Slovenia: campagna d’agosto

I primi di ottobre gli sloveni sceglieranno il nuovo parlamento. Nonostante le ferie di agosto si è già nel pieno della campagna elettorale. Un articolo di Ales Glaube (TOL), traduzione di Barbara Sartori, Osservatorio sui Balcani.

27/08/2004, Redazione -

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Anton Rop, premier sloveno

A meno di un mese e mezzo dalle elezioni generali la Slovenia si trova nel mezzo di un’accesa campagna, nonostante si sia in pieno agosto. I partiti stanno completando le loro liste di candidati e ritoccando le loro strategie elettorali.

La posta in gioco è alta alle elezioni parlamentari del 3 ottobre: i Liberaldemocratici (LSD), attualmente al governo, potrebbero essere spazzati via e rimpiazzati da un governo di centro-destra.
L’LSD è stato al potere per la maggior parte della storia dello Stato dall’indipendenza del 1991.
L’attuale Presidente sloveno, Janez Drnovsek, è stato a capo di tre coalizioni di governo guidate dall’LSD prima di consegnare nel 2002 la carica di premier al Ministro delle finanze Anton Rop.

L’LSD è stato escluso dal potere solo per sei mesi nel 2000, quando riuscì una mozione di sfiducia contro il governo di Drnovsek. Subentrò una coalizione di destra composta dai Social Democratici (SDS), ora rinominatisi Partito Democratico Sloveno, dalla Nuova Slovenia (Nsi) e dal Partito degli Sloveni (SLS), che però fu "fatta sloggiare" alle elezioni dell’ottobre 2000. L’LSD ritornò al potere con un trionfo: ottenne il 36.26% dei consensi, la più alta percentuale di voti che un partito politico abbia mai ottenuto dall’indipendenza della Slovenia.

L’Lsd ha fatti il suo tempo?

Sarà quasi impossibile che questa volta l’LSD possa ripetere quel successo. L’LSD ha già ricevuto un brutto colpo alle elezioni del 13 giugno per il Parlamento Europeo, che hanno scosso profondamente il partito. Prevedeva di ottenere tre deputati ma ne ottenuti solo due; il suo più giovane partner, la Lista Unificata dei Social Democratici (ZLSD), sperava di ottenere due seggi e ne ha invece ricevuto uno. L’opposizione ha superato i suoi più rosei sogni: l’Nsi e l’SDS hanno ottenuto due parlamentari europei ciascuno.

I risultati sono stati in parte un riflesso dell’alienazione del pubblico dagli "affari europei" ma anche un forte segno di insoddisfazione per il comportamento arrogante della coalizione di governo. Solo il 28% di coloro che possono votare si sono fatti vivi per dare il loro voto, un chiaro indizio che gli elettori di centro sinistra erano rimasti in gran numero a casa in segno di protesta contro il comportamento dei partiti nei quali si riconoscevano.

Nei mesi precedenti alle elezioni europee, i media sloveni hanno dato ampio spazio a vicende di corruzione in seno all’élite di governo, accrescendo la sensazione tra la gente normale che le leggi vengano applicate con parametri non certo omogenei.

La maggiore preoccupazione della sinistra è perciò quella di recuperare il voto dei propri elettori. L’affluenza di elettori alle elezioni generali è calata gradualmente dall’anno dell’indipendenza, dall’85.6% nel 1992 al 70.1 nel 2000.

Mentre l’LSD ed altri partiti di centro sinistra cercheranno di infondere nuova fiducia tra i loro elettori, i partiti all’opposizione stanno mirando a far propri i voti dei sostenitori dalla sinistra delusi dal proprio governo. La lotta per i voti che oscillano tra destra e sinistra sarà accanita; gli ultimi sondaggi d’opinione mostrano che quasi il 37% dei potenziali elettori sono ancora indecisi. Un sondaggio d’opinione dell’8 agosto della TV Slovenija ha previsto che l’LSD avrebbe vinto le elezioni con l’11.4% se si fossero tenute il sabato dopo, seguito dall’SDS con il 10%, il Nsi con il 6.4% e l’ZLSD con il 4.7%.

Operato del governo sotto scrutinio

L’ingresso della Slovenia nella NATO e nell’Unione Europea all’inizio di quest’anno ha permesso al governo di centrare i suoi maggiori obiettivi di politica estera e perciò ha rimosso questi dall’essere i principali temi della campagna elettorale. Mentre nel 2000 e nelle elezioni precedenti gli affari di politica estera – in particolare le riforme interne richieste per divenire membri delle organizzazioni euro-atlantiche – hanno dominato per la maggior parte l’agenda, quest’anno al centro dell’attenzione è direttamente il rendimento del governo sloveno negli ultimi quattro anni.

La corsa per accaparrarsi il sostegno degli elettori è già iniziata il 29 giugno scorso con una mozione parlamentare contro l’intero governo. I partiti all’opposizione SDS e Nsi hanno accusato il governo di esser venuto meno alle promesse fatte all’inizio del suo mandato, di scarsa capacità di governo, di favoritismi, di crescente corruzione. Le 44 pagine di imputazione sostenevano che il governo avesse operato particolarmente male da quando Rop era succeduto a Drnovsek come Primo Ministro.

L’opposizione ha anche preso di mira i "trascorsi economici" del governo, i grossi accumuli di lavoro arretrato del tribunale che privano i cittadini della loro capacità di cercare la giustizia, i crimine impuniti dei funzionari ed il presupposto fallimento del governo nell’adottare un effettivo programma di riforma sull’assistenza sanitaria.

Nelle ultime tre settimane, diversi ministri come lo stesso Primo ministro hanno ribattuto alle accuse mossegli. Il 12 agosto Rop ha spedito al Parlamento una risposta di 345 pagine alla mozione d’interpellanza. Questa apre la strada affinché venga a fissata una data per un dibattito sull’interpellanza.

Nonostante che secondo le procedure slovene un’interpellanza possa culminare in un voto di sfiducia, i partiti all’opposizione non hanno intenzione di richiedere questo tipo di voto così vicini ad un’elezione e si accontentano di un dibattito parlamentare sull’operato del governo.

L’opposizione preferirebbe organizzare il dibattito nelle ultime due settimane immediatamente prima dell’elezione, ma la coalizione di governo desidera affrontare l’accusa entro la fine di agosto, diminuendo la probabilità di un’oscillazione di voti all’ultimo minuto.

Gli analisti politici affermano comunque che il dibattito sull’interpellanza non avrà un impatto decisivo sul risultato dell’elezione – almeno non per gli elettori che hanno già fatto le loro scelte. Comunque, se l’opposizione dovesse anche sollevare durante il dibattito le accuse di favoritismo e corruzione, potrebbe perfino riuscire a persuadere i tradizionali elettori di sinistra delusi dall’attuale coalizione di governo a votare per l’opposizione o ad astenersi.

Lite sulle poltrone all’estero

L’unico argomento di politica estera che può ancora suscitare l’interesse degli elettori durante la campagna è la nomina di Janez Potocnik come primo commissario sloveno dell’Unione europea. Il governo ha deciso il 28 luglio di nominare Potocnik, l’attuale commissario provvisorio dell’UE, per questa carica di alto livello nella nuova équipe di Jose Manuel Durao Barroso, cosa che ha indispettito il principale partito dell’opposizione, l’SDS.

Il quarantaseienne economista e Ministro per gli affari europei dal gennaio 2002 all’aprile 2004 è meglio conosciuto come il capo negoziatore degli sloveni durante i colloqui per l’accesso all’UE. Fu nominato commissario dell’UE dopo che la Slovenia diventò membro dell’UE e lavorò insieme al commissario per l’ampliamento Guenter Verheugen. Ma l’SDS ha affermato che Rop avrebbe dovuto concordare la nomina con l’opposizione e che avrebbe dovuto proporre più candidati a Barroso, tra i quali quest’ultimo avrebbe potuto scegliere.

L’SDS mette in dubbio l’imparzialità politica di Potocnik, affermando che era coinvolto nella campagna elettorale della coalizione di governo per le elezioni europee. "Questo non dimostra l’integrità morale di una persona che dovrebbe rappresentare per i prossimi cinque anni gli interessi della Slovenia nell’organismo più importante dell’UE", ha affermato il 26 luglio scorso il leader dell’SDS Janez Jansa. Potocnik inoltre è apparso ad un raduno prima delle elezioni dell’LDS, ma ha in seguito dibattuto che se avesse voluto rimanere coinvolto nella campagna avrebbe potuto scegliere altre strade.

É probabile che Potocnik sia solo un esempio di come si crede che la coalizione di governo si prenda cura solamente dei suoi sostenitori. In aggiunta a questo caso, l’opposizione sosterrà che i partiti al governo stanno cercando di insediare i loro quadri in posizioni chiave della pubblica amministrazione per salvaguardarsi contro una possibile sconfitta elettorale. Jansa definisce questo tipo di cariche un’ "aggressione alle tasche dei contribuenti".

I funzionari governativi hanno rigettato queste accuse, affermando che le asserzioni di Jansa non hanno senso. Secondo il commissario governativo per le cariche, Pavel Gantar, su 46 uffici di direttori in tutti i ministeri della Slovenia, il governo ha nominato solo un direttore generale dall’adozione della legge sui funzionari pubblici del giugno 2002.

Ciononostante in una grande quantità di servizi sulla stampa alcuni candidati per cariche nella pubblica amministrazione si sono lamentati di favoritismi nel processo di selezione ed hanno intensificato la convinzione pubblica che conoscenze informali e di amicizia con coloro che prendono le decisioni contino di più delle referenze professionali.

Quando l’ex Ministro degli esteri Zoran Thaler dell’LDS fu nominato il 10 agosto CEO della seconda azienda privata in grandezza di telecomunicazioni mobili della Slovenia, la Simobil, l’opposizione gridò nuovamente allo scandalo. In una dichiarazione del 11 agosto, l’SDS ha affermato che la nomina di Thaler comporta che ora l’LDS ha il controllo di tutti i servizi di comunicazione in Slovenia. La dichiarazione sosteneva che la sicurezza dei dati personali e la protezione della privacy erano in pericolo.

I proprietari della Simobil, la Mobilkom Austria, hanno respinto le affermazioni dell’SDS, dicendo che Thaler, uomo d’affari negli ultimi sette anni, è stato scelto per le sua qualifiche professionali. " È facile capire che comunque durante le vacanze estive ed in un periodo precedente alle elezioni si stiano politicizzando numerose questioni", ha detto lo stesso giorno Boris Nemsic, presidente dell’organo di supervisione della Simobil.

L’SDS ha accusato il più grande operatore mobile dello Stato, la Mobitel, ancora in gran parte di proprietà statale, di tenere sotto controllo i propri clienti. Il partito fonda l’accusa su un caso di sei anni fa. Nel 1998, il giornalista Tomaz Ranc della TV Slovenija, ha realizzato un reportage su uno scandalo in cui erano coinvolti un certo numero di funzionari del Ministero degli interni. La polizia giudiziaria accusò Ranc di aver rivelato dei segreti di Stato e mentre cercava di stabilire la fonte dei suoi rapporti, ha ottenuto illegalmente una lista delle sue chiamate telefoniche. Più tardi si è scoperto che la lista era stata preparata prima che la polizia avesse ottenuto un permesso del tribunale che le permettesse di fare ciò.

La Mobitel ha fortemente negato l’accusa. "La Mobitel rispetta tutta la legislazione sulla protezione dei dati personali. Al fine di provarlo, invitiamo la commissione parlamentare che sorveglia la sicurezza ed i servizi segreti a farci visita", ha detto il 13 agosto il capo della sicurezza della Mobitel Marko Pogorevc. Pogorevc è un ex capo della polizia. Ha rassicurato il pubblico, " non c’è stato nessun caso di abuso di dati personali e questa sarà una delle conclusioni della commissione".

Terremoto politico

Un altro argomento elettorale scottante potrà essere l’efficacia del governo nell’assistere un’area colpita dal terremoto nella parte ovest dello Stato. Sei anni dopo che un devastante terremoto ha colpito la regione di Posocje (nel 1998), la terra ha tremato ancora lo scorso 12 luglio. Il terremoto di quest’anno è stata valuto al 4.9 della scala Richter (quello del 1998 raggiunse il 5.6).
Circa 400 costruzioni hanno subito danni. Tra queste c’erano molte case che erano state ricostruite dopo il terremoto del 1998 e dichiarate antisismiche. Molti proprietari delle case stanno ancora ripagando i prestiti ottenuti per la ricostruzione delle 4.000 costruzioni che rimasero danneggiate sei anni fa.

Il 18 luglio i residenti di Bovec, una delle città colpite dal terremoto, hanno richiesto che vengano ritenuti responsabili coloro a cui vanno "imputate" le scadenti ricostruzioni. Vogliono sapere perché gli edifici ristrutturati non hanno resistito all’ultimo terremoto mentre le nuove costruzioni ne sono uscite più o meno senza un graffio – nonostante le garanzie che le case ricostruite sarebbero state antisismiche. Inoltre i residenti disillusi hanno richiesto che lo Stato rilevi i debiti di coloro a cui è stata nuovamente danneggiata la casa.

La ricostruzione degli edifici è un argomento di facile comprensione che risuona ampiamente tra la popolazione; potrebbe essere difficile per l’opposizione resistere all’opportunità di usare questo argomento per inveire sul governo.

Alla ricerca di una visione

Da quando la Slovenia è entrata nell’Unione Europea e nella NATO, al centro del dibattito sul futuro della Slovenia c’è stato il vuoto. In passato tutte le politiche giravano intorno a questi due principali obiettivi. Ora che sono stati raggiunti, è necessaria una nuova visione per il futuro.Una moltitudine di forum e conferenze sono state dedicate a questa ricerca di una "vision".

Il Presidente Drnovsek ha iniziato lo scorso anno in ottobre ad avere colloqui sul futuro della Slovenia con intellettuali di rilievo, studiosi e scrittori, discutendo una serie di argomenti dalla politica estera a quella sociale. L’ex Presidente Milan Kucan ha creato in marzo un gruppo di società civile, il Forum 21, che riunisce influenti leader economici al fianco di normali cittadini.

Dato che la voce di Kucan è ancora profondamente rispettata tra gli Sloveni, l’approvazione di un partito da parte dell’ex Presidente potrebbe probabilmente influenzare il risultato elettorale. Come contrappeso contro l’influenza di Kucan sulle politiche slovene, i partiti all’opposizione SDS e Nsi hanno istituito il 23 giugno una assemblea di società civile, dove hanno anche discusso del futuro del Paese ed hanno esortato le persone a votare per il cambiamento alle prossime lezioni.

Il governo da parte sua ha presentato il 16 giugno un nuovo progetto strategico per lo sviluppo della Slovenia. L’obiettivo della strategia è di far aumentare al 5% la crescita economica annuale della Slovenia e di diventare entro il 2013 uno tra i 10 Paesi membri dell’UE maggiormente sviluppati. L’opposizione ha già respinto la strategia definendola irrealistica. Mentre la campagna elettorale sta proprio raggiungendo il pieno fervore, è ancora troppo presto per predirne il risultato. La maggior parte degli analisti politici credono che la formazione della prossima coalizione di governo sarà un’impresa difficile e lunga dato che ne la sinistra ne la destra otterranno abbastanza voti per formare un governo di partiti caratterizzati da sintonia politica. I politici stanno lasciando la porta aperta per qualsiasi tipo di combinazione post-elettorale – tant’è che non si sta escludendo nemmeno una grande coalizione composta da LDS, SDS e Nsi.

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