Serbia, malati di reality
Insulti, risse, minacce di morte, pornografia, turpiloquio e simili. I reality in Serbia sembrano sfuggiti di mano. C’è chi li guarda ma c’è anche chi ne chiede la regolamentazione, quanto meno che li si sposti in fasce orarie protette ai minori
Il reality show come format televisivo è un esperimento sociale ben noto nella maggior parte dei paesi del mondo, anche in quelli più sviluppati e a tradizione democratica più avanzata che tutelano i diritti fondamentali e le libertà. Ciò che si vede in Serbia è tuttavia lontano dalla sua definizione primaria che punta all’osservazione del comportamento quotidiano di persone conosciute o sconosciute in situazioni reali e non sceneggiate.
Qui infatti, sotto la firma di accordi spesso incostituzionali o discriminatori e false promesse di lauti guadagni, vengono consentiti, anzi incoraggiati, comportamenti di ogni genere a partecipanti perlopiù con un passato o un presente “discutibile”, se non addirittura criminoso. Non solo, ma la messa in onda di tali show su canali a frequenza nazionale a tutte le ore del giorno e senza nessun tipo di censura scuote e divide sempre più le coscienze: tra chi vorrebbe vietarne completamente la messa in onda o almeno limitarne l’orario nelle fasce notturne, e chi non riesce a dire no a un pruriginoso bisogno di osservare le vite degli altri.
In realtà, i motivi per mettere completamente al bando i due reality show serbi più popolari, “Zadruga” e “Parovi”, sarebbero molti: violazioni dei diritti umani, scene di violenza gratuita, favoreggiamento della prostituzione, incitamento all’uso di droghe, turpiloquio… La decisione, anche a metà del guado e più blanda per non scontentare nessuno, come la limitazione nella programmazione alle fasce d’orario notturne perché più protette, spetterebbe al Consiglio dell’Organo Regolare dei Media Elettronici (REM ), che però al momento decisivo ha sempre fatto spallucce.
“Zadruga” e “Parovi”
“Zadruga” (Cooperativa), sicuramente il più seguito e costoso reality show della storia serba, va in onda dal settembre 2017 sul canale “Pink” di proprietà del discusso magnate serbo Željko Mitrović. Lo spettacolo, grandioso, e per la cui preparazione sono stati coinvolti specialisti da Hollywood, viene trasmesso da Šimanovci, un sobborgo di Belgrado; qui su oltre due ettari di terreno, i partecipanti o soci della cooperativa, vengono rinchiusi e isolati dal resto del mondo per nove o dieci mesi ingolositi da un premio finale di 50.000 euro; della scenografia, imponente e che impegna ogni giorno decine di maestranze, fanno parte un lago artificiale, una sorta di enorme ”Casa Bianca”, casinò, bar, cinema, teatro, ristoranti e saloni di bellezza. Naturalmente, come in tutti i reality che si rispettino, ogni settimana il pubblico da casa ha la facoltà di decidere le nomination o le eliminazioni dei partecipanti.
Fin qui niente di strano, ma se scorriamo il curriculum del format di questi anni c’è da rabbrividire: un partecipante arrestato perché sospettato di aver ucciso la moglie, una minorenne coinvolta nel giro della prostituzione prima di entrare nella casa, un altro concorrente squalificato perché reo di aver attaccato fisicamente dei partecipanti e condannato a un anno di domiciliari. Infine, proprio pochi giorni fa, l’entrata nel gioco di un uomo finito in carcere per risse e problemi di droga. Come se non bastasse in questi mesi lo show non si è fermato nemmeno durante la pandemia da Covid-19 scoppiata a marzo, sebbene vari concorrenti eliminati dal gioco e gli stessi addetti ai lavori avessero prima negato e poi ammesso di essere stati contagiati dal virus durante la loro permanenza.
“Parovi” (Coppie) è l’altro reality show che va in onda (24 ore al giorno), con successo dal dicembre 2010, sul canale “Happy”. Le dinamiche sono più o meno le stesse. I concorrenti vivono insieme, sotto costante sorveglianza, in una grande villa che si trova nella municipalità di Zemun; hanno a disposizione una grande camera da letto da 24 posti, una cucina attrezzata, un ampio soggiorno, una stanza segreta, tre stanze di isolamento, una grande piscina e un ampio cortile. Per le prime due stagioni il reality ha visto la partecipazione di coppie vere, ma dalla terza stagione il format è cambiato a causa delle difficoltà nel trovare delle coppie nella realtà. “Parovi” non ha purtroppo un curriculum migliore: molestie, intimidazioni, violenza, discorsi osceni, razzismo, violazione dell’integrità fisica e mentale sono solo alcune delle accuse rivolte alla TV che ne possiede i diritti, la quale ha ricevuto ammonimenti, diffide e una volta anche un divieto di andare in onda.
I tentennamenti dell’Organo regolatore dei media (REM)
L’unico Organo che potrebbe fermare o almeno limitare questa rappresentazione umiliante, mistificatoria e pericolosa della società serba è il REM (Organo Regolare dei Media Elettronici), il cui Consiglio più volte è stato chiamato a una decisione sull’opportunità della messa in onda di questi spettacoli nelle tv a frequenza nazionale durante le ore del giorno. Vida Petrović Škero, ex presidente dell’alto tribunale serbo, sostiene che “le leggi e i regolamenti esistono già. Molti problemi sarebbero stati risolti finora se gli atti normativi, che abbiamo, fossero stati applicati in modo coerente e se ci fosse una reale volontà da parte dell’Organo di applicarli”.
La procedura prevede che il Consiglio in riunione decida prima sulla bozza da adottare, la quale viene poi mandata al ministero della Cultura e dell’Informazione per una valutazione di legalità e passa a un dibattito pubblico della durata di 15 giorni dopodiché lo stesso Consiglio deve decidere. L’ultima sessione, in ordine di tempo, era prevista verso la fine di ottobre, e dopo l’ennesimo rifiuto di maggio, sembrava certa una decisione per lo spostamento della programmazione dei reality alle ore notturne, cioè dalle 23 alle 6 di mattina.
Tuttavia, il 2 novembre arriva il colpo a sorpresa e il documento finale non viene approvato dalla maggioranza del Consiglio dell’Organo: sono infatti quattro i voti a favore e quattro quelli contro tra cui quello di Aleksandra Janković, la quale ritiene che l’atto “risulterebbe illegale e porterebbe a una sorta di censura della tv”. Le colleghe Višnja Aranđelović e Judita Popović, di parere opposto, invece ribattono che “non si può reagire a risse, insulti e violenze dicendo solo ai cittadini di cambiare canale” e che “nessuno parla di cancellare un programma, ma di spostare i reality show alla fascia notturna. Secondo la legge sui media elettronici, è un obbligo dell’Organo regolatore proteggere i minori in tutti i modi possibili”.
Un altro membro votante, Zoran Simjanović, afferma che “i reality show dovrebbero essere limitati ad alcune fasce orarie perché hanno un effetto negativo sui minori”, e Aleksandar Vitković, pur d’accordo con lui, vota però contro a “un documento che non è legalmente valido". Aleksandra Janković e Radoje Kujović alla fine della sessione propongono quindi un ulteriore monitoraggio dettagliato dei reality show per prendere eventuali nuove decisioni dopo averne esaminato i risultati, dimenticando forse che l’Organo li monitora già da otto anni.
I minorenni quelli più a rischio
Dal 2015 esiste nel paese un regolamento sulla protezione dei minori e dei diritti umani nei media, il che significa che avvertimenti, divieti temporanei di trasmissione e persino revoche della licenza all’emittente, dovrebbero poter essere applicabili uniformemente a tutti. Tuttavia, il “REM” è accusato da molti di debolezza per non aver utilizzato negli anni scorsi le possibilità legali atte a punire le varie emittenti e avviare procedimenti dinanzi alla magistratura.
Maja Divac, esperta di regolamenti dei media, ritiene che anche l’ultima non-decisione danneggi i cittadini e violi i regolamenti a favore delle emittenti televisive: “La decisione purtroppo era attesa, conoscendo la pratica vergognosa di lunga data di questo Organo di non lavorare nell’interesse dei cittadini ma di potenti gruppi che difendono i loro ristretti interessi economici e politici attraverso il REM. È ovvio che nel Consiglio dell’Organismo di vigilanza ci sono forze dispiegate secondo la volontà politica dell’attuale regime”.
Goran Petrović, che ne è il vicedirettore, è accusato di aver cambiato idea all’ultimo; lo stesso, pur ammettendo che i programmi di reality sono quelli in cui vengono mostrati più spesso contenuti che possono danneggiare lo sviluppo dei minori, pensa che “un simile atto verrebbe annullato dopo la valutazione di costituzionalità e legalità ed è inoltre contrario alla direttiva europea”.
Secondo Zoran Gavrilović, rappresentante dell’Ufficio per la ricerca sociale (BIRODI – Biro za društvena istraživanja ), la decisione di non spostare la programmazione di questi reality nelle ore notturne consentirà alle televisioni di trasmettere a tutte le ore del giorno immagini che potrebbero portare a lungo tempo a disturbi sui comportamenti, sugli atteggiamenti, sui valori della popolazione, soprattutto tra i minorenni e pone una domanda importante: “Oltre al monitoraggio che il REM dovrebbe assolutamente fare, sarebbe importante avere un’analisi dell’impatto che hanno i programmi di reality sul comportamento delle persone; la questione cruciale è se diventiamo più aggressivi guardando dei programmi che promuovono violenza, sesso, insulti, turpiloquio e simili”.
Una lettera a Maja Gojković
L’ultima iniziativa civica in ordine di tempo è stata lanciata pochi mesi fa sul sito “Kreni-promeni” (Agisci-cambia) e chiede al parlamento, tramite una petizione , di adempiere all’obbligo costituzionale di deliberare su un disegno di legge sostenuto da 30.000 cittadini e decidere consapevolmente e responsabilmente sulla questione dei reality; la lettera è indirizzata alla (ex ormai) presidente del parlamento serbo, Maja Gojković, e conclude così: “Ogni giorno di attesa è un giorno in più verso la distruzione di generazioni di giovani. Violenza, attacchi e insulti alle donne, privazione della libertà; non sono questi i valori che dovrebbero far parte della nostra società. Lei ha la possibilità di scegliere, di contribuire alla restrizione dei reality show o di schierarsi dalla parte della violenza e della distruzione della società. La scelta ora è sua”.