Serbia, sempre più lenta verso l’UE

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Bandiere della Serbia e dell'Unione europea - Ā© goja1/Shutterstock
20/09/2020
Ulteriore rallentamento nel processo di avvicinamento all’UE da parte della Serbia: nel 2020 Belgrado non ĆØ riuscita ad aprire nemmeno un nuovo capitolo negoziale con l’Unione, a causa delle crescenti critiche di Bruxelles verso lo stato di diritto nel paese. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [20 settembre 2020]
Zero: ĆØ questo il numero dei capitoli aperti nel 2020 dalla Serbia nei negoziati di adesione all’Unione europea. Un risultato deludente per chi sperava in un processo di avvicinamento più rapido del paese, considerato un pezzo fondamentale della futura integrazione dei Balcani occidentali nell’Ue.
Il vistoso rallentamento, però, non ĆØ frutto del caso: secondo il rapporteur per la Serbia al parlamento europeo, lo slovacco VladimĆr BilÄĆk, la mancata apertura di nuovi capitoli negoziali ĆØ anzi un segnale eloquente.
Intervistato dall’emittente regionale N1, BilÄĆk ha dichiarato che oggi ĆØ impossibile progredire nei negoziati āin mancanza di passi in avanti su stato di diritto, lotta alla corruzione e riforme istituzionaliā.
Una delle critiche più dure arriva sul fronte della formazione di un governo e degli organi parlamentari, che non sembra però essere nelle prioritĆ del presidente Aleksandar VuÄiÄ, nonostante siano passati tre mesi dalle elezioni politiche di giugno che hanno visto il suo Partito Progressista trionfare, anche a causa del boicottaggio di buona parte dell’opposizione.
Al momento la Serbia ha aperto diciotto dei trentacinque capitoli negoziali complessivi, chiudendone invece appena due. Fin dall’inizio del processo, gli occhi sono stati puntati sul capitolo āspecialeā, il trentacinque appunto, che riguarda gli irrisolti rapporti con il Kosovo.
Il vero problema al momento, però, sembra essere il carattere sempre più autoritario del sistema politico costruito da VuÄiÄ, accusato di aver ridotto i processi democratici a una pura formalitĆ : l’ingresso della Serbia nel 2025, più volte indicato da Bruxelles come obiettivo possibile, appare oggi ormai soltanto come una chimera.
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