Slovenia: Robert Golob vs. Janez Janša
Alle politiche del prossimo 24 aprile sarà Robert Golob l’antagonista principale di Janez Janša. È l’unico che sembra avere il carisma per contrapporsi al padre padrone del centrodestra ed alle sue mire di portare la Slovenia verso l’Ungheria
Si dice che Robert Golob sia uno che ai colloqui non prenda appunti e che non avrebbe bisogno dell’agendina per ricordarsi le cose importanti. Lo descrivono come un personaggio carismatico che sa comandare, trovarsi ottimi collaboratori e che sa anche delegare, ma anche altezzoso e con poca pazienza. In sintesi, una persona molto intelligente che sa anche di esserlo e questo è considerato un vantaggio e allo stesso tempo un limite.
Slovenia occidentale
Goriziano, impregnato del local-patriottismo tipico di chi vive in quella particolare area della Slovenia, è stato a lungo presidente della sua Circoscrizione ed ha anche guidato per anni il Gruppo europeo di cooperazione territoriale GECT GO, che promuove la collaborazione transfrontaliera. Come gran parte dei goriziani non fa mistero del suo profondo antifascismo, che però è intriso da una impronta profondamente ecologista e anche liberista. Sin dalle prime uscite ha descritto quella che sarà la sua politica come “un po’ di sinistra e un po’ di destra”.
L’evidente ambizione è quella di andare a pescare voti anche nel bacino di centrodestra e soprattutto tra quegli elettori che sono stufi della “guerra civile” permanente che si combatte tra le forze politiche in Slovenia. Una strada già tentata da altri prima di lui in Slovenia con alterne fortune. Quello che è certo è che andrà a raccogliere consensi soprattutto in quella vasta ala liberale rimasta orfana della Democrazia Liberale, che ad ogni elezione cerca oramai un nuovo leader a cui affidarsi.
Sarà Golob l’antagonista principale di Janez Janša alle prossime elezioni. L’unico che sembra avere il carisma necessario per contrapporsi al padre padrone del centrodestra ed alle sue mire di portare la Slovenia verso l’Ungheria e il resto dell’Europa centrorientale. La sua discesa in campo, a lungo annunciata, si è concretizzata mercoledì scorso, quando ha preso le redini di un partitino ecologista extraparlamentare, che ha subito cambiato nome diventando il “Movimento libertà”. La segreteria generale del partito è stata affidata ad un altro goriziano, l’ex sindaco di Nova Gorica Matej Arčon, uno dei suoi collaboratori alla GEN-I, l’azienda di distribuzione elettroenergetica che sino a ieri era guidata da Golob. È stata proprio la mancata riconferma ai vertici aziendali a determinare il suo ritorno in politica. Era già stato segretario di Stato al tempo di Janez Drnovšek e poi anche vicepresidente del partito del sindaco di Lubiana, Zoran Janković. La sua è la figura di un manager che si è sempre occupato di politica. Tra i suoi successi quello di aver diretto un’azienda che ha guadagnato un sacco di soldi, ma che ha anche consentito agli sloveni di avere bollette di luce e gas calmierate. Quelli che lo conoscono dicono che lo ha fatto con la convinzione profonda di dover restituire qualcosa alla comunità, ma anche per una sorta di autocompiacimento. In sintesi, è stato uno che per i canoni sloveni ha guadagnato tantissimo, ma che ha anche sempre pagato le tasse senza battere ciglio e senza cercare sotterfugi o oasi fiscali all’estero per sottrarsi al fisco.
Preoccupazione a destra e – in parte – a sinistra
Contro di lui non mancheranno di piovere gli strali del centrodestra. Il premier Janez Janša è già partito all’attacco con una serie di tweet offensivi che giocano anche sul suo nome: Golob (letteralmente piccione), ma anche nel centrosinistra sono preoccupati. Proprio in quell’area il nuovo Movimento potrebbe fare incetta di voti. In generale, però, a sinistra sono in molti ad essere contenti della sua discesa in campo. A giocare non sono nemmeno tanto le politiche che si ripromette di fare, ma soprattutto la consapevolezza che anche questa volta si è riusciti probabilmente a tirar fuori dal cilindro il “piccione” in grado di battere il nemico di sempre.
Golob, intanto, ha deciso subito di puntare diritto sulla carta dell’antijanšismo, tanto che ha immediatamente chiamato alla vicepresidenza del partito Urška Klakočar Zupančič, un ex giudice del tribunale di Lubiana, perseguitata dopo che aveva pubblicato sul suo profilo social una serie di considerazioni poco edificanti contro il premier Janez Janša, mentre appare certo che accanto a lui alle prossime elezioni ci saranno anche un’altra serie di personaggi che sono stati defenestrati durante il suo governo.
Gli analisti dicono che se dovesse vincere le prossime elezioni grazie al suo carisma, non dovrebbe avere problemi a trovare gli alleati per formare il suo esecutivo. L’operazione non era riuscita, anni fa, a Zoran Janković, un altro manager prestato alla politica, ma Golob sarebbe fatto di tutta un’altra pasta. Un’altra questione sarà invece quella di tenere insieme l’ennesimo riottoso governo di centrosinistra ed anche quella di far entrare nelle simpatie del paese quello che agli occhi di molti sembra un eccentrico personaggio con i capelli lunghi e spettinati, che viene dalla periferia.
Bisognerà vedere se Golob capirà che gestire la Slovenia è una cosa ben diversa da quella di guidare una azienda, dove i sottoposti sono disposti a seguire senza discutere la via tracciata dal capo. Quest’ultimi lo hanno applaudito entusiasticamente anche nella sua ultima conferenza stampa in cui ha tracciato i successi della GEN I, annunciando la sua discesa in campo e l’intenzione di applicare al paese il modello vincente con cui ha gestito l’impresa. Sin ora è stato bravissimo a gestire “sistemi” e la sua concezione del mondo sembra essere fatta di “collettivi” che credono nella sua guida. Adesso non rimane che attendere di vedere come se la caverà quando sarà costretto a confrontarsi con i bisogni dei cittadini e soprattutto se saprà accettare le molte individualità e diversità caratteristiche della società. C’è così chi si chiede se un personaggio abituato a camminare in testa al gruppo ed a guidare la truppa, saprà capire che adesso il suo compito sarà anche quello di stare dietro per aiutare coloro che non ce la fanno a tenere il passo. Resta inoltre ancora da capire come gestirà coloro che proprio non vorranno saperne di seguire la sua strada e quelli che ad un certo punto decideranno di andare da un’altra parte.