Settimana della Moda, la prima volta di Yerevan
C’è grande attesa a Yerevan per la prima edizione della Settimana della Moda armena che si terrà a inizio luglio. L’evento è ambizioso, ed è il primo nel suo genere nel paese
L’Armenia non ha mai avuto una Settimana della Moda di respiro internazionale, e perché prenda forma un evento di questo tipo devono giungere a maturazione varie componenti. Ne abbiamo parlato in una soleggiata mattinata a Yerevan con uno dei due organizzatori dell’evento, Vahan Kachatryan, Presidente della Camera di Moda e Design.
Avevamo parlato con Vahan nel 2016, quando la sua carriera di stilista si stava affermando. All’epoca aveva espresso il desiderio di essere un apripista, e segnalato quanto fosse importante uscire da un certo isolamento del paese dal mondo della moda.
A distanza di sette anni nasce la prima Settimana della Moda, che porterà sulle passerelle 25 stilisti armeni o di origine armena. Oltre ai cittadini armeni sfileranno infatti tre armeni della diaspora da Francia, Libano e Federazione Russa, davanti a un pubblico internazionale: una trentina di ospiti del settore e della stampa specializzata da Inghilterra, Germania, Emirati, Libano, e – nella parte del leone – Italia assisteranno a una tre giorni di sfilate, dall’1 al 3 luglio, più tre di showroom. Ci sarà poi un programma culturale per gli ospiti, anche se i tempi sono limitati, per far conoscere ed apprezzare il paese e la sua cultura.
Abbiamo chiesto a Vahan cosa ha reso possibile in questi anni arrivare a questo progetto ambizioso, quali elementi abbiano creato la massa critica per fare un salto di qualità. “Passare da una sfilata a venticinque in un solo evento non è banale. Per cui il primo requisito è che fossimo pronti noi, gli stilisti e l’organizzazione. Ma questo è solo un ingranaggio di un meccanismo molto più complesso che rende possibile una Settimana della Moda”. Un secondo requisito importante è la soglia di interesse che si deve valicare verso un prodotto perché questo attiri a sufficienza da diventare evento. Il prodotto è la moda e il tessile armeno.
La nuova vita per il tessile armeno
Il tessile armeno ha una tradizione antica, ma è meno brandizzato delle vicine produzioni per esempio di Turchia o di Iran. Dai tappeti alle stoffe, alle stampe su stoffa, la cultura armena ha generato una realtà espressiva e prodotti di qualità che però non sono divenuti ad oggi riconoscibili e commercializzabili quanto appunto quelli di oltre confine. Ma sulla base di queste conoscenze e professionalità pregresse nell’ultima decade ha preso forma una produzione interna che man mano ha conquistato in primis l’attenzione nazionale.
“Se bisogna cercare nella sfortuna un pizzico di fortuna, un incoraggiamento a rivalutare la produzione interna è arrivato dalla guerra del 2020. Lo shock bellico ha portato molti armeni a boicottare i prodotti turchi, inclusi quelli tessili, e a prestare maggiore attenzione alla produzione locale. Nel momento in cui è successo, gli stilisti armeni erano pronti con i loro prodotti e oggi nella centralissima Sayat Nova, al civico 5, c’è 5concept , un negozio che espone le collezioni di creazione armena dove armeni e stranieri possono scoprire e acquistare moda armena.”
L’unione dei creativi ha fatto forza non solo nel riuscire a conquistare uno spazio espositivo nel centro della città, ma anche nel creare uno strumento che potesse fungere da gruppo di pressione per chi opera nella moda. È nata così la Camera di Moda e Design , con lo scopo di fornire una piattaforma per tutti i designer per – come recita la sua mission – “unire gli sforzi in un’organizzazione unificante per sostenere le loro esigenze e sfide, nonché rappresentarli nelle relazioni con fornitori, funzionari governativi e altri partner in Armenia e all’estero.”
Il ruolo delle istituzioni
E infatti uno dei meccanismi che si è dovuto sbloccare perché la Settimana della Moda prendesse forma è stato il supporto di agenti nazionali e internazionali che lo finanziassero. Il governo ha recentemente varato una Strategia per l’industria tessile, la prima adottata di questo tipo. È nato nel ministero dell’Economia un Dipartimento per l’industria tessile e creativa.
Insomma, il governo si è mosso nella direzione della valorizzazione del settore e ha reso disponibile una buona percentuale di finanziamenti per la Settimana della Moda. Poi c’è la fondazione tedesca GIZ (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit). Sono intervenuti anche sponsor privati. Molto attivi anche gli inglesi che hanno finanziato una Fashion Scout all’interno dell’evento che garantirà ai vincitori la visita alla London Fashion week e un tirocinio in un’azienda di moda di Firenze .
Vahan ci dice: “I fondi sono limitati, è la prima edizione e si dovrà creare un buon giro perché la Settimana diventi un evento fisso. È uno sforzo per tutti, e il budget iniziale è lievitato man mano che l’evento prendeva forma. Non è stato facile perché il primo criterio per l’assegnazione dei fondi è l’assoluta trasparenza, per cui i margini di approssimazione dei capitoli di spesa erano risicatissimi, ma ce l’abbiamo fatta e siamo riusciti a mettere insieme la logistica, lo spettacolo, e team professionali”. L’organizzazione cade sulle sue spalle e su quelle della collega Helen Manukyan, che cooperano e coordinano i vari team: modelle, trucco, amministrazione, tecnici vari che si occuperanno del flow delle sfilate.
La Settimana della Moda di Yerevan arriva quindi a culminare un processo. Sono anni che il mondo della moda armena cresce, che crea contatti internazionali attraverso le altre Fashion Week, o realtà come il White Milan e Pitti Super, che si propone al pubblico nazionale e internazionale e che crea spazi per un settore che ha un suo ruolo storico nell’identità del paese, e che ora ha anche un riconoscimento istituzionale. Allo stesso tempo la Settimana della Moda si ripropone di essere il primo passo di un nuovo processo che porterà a maturazione quanto fatto finora, garantendo una nuova dimensione e visibilità.