Serbia: denunciare la violenza sessuale, una questione di coraggio

Con grande coraggio e determinazione l’attrice serba Milena Radulović ha denunciato pubblicamente le violenze subite quando era bambina dall’allora insegnante di recitazione Miroslav Mika Aleksić. Il suo gesto ha incoraggiato altre testimonianze e Aleksić è finito sotto inchiesta

20/01/2021, Antonela Riha - Belgrado

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© B-D-S Piotr Marcinski/Shutterstock

La testimonianza dell’attrice Milena Radulović, che ha raccontato che, ancora minorenne, è stata violentata dall’insegnante di recitazione Miroslav Mika Aleksić, ha scioccato l’opinione pubblica serba.

Aleksić è un rinomato pedagogista, dalla cui scuola denominata “Stvar srca” [Questione di cuore] sono passati molti famosi attori serbi. Ora però stanno emergendo testimonianze degli ex allievi di Aleksić che parlano di molestie sessuali e psicologiche subite da bambini.

Nel frattempo, Aleksić è stato ascoltato dall’ufficio del pubblico ministero presso l’Alta corte di Belgrado, dopodiché è stato sottoposto a custodia cautelare della durata di 30 giorni. È accusato di aver commesso, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2020, otto stupri e sette atti sessuali illeciti nei confronti di sei donne, una delle quali è tuttora minorenne. Nonostante Aleksić durante l’interrogatorio abbia negato tutte le accuse, stavolta parte dell’opinione pubblica sembra orientata a credere alle vittime.

La storia di Milena

Milena Radulović , oggi ventiseienne, aveva 11 anni quando durante un provino fu scelta da Aleksić per frequentare la sua scuola. Negli ultimi giorni molti allievi di Aleksić hanno confermato quanto raccontato da Milena: appena un bambino veniva iscritto alla scuola, Aleksić parlava con i suoi genitori, spiegando loro come funzionavano i corsi, compreso l’obbligo per le ragazze di indossare la gonna e per i ragazzi di indossare le scarpe, e sottolineando che quel primo incontro con i genitori sarebbe stato anche l’ultimo. Accettando le condizioni imposte da Aleksić, i genitori di fatto gli consentivano di educare i loro figli come riteneva più opportuno.

Le lezioni – come hanno confermato tutti i testimoni – iniziavano con la preghiera del Padre Nostro e Aleksić insisteva sui valori tradizionali, intrinseci della religione ortodossa, nonché su una disciplina rigorosa e sulle punizioni. Spesso portava i ragazzi in gita, a visitare le fiere e – come ha raccontato Milena – persino insegnava loro come cucinare una zuppa. I ragazzi si sentivano parte di una famiglia, Aleksić per loro era come un “padre”.

“Si parlava di sessualità quando avevamo 13-14 anni. [Aleksić] ci faceva domande su queste cose in presenza di altri ragazzi, quando poi rimanevamo soli ci chiedeva se avessimo avuto rapporti sessuali e se ci fossero piaciuti, dicendo che il sesso era importante per la salute”, ha raccontato Milena.

Milena è stata violentata da Aleksić per la prima volta quando aveva 17 anni, e lui ne aveva 61, poi – come ha affermato Milena – ha continuato a violentarla, sempre all’interno della scuola, mentre altri ragazzi partecipavano alle lezioni nella stanza accanto.

“Con il suo comportamento manipolatorio, [Aleksić] mira a provocare [nelle sue vittime] una fortissima sensazione di essere responsabili, complici, colpevoli. E, infine, a incutere loro il timore di essere abbandonate a se stesse”, ha affermato Milena, aggiungendo: “Cercava di annullare qualsiasi tipo di fiducia in se stessi e di sicurezza”.

Milena si è laureata alla Facoltà di Arti Drammatiche di Belgrado, diventando un’attrice di successo, e ha avuto esperienze anche all’estero.

Nel novembre 2020, Milena è stata contattata da – come ha detto lei stessa – una nuova vittima di Aleksić, una ragazza minorenne che Milena non conosceva. Poi è emerso che anche altre ragazze che sono state vittime di violenza sessuale da parte di Aleksić sono entrate in contatto tra loro e hanno deciso di sporgere denuncia.

“Essendo consapevoli di tutto ciò, nascondere le violenze [commesse da Aleksić] e tacere equivarrebbe a commettere un reato. Se ora decidessimo di tacere, pur sapendo che ci sono altre cinque potenziali vittime minorenni, diventeremmo complici”, ha affermato Milena.

“Credeva che nessuna di noi avrebbe parlato”

Per decenni la scuola di Mika Aleksić è stata un punto di riferimento imprescindibile per quelli che volevano dedicarsi alle arti drammatiche. Dalla scuola sono passati circa 3000 ragazzi tra i 7 e i 17 anni. In passato molti attori hanno raccontato che Aleksić aveva insegnato loro molte cose, aiutandoli anche a prepararsi per l’esame di ammissione all’Accademia d’Arte Drammatica, e gliene erano enormemente grati. Tuttavia, negli ultimi giorni stanno emergendo testimonianze completamente diverse, terrificanti storie di donne che hanno vissuto esperienze quasi identiche.

Una di queste storie è stata raccontata dalla giovane attrice Iva Ilinčić (24) che si è unita alle ragazze che hanno sporto denuncia contro Aleksić. Iva aveva 17 anni quando Aleksić, allora sessantatreenne, l’aveva molestata sessualmente. All’epoca dei fatti, Iva non ne ha parlato con nessuno, né con i suoi genitori né con gli amici.

“Il suo potere risiedeva nel fatto che credeva che nessuna di noi avrebbe parlato. Fino a quando Milena, che è la più coraggiosa di tutte, non ci ha smosse, dandoci le ali per liberarci”, ha affermato Iva, definendo la scuola di Aleksić come una setta all’interno della quale Aleksić gode di un’autorità indiscussa. “Mika ci ha plasmati a sua immagine, ci ha trasformati nelle persone che desiderava diventassimo […] Hai la sensazione di appartenergli, di essere sempre in debito con lui, e anche quando accadono episodi così gravi pensi che lui ti voglia bene e che tutto quello che fa, lo faccia per il tuo bene”, ha raccontato Iva.

In passato nessuno, nemmeno i genitori di quei ragazzi che hanno resistito, portando a termine l’intero percorso formativo nella scuola di Aleksić, ha mai messo in dubbio la reputazione di cui gode Aleksić. Guardando le interviste rilasciate da Aleksić, si possono sentire affermazioni secondo cui alcuni bambini avrebbero abbandonato la scuola prima di concludere il percorso e alcuni genitori non sarebbero stati soddisfatti della scuola. Ma solo ora che l’intera vicenda è venuta a galla, i media riportano testimonianze e ricordi di persone che parlano anche di altri episodi oscuri del passato di Aleksić.

Oblio e silenzio

Durante le guerre in ex Jugoslavia, Aleksić era vicino al criminale di guerra Željko Ražnatović Arkan, all’epoca comandante della famigerata unità paramilitare “Tigrovi”. Oltre che per la sua scuola di recitazione, Aleksić è noto – e questo aspetto è stato particolarmente sottolineato negli ultimi giorni – per aver ideato la cerimonia di matrimonio tra Arkan e la cantante di turbo-folk Ceca. Aleksić inoltre era membro del partito fondato da Arkan.

La società serba – che non ha mai preso, apertamente e criticamente, le distanze da quanto accaduto durante la guerra, continuando a dimenticare, se non addirittura giustificare crimini, ed è sempre alle prese con la transizione, la povertà e costanti crisi politiche – ha presto dimenticato quel capitolo del passato di Aleksić.

Anche i genitori lo hanno dimenticato, credendo che la scuola di Aleksić sarebbe stata un rifugio in cui i loro figli sarebbero stati educati nello spirito del cristianesimo, uno spirito rigido, ma onesto e tradizionale, e avrebbero sviluppato i loro talenti in modo da diventare grandi artisti. Un altro motivo della popolarità della scuola di Aleksić risiede nel fatto che sua moglie è professoressa presso la Facoltà di Arti Drammatiche di Belgrado e molti ragazzi usciti dalla scuola di Aleksić che successivamente si sono iscritti alla Facoltà di Arti Drammatiche hanno frequentato i corsi di sua moglie, diventando in seguito attori di successo.

Da quanto sopra esposto emergono possibili risposte ad alcune domande sollevate negli ultimi giorni: com’è possibile che i genitori non ne sapessero nulla? Perché hanno lasciato i loro figli lì senza controllarli? Perché non li hanno protetti dalla tortura psicologica di cui oggi molti parlano? Perché non hanno parlato con i loro figli? E i figli tacevano.

Una nuova sfida

Da quando Milena Radulović ha denunciato pubblicamente le violenze subite, molti colleghi e personaggi pubblici, ma anche alcuni ministri del governo serbo, l’hanno appoggiata, così come hanno appoggiato anche altre donne che hanno sporto denuncia contro Aleksić. Alle domande, spesso maliziose e malintenzionate, sul perché le ragazze abbiano deciso di parlare solo ora, hanno risposto alcuni psicologi, spiegando il processo di elaborazione del trauma.

Le testimonianze delle attrici e le reazioni dell’opinione pubblica sembrano destinate a segnare un punto di svolta nella società serba. In questi giorni si insiste meno del solito sulla narrazione patriarcale secondo cui la donna sarebbe responsabile della violenza subita, e il fatto che lo scandalo veda coinvolte persone pubbliche ha dato maggiore visibilità all’intera vicenda.

Questa è la prima volta che la maggior parte dell’opinione pubblica serba crede alle vittime, appoggiandole apertamente, e i social media sono inondati dalle testimonianze di donne – alcune hanno scelto di rivelare la propria identità e altre no – provenienti dalla Serbia, ma anche da altri paesi della regione, che raccontano di aver vissuto simili esperienze traumatiche.

Ora le vittime, ma anche l’opinione pubblica e soprattutto la magistratura dovranno affrontare una nuova sfida: l’inchiesta, un eventuale atto di accusa e la difficoltà di accertare reati commessi molto tempo fa. Tuttavia, il fatto che alcune giovani e coraggiose donne si siano unite e abbiano parlato pubblicamente del trauma subito, decise a non lasciare che il responsabile rimanga impunito, già rappresenta un punto di svolta nella società serba.

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