Serbia: i giornalisti nel mirino delle querele bavaglio
Il fenomeno delle querele temerarie, le cosiddette SLAPP, è arrivato anche in Serbia. L’azienda Millenium team ha recentemente presentato undici querele contro alcuni media serbi chiedendo a ciascuno 100mila euro di risarcimento danni
Recentemente l’azienda Millenium team con sede a Belgrado ha presentato undici querele contro alcuni media serbi chiedendo a ciascuno 100mila euro di risarcimento danni. Quasi tutti i media che sono finiti nel mirino dell’azienda Millenium team – tra cui alcuni piccoli media locali, ma anche la tv N1 di proprietà di United Group, una delle più grandi compagnie di telecomunicazioni che operano nei Balcani occidentali – sono stati querelati per lo stesso motivo, ovvero per aver riportato alcune affermazioni pronunciate dal leader del Partito popolare (NS) Vuk Jeremić nel corso di alcune conferenze stampa. Jeremić ha più volte criticato l’azienda Millenium team a cui sono stati affidati i lavori di realizzazione di alcuni dei più grandi progetti urbani promossi dallo stato, tra cui il progetto “Belgrado sull’acqua”.
Nelle querele si afferma che i media in questione hanno danneggiato la reputazione di Millenium team riportando le dichiarazioni di Jeremić. L’azienda ha negato qualsiasi coinvolgimento in pratiche corruttive, sostenendo che i giornalisti avrebbero dovuto contattare i responsabili dell’azienda per un commento e verificare la veridicità delle affermazioni pronunciate da Jeremić prima di pubblicarle.
Millenium team chiede 100mila euro di risarcimento danni per ogni articolo pubblicato perché, come affermano i rappresentanti dell’azienda, “il valore di mercato del marchio della nostra azienda sta costantemente diminuendo e ogni testo porta ad un’ulteriore riduzione del suo valore che corrisponde all’importo [del risarcimento] indicato nella querela”. L’azienda si è inoltre detta preoccupata per la possibilità che alcuni dei suoi partner d’affari interrompano la collaborazione.
Nel mirino dell’azienda Millenium team sono finiti alcuni media locali, tra cui l’agenzia di stampa Jugpress di Leskovac, contro la quale Millenium team ha presentato due querele, e il portale Info Vranjske di Vranje, ma anche il quotidiano Danas, le emittenti televisive N1 e Nova S, nonché Adria media group.
In un comunicato stampa diffuso da Millenium team si afferma che “è chiaro che ormai da tempo esiste una prassi sistematica e organizzata di diffondere informazioni non veritiere sul conto dell’azienda e dei suoi proprietari, [informazioni] che rischiano di distruggere la reputazione e di arrecare danni incalcolabili all’azienda. Comprendiamo, anche se non approviamo un comportamento simile da parte dei rappresentanti di alcuni partiti, guidati dai loro interessi politici, ma non possiamo accettare che tali informazioni vengano diffuse dai media dai quali ci aspettiamo che rispettino la legge e le regole deontologiche e che proteggano l’interesse pubblico e non gli interessi privati”.
“Nessuno di noi della redazione ha mai visto tanti soldi né li vedrà mai. Saremmo felicissimi se in questo momento avessimo a disposizione anche solo 10mila euro. Così avremmo la certezza di poter andare avanti”, ha dichiarato la caporedattrice dell’agenzia di stampa Jugpress Ljiljana Stojanović.
“Si tratta dell’ennesimo tentativo di esercitare pressione su Info Vranjske, un tentativo che, in un paese minimamente rispettoso dello stato di diritto, non dovrebbe comportare alcuna conseguenza legale. Non abbiamo paura, non intendiamo cambiare la nostra linea editoriale e non ci sentiamo in colpa per aver svolto il nostro lavoro in modo professionale. Del resto, come possiamo seguire una conferenza stampa se non riportiamo quanto affermato durante la conferenza? È un attacco diretto contro di noi, un nuovo tentativo di distruggerci, di zittire quell’unica voce pubblica, seppur debole, che non vuole tacere né ignorare quanto sta accadendo”, ha affermato il caporedattore del portale Info Vranjske Saša Stojković.
Marija Babić, avvocato dell’Associazione indipendente dei giornalisti della Serbia (NUNS), ha spiegato che i media querelati dall’azienda Millenium team non hanno fatto altro che riportare fedelmente le dichiarazioni altrui che contengono informazioni di interesse pubblico. Babić ha ricordato che Millenium team non ha chiesto alcuna smentita né rettifica delle informazioni pubblicate, né tanto meno ha chiesto di poter replicare. Stando alle sue parole, si tratta di “un’enorme pressione esercitata non solo attraverso mezzi finanziari, ma su tutti i fronti” che rischia di restringere ulteriormente la libertà di espressione in Serbia e di portare alla chiusura di alcuni media locali che non sono in grado di sostenere le spese legali.
Le SLAPP (l’acronimo di Strategic Lawsuit Against Public Participation) sono querele temerarie che vengono usate per mettere a tacere le voci critiche. Solitamente vengono intentate da persone potenti o grandi aziende contro chi critica il loro operato, soprattutto contro i giornalisti, ma anche contro individui che denunciano abusi nelle aziende pubbliche.
Il fenomeno delle SLAPP è diffuso in tutta Europa. Ad esempio, contro la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa nel 2017, pendevano 47 querele temerarie, intentate perlopiù da alcuni uomini d’affari e politici maltesi su cui la giornalista aveva indagato.
In Francia le aziende controllate dal gruppo Bolloré hanno presentato 20 querele per diffamazione contro alcuni giornalisti, avvocati, attivisti e organizzazioni non governative che indagano su presunte violazioni dei diritti umani nelle piantagioni di palma da olio in Africa gestite dalla holding francese. Già il numero delle querele intentate suggerisce che lo scopo di questa potente azienda è quello di mettere a tacere i suoi critici.
Nel corso dell’ultimo decennio il miliardario irlandese Denis O’Brien ha intentato diverse querele per diffamazione contro i media irlandesi, tra cui la radiotelevisione pubblica RTÉ, i quotidiani The Irish Independent e The Irish Times, la società Associated Newspapers (editrice del quotidiano The Irish Daily Mail) e la rivista The Phoenix. Secondo quanto riportato dal giornale indipendente The Business Post, anch’esso querelato per diffamazione (vincendo la causa), negli ultimi anni Denis O’Brien ha presentato 22 querele contro i media presso l’Alta corte irlandese.
A partire da agosto 2020 i giornalisti del portale sloveno Necenzurirano Primož Cirman, Vesna Vuković e Tomaž Modic sono stati colpiti ciascuno da 13 querele per diffamazione, quindi 39 in tutto, presentate da Rok Snežič, esperto fiscale e consulente del premier sloveno Janez Janša.
Sul quotidiano polacco Gazeta Wyborcza attualmente pendono 55 querele. Alcune di queste querele sono state presentate dal partito Diritto e Giustizia (PiS), il principale partito al governo che, al pari del leader del PiS Jarosław Kaczyński, ricorre spesso alle querele temerarie per imbavagliare i suoi critici. Contro il professore di diritto Wojciech Sadurski sono state presentate in un solo giorno due querele temerarie, una da parte del PiS e l’altra da parte della televisione pubblica polacca TVP.
Questa situazione ha spinto alcune organizzazioni non governative di tutta Europa a riunirsi, dando vita alla Coalizione europea anti-SLAPP (CASE). La coalizione lavora a favore di giornalisti, attivisti, whistleblower, difensori dei diritti umani e altri soggetti colpiti da SLAPP, con l’intento di mettere a nudo questa tattica di intimidazione giudiziaria e di proteggere quelli che denunciano pubblicamente azioni illecite, e si batte per l’adozione delle misure di ampio respiro a tutela delle vittime delle querele temerarie.
Sono sempre più numerose le prove che evidenziano una chiara tendenza a ricorrere a vari tipi di querele bavaglio, mettendo in luce le conseguenze potenzialmente devastanti di questa tattica per i guardiani (watchdog) dell’interesse pubblico in tutta Europa. Mentre alcuni paesi extra europei hanno adottato le leggi anti-SLAPP, in Europa non esiste alcuna specifica normativa contro le querele temerarie e le misure esistenti in alcuni paesi europei non sono uniformi e hanno una portata limitata.
L’Unione europea ha riconosciuto la necessità di tutelare le vittime di querele bavaglio e sta valutando possibili modalità di affrontare la questione. La Commissione europea sta conducendo un’analisi per capire la portata del fenomeno, valutando quali iniziative legislative potrebbe intraprendere. Tuttavia, al momento non esiste alcun documento che definisca gli standard di tutela dei diritti umani delle vittime delle querele temerarie al quale l’UE potrebbe fare riferimento nell’adozione delle misure anti-SLAPP. Un tale documento è proprio quello di cui l’Europa ha bisogno, come dimostra il caso delle querelle recentemente intentate contro i media serbi.