Serbia: un vampiro per rilanciare l’economia locale

C’è chi si inventa piramidi e chi invece torna alla buona e solida tradizione dei vampiri, che con quella, nei Balcani, non si sbaglia mai. Nel villaggio di Zarozje, Serbia occidentale, si è scoperta la casa del primo vampiro serbo. E girare senz’aglio è pericoloso

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Zarozje, dal web

Un ghigno sul volto di un uomo senza denti, rivoli di sangue che gli scendono dalle gote. E tutt’intorno collane d’aglio e croci fatte di legno. E’ questa l’immagine che accoglie, su un cartellone, i visitatori del villaggio di Zarozje, all’estremità occidentale della Serbia. La scritta sotto l’inquietante immagine recita: "Benvenuti a Zarozje. Cittadina che ha dato i natali al primo vampiro serbo", meglio conosciuto dagli addetti ai lavori come Sava Savanović.

L’ex consigliere comunale Miodrag Jovetic, 67 anni, ha cercato per anni d’invogliare i turisti a visitare questo paese di circa 1.000 abitanti, per dare in questo modo una spinta all’economia locale. E questa volta forse è riuscito a raggiungere il suo scopo.

Recentemente infatti ha avvisato i suoi concittadini che il tetto del mulino dove Sava aveva fissato la propria dimora sin da quando le sue spoglie erano ancora mortali era crollato, lasciando il suo malvagio occupante senzatetto. Da navigato politico Jovetic ha omesso il fatto che il tetto è crollato in realtà lo scorso inverno ed ha invitato tutti a prendere le dovute precauzioni.

I tempi si sa sono quello che sono. Tra i diari dei vampiri, i bestseller e le bevande dal gusto sanguigno, un vampiro è sempre un vampiro, attira l’attenzione, e fa crescere il giro d’affari. E se si parte da zero, come a Zarozje, di sicuro anche il vampiro un miglioramento riesce a provocarlo. L’avvertimento ha preso rapidamente vita ed ha cominciato a camminare con le proprie gambe. Quando il tabloid locale si è buttato a capofitto sulla questione per i media internazionali è stato come avvistare un vitello grasso per il cenone di Natale.

In molti hanno citato Jovetic e il suo invito si è subito trasformato in un “provvedimento municipale” nel quale si invitano i cittadini a rifornire le proprie case di aglio e a portare sempre con sé una croce di legno. Non c’era nulla di più importante su cui legiferare? In molti se lo sono chiesto, ma se addirittura il provvedimento era fittizio, la questione s’è capovolta e la domanda è diventata irrilevante. L’importante è attirare l’attenzione. "E’ solo un costume che abbiamo ereditato dai nostri antenati. Qui siamo persone molto religiose, ognuno di noi ha una croce di legno, cosiccome una pianta di aglio", ha replicato piccato Jovetic.

La leggenda narra che Sava, imponente figura di quasi due metri d’altezza, vivesse da solo nel suo mulino e si trasformò in vampiro in seguito alla sua morte. Nessuno è sicuro della data. Ma d’altronde l’alone di mistero alimenta la leggenda. Da allora la storia si tramanda. Jovetic insiste che il mulino deve essere riparato senza indugio in modo da non dare adito alla rabbia delle forze oscure: "Avremmo dovuto farlo riparare tempo fa. È meglio non sfidare il destino".

Gli abitanti del posto non hanno accesso a Internet, ma quando hanno sentito che il loro vampiro li sta rendendo famosi nel mondo si sono rallegrati. "Dobbiamo mantenere viva la leggenda e, se necessario, insaporirla un po’”, ha dichiarato candidamente un abitante del villaggio mentre orgoglioso tirava fuori spicchi d’aglio dalla tasca. "E’ divertente! Noi tutti abbiamo una pianta d’aglio, da piccoli ci insegnano che va sempre appeso al soffitto, sotto il tetto".

Dopo un primo precoce endorsment, l’Ufficio del Turismo della Serbia ha fatto marcia indietro sostenendo, tramite la portavoce Danijela Vlatkovic, che “questo tipo di mitologia non dovrebbe essere utilizzato per la promozione ufficiale del paese”. Va bene tutto ma l’infestazione dei vampiri no.

Nei Balcani, leggende e tradizioni sono comuni e diffuse, e quasi ogni paese ne ha molte che risalgono fino al 14mo secolo, dichiara l’esperto statunitense di storia dei Balcani, James Lyon. Ma anche in questo caso a detta dell’esperto i Balcani si differenziano e si metterebbero nei guai con le proprie mani. "I vampiri nella cultura slava non sono vampiri scintillanti come in “Twilight”. Non sono potenziali fidanzati" come Edward Cullen della saga di vampiri di Stephanie Meyer. "Se un vampiro ti morde, non si entra a far parte della schiera, si muore e basta", e con questo possiamo dare il nostro commiato a folle oceaniche di ragazzine piangenti alla vista della versione slava di Robert Pattinson.

Soluzioni originali sono richieste in tempi eccezionali, come quelli attuali. Si può biasimare un villaggio se ha provato a mettere il turbo all’economia tramite la sua tradizione di vampiri? Probabilmente la risposta dovrà attendere le statistiche sul flusso dei visitatori che hanno portato i loro euro e dollari a Zarozje, fino a qualche tempo fa puntino sulle mappe geografiche, ora casa del primo vampiro serbo.

 

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Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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