Serbia: un memoriale per lo Staro Sajmište
Il parlamento serbo ha approvato una proposta di legge per stabilire un memoriale nell’ex campo di concentramento di Staro Sajmište a Belgrado
(Originariamente pubblicato da Balkan Insight , il 24 febbraio 2020)
Con 159 voti favorevoli su un totale di 250, i deputati del parlamento serbo hanno votato lunedì scorso a favore della creazione di un memoriale presso lo Staro Sajmište per ricordare le vittime dei campi di concentramento nazisti durante l’occupazione di Belgrado nella Seconda guerra mondiale.
La legge stabilisce che il memoriale raccoglierà ed esporrà materiale proveniente da musei ed archivi, in modo da poter assicurare una “memoria duratura delle vittime dell’Olocausto”.
Circa 10.000 serbi, 7.000 ebrei e almeno 60 rom sono stati uccisi a Staro Sajmište tra il 1941 e 1942. Il campo era gestito dalle Waffen SS ma era la polizia serba ad occuparsi dell’arresto degli ebrei.
Dopo la guerra, nulla è stato fatto per preservare intatto l’ex campo di concentramento. Nel 1955 era stato eretto nelle vicinanze un monumento alle vittime.
Gli edifici erano stati da allora usati per uno svariato numero di attività fra le quali ospitare artisti, un ristorante e una palestra. Nel 2018 aveva suscitato polemiche l’apertura – in quegli stabili – di un ufficio del partito di governo del presidente serbo Aleksandar Vučić, il Partito progressista serbo (SNS).
Da diversi anni ormai le istituzioni serbe promettevano l’installazione di un memoriale.
Il Centro Simon Wiesenthal, importante organizzazione per i diritti umani, ha accolto positivamente la notizia.
“L’approvazione della legge segna la fase finale dei molti anni che son serviti a trasformare Staro Sajmište in un memoriale, che finalmente onorerà adeguatamente la memoria delle molte vittime del campo” ha dichiarato Efraim Zuroff, direttore della sezione Est Europa del Centro Simon Wisenthal.
Zuroff ha inoltre espresso la sua speranza che il centro possa “avere un ruolo centrale nell’educare la società sugli orrori perpetuati dai nazisti e dai loro complici ustaša [il movimento fascista croato della Seconda guerra mondiale]”.