Serbia: l’attivismo civico nel labirinto della burocrazia

Un ragazzo di 22 anni ha deciso di annotare tutti i difetti della rete di trasporti belgradese. E lo fa con tale tenacia da essere considerato un incubo all’amministrazione della città, che invece di aiutarlo pare ostacolarlo. La curiosa storia di Filip Vukša

02/10/2014, Dragan Janjić - Belgrado

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Filip Vukša - web

Filip Vukša ha ventidue anni. Lui e i suoi amici, di propria iniziativa, hanno verniciato i pali di metallo decrepiti della Stazione dei trasporti pubblici di Belgrado ed vi hanno affisso l’orario delle corse. Come "premio", la Direzione per il trasporto pubblico urbano li ha denunciati all’ispettorato. La denuncia, a quanto pare, è arrivata a seguito della segnalazione di una cittadina, ma Filip e i suoi amici hanno motivo di credere che, in realtà, si tratti di un’iniziativa della stessa Direzione per il trasporto pubblico.

Il motivo formale per la denuncia e il controllo degli ispettori è l’impiego non autorizzato dello stemma di Belgrado e l’uso non autorizzato di pubblicità. Filip Vukša e i suoi amici hanno infatti inserito – senza permesso – lo stemma della città e il logo dell’Associazione dei Cittadini “Abbiamo un piano” sulle mappe delle linee della rete urbana.

Tanto alla Direzione quanto all’ispettorato sembrano invece non aver mai dato fastidio sino ad ora le valanghe di annunci e di manifesti elettorali che vengono affissi nello stesso posto da anni, e nessuno ha mai pensato di toglierli.

“Mentre mettevano in ordine la fermata, abbiamo tolto strati e strati di manifesti. Sull’ultimo strato vi era un volantino del 2005, il che vuol dire che da allora nessuno ha fatto qualcosa per sistemare le stazioni dei mezzi pubblici, e nemmeno l’ispettorato ha mai fatto qualche intervento”, racconta Filip.

Nelle ultime settimane l’intera storia ha avuto ampio spazio sui media, al punto che è poco probabile che Vukša e gli amici dell’associazione “Abbiamo un piano” – sono in tutto in quattro – vengano davvero sanzionati sulla base della denuncia anonima della cittadina. Anche perché sarebbe difficile spiegare come mai ad essere multato sia un gruppetto di giovani che sta cercando di sistemare la città e che i servizi preposti del comune siano di ostacolo alla loro attività anziché d’aiuto.

Attivismo

Filip Vukša è, non solo per la Serbia, un giovane decisamente insolito. Già da una decina di anni, con una tenacia mai vista, denuncia ai servizi di ispezione svariati problemi urbani ai quali però in pochi prestano attenzione, tanto da essere diventato l’incubo dell’amministrazione di Belgrado.

Ha iniziato a fare attivismo urbano nel 2007, quando aveva 15 anni. Allora andava in bicicletta per chilometri sulla pista ciclabile e registrava che l’illuminazione sulla pista era guasta, che vi erano parcheggiate delle auto, che non erano a posto gli accessi alla pista stessa.

“Su internet ho visto che vi sono diversi uffici comunali che dovrebbero occuparsi della sistemazione della città e ho deciso di fare loro degli esposti. Mi ricordo, ero più basso dello sportello dell’Ispettorato al traffico dove sono andato a richiedere di far mettere sulla pista ciclabile il segnale di divieto alle automobili. Mi hanno risposto di non essere io l’incaricato ma loro. La richiesta ha girato poi per vari indirizzi, nei vari uffici, ma il segnale non è mai stato messo”, racconta Filip.

Nei tre anni successivi Filip Vukša ha fatto 200 denunce relative alla pista ciclabile, cosa che ha molto innervosito gli uffici competenti. Hanno chiamato i suoi genitori, si sono lamentati dicendo che dà fastidio e consigliando di parlare col ragazzino. Nonostante ciò Filip ha continuato a presentare esposti all’ispettorato.

La pista di cinque chilometri oggi è sistemata a puntino. Non si può dire che sia esclusivamente merito della sua insistenza, ma è certo che il suo insistente attivismo civico ne ha accelerato la sistemazione.

Nel frattempo ha esteso le proprie azioni anche ad altri settori, ritenendo che esistano molte cose che si possono sistemare senza troppi investimenti. “Il mio scopo è il risveglio della coscienza delle istituzioni perché si sono allontanate da noi cittadini e impediscono il diffondersi di una coscienza civica. Fino ad oggi ho presentato circa 10.500 esposti alle aziende comunali. In 6000 casi è stato l’ispettorato a condurre le verifiche sulle mie denunce. Sono anche stato aggredito fisicamente da un autista dell’azienda dei Trasporti urbani che è stato multato a seguito di una mia denuncia. Gli ispettori passavano le mie denunce ai diversi uffici insieme ai miei dati personali, ho avuto anche altri episodi spiacevoli, ma non voglio rinunciare a ciò che sto facendo”, racconta Filip.

Ostruzionismo

Altro tema su cui Filip Vukša ha lavorato molto, a partire dal 2010, sono le fermate dei mezzi pubblici. Mentre andava al liceo, durante le vacanze estive, ha analizzato la situazione di 2.600 fermate su complessivamente 145 linee della rete di trasporti in tutta la città, registrandone tutti i difetti. Ha trasformato le circa 100 pagine di annotazioni in un esposto che ha consegnato all’ispettorato: il principale difetto riscontrato era che nella maggior parte delle fermate mancavano sia il numero della linea che l’orario delle corse.

L’ispettorato ha dato l’ordine alla Direzione del trasporto pubblico di risolvere l’elenco di difetti nell’arco di 30 giorni. Così non è stato. La Direzione non può essere sanzionata perché non è un’azienda pubblica, così la maggior parte degli ordini provenienti dall’ispettorato finisce nei cassetti.

Due anni dopo Filip e i suoi amici hanno quindi deciso, da soli, di iniziare a sistemare le fermate.

“Sono andato in tipografia e ho chiesto quanto mi sarebbe costato stampare i numeri di tutte le fermate. Mi hanno chiesto 8000 dinari (meno di 80 euro). Ho capito che il problema non erano i soldi ma la cattiva organizzazione, così ho pagato di tasca mia la tipografia. Ho iniziato a segnare le fermate e ho fatto più di 100 chilometri con le scale sulle spalle, ma sono riuscito a finire soltanto il 10% del lavoro. I media hanno scritto di questo, e non è piaciuto al governo. Il city manager mi ha chiamato, ha richiamato pubblicamente l’amministrazione dei trasporti pubblici e le ha detto di pagarmi per quello che avevo fatto. Ma non ho preso i soldi che volevano darmi”, dice Vukša.

Probabilmente volendo liberarsi del giovane e insistente attivista, nel 2013 l’ispettorato ha iniziato a sostenere che i cittadini non avevano diritto alcuno a presentare esposti. Ma poi Filip Vukša ha dimostrato che è diritto di ciascun cittadino presentare esposti. E quindi l’amministrazione sarà costretta a continuare a dar seguito alle iniziative di Filip e dei suoi concittadini.

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