Sentenza d’appello: ergastolo a Radovan Karadžić

Alle ore 15.00 di oggi la corte d’appello del Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali (MICT) ha dichiarato l’ex leader dei serbo-bosniaci durante il conflitto in Bosnia Erzegovina Radovan Karadžić colpevole di genocidio e crimini contro l’umanità condannandolo al carcere a vita. La sentenza è stata emessa da una corte formata da 5 giudici e presieduta da Vagn Prüsse Joensen.

A seguito della dichiarazione di indipendenza della Bosnia Erzegovina, nel 1992, Radovan Karadžić proclamò la creazione della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina (poi Republika Srpska), con capitale a Sarajevo. A dicembre 1992 ne divenne presidente e comandante supremo dell’esercito della stessa autoproclamata Repubblica.

Il primo mandato di accusa nei confronti di Karadžić è datato 25 luglio 1995. Dopo aver lasciato la presidenza della Republika Srpska all’allora vice Biljana Plavšić, Karadžić entrò in latitanza. Venne poi arrestato il 22 luglio del 2008 in Serbia e messo sotto processo presso il Tribunale Penale dell’Aja per la ex Jugoslavia (TPI), un processo durato 5 anni prima che arrivasse la prima sentenza e nel corso del quale sono stati ascoltati quasi 600 testimoni.

Il 24 marzo del 2016 è stata emessa la sentenza in primo grado a 40 anni di reclusione e Karadžić è stato condannato di persecuzione, sterminio, omicidio, deportazione, terrore, genocidio, crimini commessi nel corso del conflitto avvenuto in Bosnia tra il 1992 e il 1995. L’accusa di genocidio è stata confermata solo per quanto avvenuto a Srebrenica e non per le altre zone della Bosnia Erzegovina per cui la richiedeva l’accusa e cioè le sette municipalità di Ključ, Sanski Most, Prijedor, Vlasenica, Foča, Zvornik e Bratunac. “Secondo la versione del Tribunale”, scriveva Andrea Oskari Rossini per OBCT il 25 marzo 2016, “dunque, il genocidio è stato commesso solo nel luglio ’95, a Srebrenica, ma la leadership serbo bosniaca non aveva un piano genocidario nei confronti della popolazione bosniaco musulmana fin dall’inizio del conflitto. È questa la parte della sentenza che più è stata criticata dai sopravvissuti e dalle associazioni delle vittime.”

Il 22 luglio dello stesso anno è stato depositata – presso il Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali , subentrato al Tribunale Internazionale dell’Aja nel dicembre 2017 – la richiesta per il processo di appello, sia da parte dell’accusa sia da parte di Karadžić che ha impugnato 50 punti della sentenza di condanna.

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