Serbia: nuovo governo, vecchie facce
Nuovo governo a Belgrado, nel segno del presidente Vučić e delle continuità: il neo-premier Đuro Macut promette una via d’uscita alla crisi politica in atto nel paese dal tragico crollo della stazione di Novi Sad, ma nelle strade del paese continuano le proteste degli studenti

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Proteste studentesche a Belgrado - © Filip Vuskovic/Shutterstock
A quasi tre mesi dalle dimissioni del primo ministro Vučević, la scorsa settimana è stato varato il nuovo governo serbo, ponendo così fine alle speculazioni sulla strada che avrebbe intrapreso il partito al potere, o meglio il presidente Vučić: formare un nuovo esecutivo o convocare elezioni anticipate.
Dopo soli due giorni di discussione parlamentare e senza un vero dibattito, mercoledì 16 aprile, un giorno prima della scadenza del termine fissato dalla legge, Đuro Macut, medico specialista in endocrinologia, poco noto all’opinione pubblica per il suo impegno politico, è stato eletto primo ministro.
La votazione si è svolta per appello nominale: 153 deputati hanno votato a favore del nuovo governo, 46 contro, mentre 51 deputati hanno dissertato il voto. Il nuovo esecutivo è composto da trenta ministri e per molti aspetti assomiglia a quello precedente: una chiara espressione di una politica di continuità, con qualche volto inaspettato.
A sorprendere maggiormente è stata la nomina di Dejan Vuk Stanković come ministro dell’Istruzione. Docente della Facoltà di Scienze dell’Educazione e analista politico, Stanković è noto per il suo sostegno al principale partito di governo, ma anche come l’unico professore della sua facoltà contrario alle proteste studentesche.
Dopo l’annuncio della nomina di Stanković, l’organizzazione “Solidarietà femminile” lo ha accusato di molestie sessuali nei confronti delle studentesse, sottolineando che Stanković è noto a generazioni di studentesse come uno di quei professori da cui è meglio stare alla larga.
Dejan Vuk Stanković si è sentito male durante la seduta parlamentare in cui si è discusso della formazione del nuovo governo, per poi annunciare di voler denunciare chi ha diffuso le affermazioni su presunte molestie sessuali.
Nel frattempo, la Facoltà di Scienze dell’Educazione ha fatto sapere che contro il professor Stanković non è ancora stata sporta alcuna denuncia.
Per il plenum degli studenti di questa facoltà, la nomina di Stanković è “un insulto a tutti gli studenti e i docenti che quotidianamente si battono per un’istruzione di qualità, la professionalità e il rispetto degli standard etici nel sistema educativo”.
Un’altra sorpresa è stata la nomina di Boris Bratina come ministro dell’Informazione e delle Telecomunicazioni. Già direttore ad interim dell’Istituto per la cultura serba – Priština a Leposavić, Bratina è membro del consiglio di amministrazione del Movimento popolare serbo 1389 – una formazione di estrema destra – e grande oppositore del Gay Pride e dell’UE.
Durante una manifestazione organizzata nel 2009 in occasione del decimo anniversario dei bombardamenti NATO sulla Serbia, Bratina aveva bruciato una bandiera serba.
Quanto agli altri dicasteri, il nuovo ministro per i Diritti umani e delle Minoranze e per il Dialogo sociale è Demo Beriša, considerato “un albanese di regime” in Serbia. La comunità albanese, come alcune altre minoranze nazionali, ha espresso giudizi negativi sulla nomina di Beriša.
Ad accomunare il nuovo premier, il ministro dell’Istruzione e quello dell’Informazione è il loro sostegno agli “studenti che vogliono tornare in classe”, un sostegno espresso anche visitando l’accampamento allestito di fronte alla palazzo della presidenza della Repubblica.
Đuro Macut è noto anche per essere intervenuto al comizio di Vučić a Jagodina lo scorso 24 gennaio indossando un camice bianco da medico, gesto che ha suscitato il dissenso di gran parte della comunità medica.
Tra i nuovi vecchi ministri che hanno mantenuto le loro poltrone, spiccano l’”intoccabile” Ivica Dačić, leader del Partito socialista serbo (SPS) e ministro dell’Interno, Marko Đurić come ministro degli Esteri, Siniša Mali, fedelissimo di Vučić, come vice premier e ministro delle Finanze, e altri “lealisti” del presidente.
A rimanere fuori dal nuovo esecutivo è Aleksandar Vulin, ex vice premier e sostenitore di una stretta cooperazione con la Russia. Stando alle indiscrezioni, sono stati gli USA ad insistere sull’esclusione di Vulin.
Il programma del nuovo premier serbo è breve e privo di novità. Durante la presentazione del documento, durata poco di un’ora, Đuro Macut, con un tono pacato e piuttosto scolorito, ha citato alcune frasi del sovrano serbo Miloš Obrenović del 1830, ha invitato a ritornare nelle aule universitarie, parlando anche della necessità di avviare un dialogo, dell’”inverno demografico”, dell’Unione europea e della Republika Srpska.
“Sono venuto oggi in questa casa della nostra statualità per dire ai rappresentanti del popolo e ai cittadini che sono un uomo e un figlio del mio popolo, fedele alla nostra razza, vostro governatore e fratello. Ho accettato senza riserve il dovere che mi è stato affidato come un obbligo inatteso a cui, come fedele figlio della mia patria, non potevo sottrarmi, altrimenti avrei eluso il mio dovere verso il popolo e lo stato”, ha affermato Macut.
“Da questo momento – ha proseguito il premier – sottometto tutti i miei interessi e la mia vita allo stato serbo, invitandovi a lavorare insieme con dedizione per superare la crisi che ci ha colpito e per costruire e far crescere la Serbia affinché possa essere quello che veramente è e che deve essere: il fulcro della nostra unità, la nostra essenza, il nostro rifugio e la nostra libertà”.
Macut ha poi sottolineato che, da docente, è consapevole dei problemi che affliggono la scuola. “Le proteste e il malcontento sono un’espressione naturale della gioventù, ma non i blocchi e la negazione del diritto al lavoro, allo studio e a una vita normale”, ha affermato Macut, precisando che è suo dovere affrontare ogni insoddisfazione attraverso le istituzioni, rispettando la Costituzione e le leggi.
Il neo-premier ha dichiarato che i ministri dovrebbero più spesso “scendere tra il popolo”, annunciato che le sedute del governo si terranno anche in altre città, non solo a Belgrado.
Per Macut, l’obiettivo strategico del nuovo esecutivo è trasformare la Serbia in un paese leader dell’economia digitale nei Balcani occidentali, e non solo, preservando la stabilità finanziaria e sviluppando le infrastrutture in vista dell’EXPO 2027.
L’integrazione europea non è una strada a senso unico, ha affermato Macut, e l’UE ha bisogno di una Serbia europea tanto quanto noi abbiamo bisogno dell’UE. Per il nuovo primo ministro, il Kosovo resta una questione fondamentale di interesse nazionale, insieme alla salvaguardia dell’integrità territoriale e della sovranità.
I deputati dell’opposizione presenti alla seduta hanno criticato la composizione del nuovo governo, affermando che la leadership al potere non è capace di comprendere la situazione sociale del paese e che la formazione del nuovo esecutivo non porterà ad alcun cambiamento sostanziale.
Le forze di opposizione (comprese quelle che boicottano il parlamento) concordano sul fatto che la Serbia abbia ottenuto l’ennesimo governo di continuità, un governo che non avrà alcuna voce in capitolo, pertanto poco importa chi sono i nuovi ministri e ancor meno chi è il nuovo premier.
Dopo aver partecipato alla cerimonia di giuramento del nuovo governo, il presidente Vučić è uscito dal palazzo del parlamento dirigendosi verso il Pionirski park, da settimane occupato da “studenti che vogliono tornare in classe”, dove ha salutato centinaia di cittadini riunitisi “spontaneamente” nella speranza di incontrare il presidente e i nuovi ministri.
I presenti hanno accolto Vučić con ovvazioni “Aco, serbo”, rivolgendosi invece ai deputati dell’opposizione con grida “ustascia, ustascia”.
Dall’altra parte della recinzioni eretta dalla polizia, alcuni cittadini, con clacson e fischietti, hanno espresso il proprio malcontento per la formazione del nuovo esecutivo.
Intanto, proseguono le proteste studentesche e la crisi che sconvolge la Serbia non accenna a placarsi.
Lo scorso 15 aprile gli studenti ciclisti sono arrivati a Strasburgo, mentre i loro colleghi ultramaratoneti si preparano per un viaggio verso Bruxelles. A Kraljevo si è tenuta la più grande protesta della storia della città. La Radiotelevisione della Serbia (RTS) è bloccata da diversi giorni e ha difficoltà a trasmettere il programma.
Nel frattempo, sul sito web della BIA (intelligence serba) è stato pubblicato un rapporto del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) sull’uso di armi soniche lo scorso 15 marzo a Belgrado, in cui si afferma categoricamente che “durante la protesta non è stato utilizzato alcun dispositivo acustico di tipo LRAD di proprietà della polizia serba”.
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