con Predator, e in Grecia non aveva alcun modo legale nemmeno per scoprire se questo fosse vero. Per questo motivo ci siamo rivolti direttamente alla Corte europea dei diritti dell’uomo e abbiamo affermato che la stessa legge greca era contraria alla Costituzione.

L’UE sta elaborando un nuovo European Media Freedom Act  e la possibilità di consentire la sorveglianza dei giornalisti in casi di “sicurezza nazionale” non è stata ancora del tutto esclusa. La tutela dei giornalisti è un problema greco o europeo?

Mentre stavo preparando il caso Koukakis, ho fatto alcune ricerche sui sistemi giuridici di tutti i paesi dell’UE. Il sistema greco era quello più problematico perché non avevi alcun diritto di essere informato: la legge ora è cambiata e penso che sia stato grazie al nostro intervento. Ma prima non potevi sapere se eri messo sotto sorveglianza, nemmeno dopo che la sorveglianza era cessata. E questo è un diritto costituzionale.

Il problema principale di ogni sistema giuridico, tra cui quello greco, ma anche francese, italiano, tedesco e così via, è che il concetto di “sicurezza nazionale” è molto vago. Spetta agli stati decidere cosa si qualifica come sicurezza nazionale.

Il caso di Koukakis fa parte del “Watergate greco”, un diffuso sistema di sorveglianza statale che è stato denunciato dai media indipendenti. Eppure il governo continua a negare il proprio coinvolgimento. Crede che in tribunale emergerà una verità condivisa?

Nella causa penale che abbiamo intentato ad Atene abbiamo chiesto al pubblico ministero di esaminare l’intero sistema di sorveglianza. Quali persone e imprese si nascondono dietro Predator? Siamo decisi ad andare a fondo di questa storia. Ma la situazione è davvero difficile. Il pubblico ministero dispone inoltre di mezzi finanziari e tecnici limitati e di personale insufficiente per indagare su tutto ciò che è accaduto. Le mie speranze risiedono nella Corte europea perché è più indipendente e può approfondire l’aspetto legale del problema.

Dal punto di vista giuridico, pensa che per i giornalisti greci le cose stiano peggiorando rispetto al passato?

Assolutamente. La Grecia è all’ultimo posto tra i paesi UE in termini di libertà di stampa a causa dello scandalo della sorveglianza, delle numerose SLAPP e, naturalmente, dell’assassinio di un giornalista nel 2021. La Grecia è un paese piccolo, non è normale che ci siano così tanti incidenti. E ci sono anche altre questioni, come la criminalizzazione delle ONG che lavorano con i rifugiati. Quindi, stanno accadendo molte cose in questo momento che sono piuttosto pericolose.

I media in Grecia non si sono mai ripresi dalla crisi economica e le cause sono costose sia in termini di tempo che di denaro. Koukakis almeno è un giornalista affermato, ma cosa succede a chi non ha le risorse per difendersi?

La situazione è particolarmente difficile per le testate più piccole. Possono correre rischi enormi se pubblicano contenuti che non piacciono alle persone potenti. Lo Stato fornisce supporto legale nel caso in cui un cittadino non abbia i soldi per ottenere assistenza, ma si applica solo a chi si trova in condizioni finanziarie molto precarie e, anche in questo caso, l’assistenza legale non è sempre della massima qualità.

Quanto è importante il giornalismo indipendente in Grecia?

La Grecia ha appena vissuto un’estate molto travagliata. Recentemente si sono verificate inondazioni devastanti nella regione della Tessaglia, dei villaggi sono andati distrutti e delle persone sono annegate. All’inizio dell’estate si erano verificati enormi incendi a Evros; anche lì sono morte delle persone e vaste aree forestali sono bruciate. Questi eventi mostrano la necessità di un giornalismo indipendente. È molto importante per noi, per le persone che non vogliono seguire i media mainstream, soprattutto le televisioni ma anche i giornali, perché tutti sanno che non sono indipendenti. Ci sono molti bravi giornalisti indipendenti. Per sentirsi forti e continuare a svolgere il proprio lavoro, devono sentirsi al sicuro. È qui che entra in gioco il quadro giuridico. Devono disporre dei mezzi legali per combattere tutte le minacce. E anche dei mezzi finanziari.

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