Serbia, si lotta per il destino della REM

In Serbia la commissione per i media elettronici (REM) ha un ruolo fondamentale nel regolare il settore e la libertà di espressione, ma è strettamente controllata dal governo. Gli studenti in piazza lottano perché i suoi membri siano super partes e vengano eletti in modo trasparente

23/06/2025, Massimo Moratti -

Serbia-si-lotta-per-il-destino-della-REM

Gli studenti serbi bloccano la RTS - © Nikola93/Shutterstock

A fine aprile è stata registrata quella che è sembrata una prima importante vittoria degli studenti serbi che protestano da mesi contro il governo di Belgrado. Il 28 aprile la Commissione Cultura e Informazione del Parlamento ha infatti deciso di annullare il concorso in atto per la nomina del consiglio della Commissione Regolatrice dei Media Elettronici (REM) e di lanciarne uno nuovo.

Ben presto però, studenti ed esperti indipendenti sui media si sono resi conto che – ancora una volta – il processo di selezione dei nuovi membri del consiglio della REM non solo non avrebbe portato alla creazione di un organo regolatore indipendente, ma avrebbe molto probabilmente sottoposto di nuovo l’organismo ad uno stretto controllo politico, snaturandone le funzioni.

Fatti e misfatti della REM in Serbia

La REM svolge un ruolo fondamentale nel regolare i media elettronici in Serbia dato che, tra le tante funzioni, può concedere e revocare licenze, sanzionare media che violano la legge e proporre i membri del consiglio direttivo della televisione nazionale serba e di quella della provincia autonoma della Vojvodina.

In base alla nuova legge, emanata nel 2023, la REM dovrebbe esser costituita da esperti del settore super partes e scelti tramite una procedura che prevede che tali esperti vengano proposti da organizzazioni indipendenti e competenti, come per esempio le autorità nazionali per i diritti umani, i sindacati dei giornalisti, i rappresentanti della società civile e altre organizzazioni del settore.

Tra i candidati proposti, non vi possono essere rappresentanti del governo, né proprietari o azionisti di media esistenti, né funzionari di partito o altre persone in conflitto di interesse. La lista dei nominati viene poi approvata dal Parlamento serbo.

Da anni, però, la REM è considerata come uno dei pilastri fondamentali su cui si regge il sistema costruito dal Partito progressista serbo di Aleksandar Vučić e l’operato della Commissione è stato soggetto a numerose critiche.

Una delle principali rivolte alla REM è proprio quella di aver limitato il pluralismo dei media al punto che, fuori Belgrado e le città principali, si può sentire solo la voce dei partiti al governo: tutte e quattro le frequenze nazionali private sono state assegnate infatti soltanto ad emittenti televisive vicine ai partiti di governo.

Un’altra critica rivolta all’organismo è stata quella di tollerare la violenza nei reality e negli show delle TV e di aver quindi favorito indirettamente l’aumento della violenza nelle società che poi ha portato alle stragi del 2023.

Infine la REM, è stata più volte criticata dalle missioni di osservazione elettorale per il suo ruolo passivo mantenuto durante le elezioni, quando sono state segnalate violazioni delle regole sulla condotta elettorale.

L’operato della REM è fonte di “seria preoccupazione” anche per la Commissione Europea, come è stato fatto notare nel rapporto sulla Serbia del 2024. In seguito all’approvazione delle nuove leggi sui media del 2023, la REM avrebbe dovuto creare un nuovo consiglio entro il novembre 2024, ma a tutt’ora non è stato fatto nulla: un concorso è stato lanciato solo a fine novembre 2024, ma si è arenato a causa di irregolarità nel gennaio di quest’anno, dopo che numerosi candidati si erano ritirati denunciando violazioni della legge e abusi .

Le proteste studentesche e il blocco della televisione di stato

La televisione di stato, RTS, è stata fin dall’inizio criticata dalle organizzazioni studentesche per il suo silenzio nei confronti delle proteste studentesche. Gli studenti stessi raccontano di essersi resi conto che, fuori Belgrado, il resto del paese sapeva poco o nulla delle proteste.

Per questo motivo, a fine gennaio, oltre 50mila persone avevano protestato di fronte alla RTS chiedendo attenzione mediatica su quanto stava succedendo nelle strade. La protesta aveva avuto effetto, dato che la RTS da quel momento ha iniziato a coprire le manifestazioni studentesche ed un gruppo di lavoratori della RTS aveva espresso liberamente il proprio supporto agli studenti.

Il tutto però non bastava e ad aprile gli studenti hanno deciso di ripetere l’occupazione, bloccando sia gli studi di via Takovska che quelli di Košutnjak . L’operato della televisione è stato paralizzato e ha dovuto adottare un palinsesto di emergenza o addirittura condurre i notiziari sul terrazzo della RTS mentre gli studenti protestavano.

La richiesta degli studenti era molto esplicita: il concorso per la selezione dei membri del consiglio della REM doveva esser annullato e rifatto da capo. La REM ha il potere di nominare il consiglio direttivo della RTS, che decide la linea editoriale della televisione.

Il blocco è durato dal 14 al 28 aprile: gli accessi agli studi sono stati bloccati, gli studenti hanno presidiato gli edifici per due settimane, in un clima sereno e di festa , con tanto di programma fatto di musica e film. Durante le feste pasquali, gli studenti dell’università di Novi Pazar hanno dato man forte agli studenti di Belgrado. Il tutto sotto l’occhio attento dei veterani dell’esercito che hanno fatto da servizio di sicurezza agli studenti.

Il 28 aprile la situazione si è sbloccata e in un raro momento bipartisan, all’interno della Commissione Cultura, sia i rappresentanti dell’opposizione che quelli dei partiti al governo hanno votato per l’annullamento del concorso precedente e per indire un nuovo concorso . Il giorno stesso gli studenti hanno tolto il blocco agli studi della RTS che ha ripreso subito le trasmissioni.

La fine di una breve illusione

Il nuovo concorso è stato indetto pochi giorni dopo e a fine maggio sono state presentate le nomine per 46 candidati . Nel corso della procedura, però, come rilevato dall’organizzazione Gradjanske Inicijative che segue la procedura di nomina , le irregolarità sono state parecchie, incluse pressioni indebite dei ministeri su alcune organizzazioni della società civile affinché partecipassero al processo, anche senza aver le qualifiche, e votassero per i candidati suggeriti dai ministeri.

A queste ed altre obiezioni, la Commissione Cultura – che gestisce la procedura – non ha risposto in modo adeguato, respingendo tutte le obiezioni che erano state sollevate sulla regolarità del processo . Per questo motivo, il 13 giugno, con una lettera alla Commissione Cultura, 78 organizzazioni proponenti hanno deciso di ritirarsi dal processo e di ritirare i loro 18 candidati in segno di protesta per le manifeste violazioni della legge.

In seguito ai tali violazioni, come riportato dalla lettera, anche organizzazioni e candidati che chiaramente non avevano le qualifiche per partecipare al concorso erano stati comunque accettati dalla Commissione Cultura, che di fatto ha anche riconosciuto che la procedura di selezione non si stesse svolgendo in conformità con la legge.

Non è chiaro cosa succederà ora. Ana Brnabić, la presidente del Parlamento, ha detto che si troverà una soluzione . Non è chiaro quale sia tale soluzione: il timore è che si voglia portare a termine la selezione del consiglio della REM nonostante le irregolarità denunciate e che si possa quindi creare un organo che manchi dell’indipendenza e competenza necessarie.

Nel frattempo gli studenti hanno annunciato un’altra massiccia protesta a Belgrado il 28 giugno , nel fatidico giorno di San Vito. Per quanto riguarda la REM, gli studenti si sono già organizzati con un loro piano per assicurare la regolarità del processo e al momento non escludono azioni di maggior respiro.

Con ogni certezza la questione della REM, e della libera informazione in Serbia, ritornerà dalle aule del Parlamento alle piazze della protesta.