Serbia: la povertà non è un brutto ricordo

05/09/2001, Mihailo Antović - Nis

Dopo qualche tempo di inattività per mancanze di fondi, la mensa per poveri della Croce Rossa di Nis riaprirà i battenti. In passato questa mensa preparava pasti per 2000 cittadini in situazioni di estrema, ma con la nuova apertura – prevista per il 1° ottobre prossimo – si aggiungerà alla lista un altro migliaio di persone. "Inizialmente, tutte le spese verranno coperte dalla Croce Rossa" ha dichiarato Stojan Prokopovic – portavoce dell’organizzazione – "ma nel frattempo cercheremo il supporto di altri donatori, che siano disposti a coprire una parte delle spese fisse – soprattutto i costi di energia elettrica – e l’acquisto di alcuni generi alimentari di base necessari alla preparazione dei pasti". Prokopovic ha anche annunciato che in futuro la Croce Rossa vorrebbe anche avviare un servizio di mensa dietro pagamento di prezzi popolari rivolto a tutti i cittadini di Nis, in modo da assicurare il servizio gratuito a coloro che non alcuna possibilità economica.
La situazione allarmante, emerge anche dai dati resi ufficiali dagli esperti del Gruppo G17+ – tra i quali vi sono anche personaggi che fanno parte del Governo Serbo e Federale – relativi ad una ricerca effettuata a Belgrado e in aree della Serbia e della Vojvodina, su di un campione di circa 2000 famiglie.Come ha sottolineato Branko Milanovic – esperto delle Banca Mondiale e promotore della ricerca – i politici dovrebbero seriamente preoccuparsi dei dati emersi, considerato che "il 40% delle famiglie ha dichiarato che negli ultimi sei mesi le proprie condizioni di vita sono peggiorate, mentre il 50% ha la sensazione che non sia cambiato nulla rispetto alla situazione in cui vivevano nel precedente regime". Inoltre solo il 25% degli intervistati ritiene che la responsabilità della situazione attuale è del precedente regime mentre ben il 40% ne addossa la colpa al governo attuale, ma è emerge un alto livello di insoddisfazione anche dalle risposte date rispetto agli aumenti salariali considerati "minimi". Il 50% ha risposto che per vivere avrebbe la necessità di vedere il proprio salario mensile aumentato del doppio, e il 29% di almeno tre volte l’attuale mensilità percepita. (Glas Javnosti, 1 settembre).

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta