Sogno Georgiano, repressione e norme illiberali
Dall’informazione ai finanziamenti esteri, il governo del Sogno Georgiano a Tbilisi continua a sfornare normative che limitano sempre di più gli spazi democratici e di libertà in Georgia, nonostante le dure proteste della società civile

Sogno-Georgiano-repressione-e-norme-illiberali
Sogno Georgiano - © Shutterstock
L’Agenzia delle Entrate della Georgia ha sequestrato i conti bancari dell’emittente indipendente Batumelebi/Netgazeti, adducendo come motivo il debito fiscale. Il 21 luglio Batumelebi lo ha definito un tentativo di chiusura politicamente motivato, soprattutto perché avviene poco prima del verdetto nel processo alla fondatrice Mzia Amaghlobeli.
Nonostante il pagamento rateale del debito, l’appello di Batumelebi per un piano di rimborso è stato respinto. L’emittente indica i maggiori debiti non pagati dei canali filo-governativi Imedi e Rustavi 2 come prova di pressioni selettive mentre due emittenti critiche, Radio Tbilisi e Trialeti TV hanno segnalato sequestri simili nel contesto di una più ampia repressione mediatica che ha colpito anche Mtvari Arkhi (Canale Principale).
Mtavari è stato fondato nel 2019 da ex giornalisti di Rustavi 2, dopo che la Corte di Strasburgo aveva confermato il trasferimento della proprietà dell’emittente all’imprenditore Kibar Khalvashi.
Khalvashi ha sostituito l’allora direttore Nika Gvaramia, ora in carcere, con il suo avvocato, Paata Salia, ora membro del partito al governo Sogno Georgiano e Ministro della Giustizia.
Dal primo maggio l’emittente non trasmette più per difficoltà finanziarie, e a metà luglio la procura ha aperto una indagine sul canale ormai oscurato.
Al di là delle difficoltà specifiche, Mtavari Arkhi è vittima di un sistema che sta strozzando la sua sostenibilità economica e la capacità di operare indipendentemente, un sistema alimentato dall’esecutivo in carica, che rende impossibile approvvigionarsi di finanziamenti e risorse, anche nel senso di competenze, attraverso canali non sotto il controllo governativo.
Il partito Sogno Georgiano sta isolando la società civile con una serie di misure legali che mirano a smantellare il sistema di sostegno proveniente dai partner internazionali. Dopo l’adozione della cosiddetta “legge russa” nel 2024, la persecuzione degli attivisti e il congelamento dei fondi di solidarietà civile, nuove iniziative rappresentano un ulteriore passo verso la trasformazione della Georgia in uno stato chiuso, dove ogni ambito della vita pubblica è soggetto al controllo totalitario del partito.
Oltre alla "legge russa": la FARA americana, in salsa georgiana
Ad aprile il Parlamento georgiano, dominato dal Sogno Georgiano, ha approvato la “Legge sulla Registrazione degli Agenti Stranieri ” (FARA) in terza e ultima lettura, che dall’estate è entrata in vigore.
Basata sul Foreign Agents Registration Act statunitense del 1938, parallela a quella già adottata simile a quella russa, la FARA georgiana impone a individui e organizzazioni che ricevono finanziamenti esteri di registrarsi come “agenti stranieri”.
La FARA statunitense prende di mira le attività condotte per conto di potenze straniere ostili e non si applica alle organizzazioni che si limitano a ricevere finanziamenti esteri. Secondo la prassi giudiziaria statunitense, se ricevere finanziamenti da un donatore non sottopone il beneficiario alla direzione o al controllo del donatore, non è necessario registrarsi come agente straniero .
La magistratura americana e il Dipartimento di Giustizia hanno quindi ristretto la portata dell’applicazione del FARA negli Stati Uniti, ma queste interpretazioni sono state ignorate quando si è tradotto il FARA nel contesto georgiano . La legge georgiana FARA impone requisiti e sanzioni più rigorosi. La mancata osservanza può comportare multe fino a 10mila lari (circa 3.650 euro), la reclusione fino a cinque anni o entrambe le misure. Le definizioni ampie della legge e la mancanza di linee guida chiare ne permettono una applicazione arbitraria.
La normativa ha ricevuto ampie critiche da parte della società civile , delle organizzazioni mediatiche e degli organismi internazionali.
La Georgian Young Lawyers’ Association (GYLA), insieme alle testate giornalistiche indipendenti Studio Monitori e Georgia’s Voice, ha intentato una causa costituzionale contro la legge FARA, sostenendo che la legge viola la Costituzione della Georgia, minando la libertà di espressione e di associazione e concedendo poteri eccessivi alle istituzioni statali come l’Ufficio anticorruzione, che sono percepite come sotto il controllo del ‘partito unico’ .
A livello internazionale, l’Unione Europea ha espresso una forte opposizione alla legge. In una dichiarazione congiunta, l’Alta Rappresentante dell’UE Kaja Kallas e la Commissaria Marta Kos hanno descritto la legge FARA come una “grave battuta d’arresto” per la democrazia georgiana.
Hanno sottolineato che la legge, insieme alle recenti modifiche ai regolamenti in materia di radiodiffusione e sovvenzioni, rappresenta un’aggressiva mossa per reprimere il dissenso e limitare le libertà, minacciando così le fondamenta democratiche del Paese . Anche altre azioni del governo, tra cui la recente chiusura del Centro di informazione NATO e UE a Tbilisi , segnalano un allontanamento dall’integrazione euro-atlantica che ha fatto precipitare nel baratro i rapporti dei partner occidentali e la Georgia.
Nonostante il rischio di ripercussioni legali, molti gruppi della società civile e organi di stampa hanno giurato di non conformarsi alla FARA.
E ancora: la legge sui finanziamenti
Il Sogno Georgiano ha approvato una ulteriore legge sui finanziamenti che richiede ai donatori internazionali di ottenere l’approvazione del governo prima di concedere sovvenzioni a organizzazioni locali.
Questa mossa conferisce alle autorità ampi poteri per bloccare i finanziamenti a gruppi critici nei confronti delle politiche governative o impegnati in attività di promozione della cittadinanza attiva.
Di nuovo, osservatori nazionali e internazionali avvertono che il quadro normativo che si va delineando per la somma delle leggi approvate nelle ultime tre sessioni parlamentari danneggia gravemente i settori che dipendono dagli aiuti internazionali, non solo i gruppi per la democrazia e i diritti umani, ma anche le iniziative per la salute pubblica e l’ambiente.
Non a caso fra i primi a scendere in piazza contro la legge sugli agenti stranieri erano stati i disabili e le loro organizzazioni.
Il governo ha ripetutamente accusato le organizzazioni della società civile indipendentemente dal ruolo che svolgono di servire interessi stranieri, erodendo ulteriormente la possibilità per le organizzazioni della società civile di operare in un ambiente non ostile.
Duro l’allarme di Transparency International Georgia, che è peraltro stata un target frequente di attacchi.
A giugno il Sogno Georgiano ha anche approvando ulteriori modifiche alla Legge sui Finanziamenti per introdurre un doppio meccanismo: da un lato, estendere l’obbligo di ottenere l’approvazione governativa preventiva anche per l’assistenza tecnica e lo scambio di conoscenze, dall’altro esentare alcuni programmi europei di istruzione e ricerca da questi vincoli.
Tra le esenzioni figurano i finanziamenti concessi nell’ambito di Erasmus+, Horizon Europe, il Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico (DAAD) e il programma Creative Europe, che potrebbero continuare a operare senza l’autorizzazione preventiva delle autorità georgiane.
Secondo Tornike Cheishvili , vicepresidente della Commissione Affari Legali del Sogno, queste modifiche servono a “migliorare l’efficienza e la flessibilità del processo di approvazione, chiarendo quali sovvenzioni non rappresentano rischi per la sovranità e la sicurezza dello Stato”.
Tuttavia, l’inclusione dell’assistenza tecnica e della condivisione di competenze tra le attività soggette a controllo è un ulteriore segnale della limitazione dei contatti internazionali della società georgiana.
Le nuove regole si aggiungono a un pacchetto legislativo più ampio – tra cui le due leggi sugli agenti stranieri e le modifiche alla legge sulla Radiodiffusione che nell’insieme rendono difficilissimo ottenere finanziamenti in modo legale e trasparente dall’estero, che è l’unico modo per ottenerli dai partner occidentali attraverso il sistema di grants, calls, progetti e programmi.











