Scorpio, società a responsabilità comunitaria

Non è un’Ong e nemmeno un’associazione, ma si sta sviluppando dal basso, spinta da tanta passione, un raro spirito imprenditoriale e un fortissimo senso civico. Scorpio è un’azienda privata, una cosiddetta società a responsabilità limitata, ma a forte vocazione comunitaria

04/11/2010, Kaela Venuto -

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Edin Durmo nel canyon (M.Moratti)

Il carattere di Edin traspare dagli occhi: vivaci, determinati e di un azzurro limpido. Con quegli occhi, nel 1996, all’indomani della guerra, fissò insistentemente le pareti di roccia della Bosnia Erzegovina, distratto da nulla se non dall’arrampicata. Fu allora che Edin riprese in mano le scarpette da free climbing e non le lasciò mai più, avviando un’impresa coraggiosa che continua ancor oggi e che sta facendo nascere la prima ‘outdoors association’ (associazione di avventure nella natura) della Bosnia Erzegovina.

Edin Durmo è arrampicatore e istruttore d’alpinismo (certificato secondo la qualifica più alta che si possa ottenere nel paese), la cui esperienza si estende ben oltre la Bosnia, passando dalle Alpi europee, alle montagne del Caucaso, al Tian Shan, alle ascese del Han Tengri e del Pamir, alla via della Seta, al Tibet, all’Himalaya e alle Rocky Mountains. E’ il fondatore di Scorpio, un’azienda privata, dalla vocazione fortemente comunitaria.

Sin dai primi anni dopo il conflitto del 92-95, il pensiero conduttore di Edin è stato quello di stimolare le persone a riscoprire la Bosnia e a ‘dare a se stesse un futuro’ mediante la sua magnifica natura. E’ così che, già nell’immediato dopoguerra, convince Ernad, allora poco più che un ragazzo, ad abbandonare i tentativi di fuga dal Paese. Ernad ci aveva già provato a lasciare la Bosnia ma era stato rimpatriato. Ed è lui stesso a ricordare oggi che avrebbe ritentato la strada dell’emigrazione, legale o illegale, se Edin, a forza di scalate, escursioni, spedizioni lungo i canyon e prove di volo in parapendio, non fosse riuscito a fargli superare quell’odio per il proprio Paese che la guerra gli aveva generato.

Nato a Zenica nel 1977, Ernad, al fianco di Edin, è diventato uno dei membri permanenti dello staff di Scorpio. Tra gli sportivi che fanno parte della società è uno dei più versatili, ed ha raggiunto ottimi risultati in più discipline: roccia, mountain bike, scalate sul ghiaccio, parapendio. E’ il principale istruttore di parapendio di Scorpio.

Sul sito di Scorpio troviamo poi Jure, insegnante di educazione fisica nelle scuole di Zenica, istruttore di alpinismo e maestro di sci-alpinismo e ‘canyoning’. E’ il partner storico di Edin e lo affianca nelle imprese più ardue. Poi vi è Erkam che invece si occupa soprattutto di immersioni subacquee e di soccorso alpino. Adnan invece, altro membro dello staff, insegna all’Università di Sarajevo nel dipartimento di educazione fisica e, oltre a esser istruttore di sci, è anche il capo della stazione di soccorso alpino della capitale. Miloš, anche lui del soccorso montano, è stato invece istruttore di sci della squadra nazionale greca, ha scalato le montagne del Kilimanjaro, le vette dell’Himalaya e ha gareggiato in 28 maratone.

Infine c’è Igor, non tanto un professionista dello sport estremo, quanto amante della natura e delle attività che in essa si possono praticare. E’ stato a lungo un membro dell’associazione ciclistica di Zenica ed è un appassionato di mountain bike. Nel 2006 ha deciso di dare il suo contributo pratico a Scorpio come webmaster, permettendo quindi all’organizzazione di promuovere le proprie attività a un pubblico molto più vasto, anche oltre confine.

La passione per Scorpio non rimane quindi confinata né a Zenica, né alla Bosnia: l’amico italiano, Massimo, che nel ’96 iniziava a seguire le danze di Edin sulla roccia, al tempo forse non immaginava che, 14 anni dopo, sarebbe stato uno dei membri dello staff della piccola srl, appena interpellata da registi di programmi televisivi internazionali per fare da controparte logistica nel filmare episodi sull’uomo alle prese con la natura selvaggia e incontaminata.

‘Anche questa è la Bosnia’ (‘i ovo je Bosna’), è il titolo dato da Edin al primo calendario promozionale pubblicato da Scorpio nel 2005. Per ricordare proprio questo: un paese, certo, colpito aspramente dalla guerra, ma la cui natura rimane particolarmente attraente, non solo in termini di bellezze naturali ma anche per i suoi paesaggi incontaminati. Il canyon del fiume Rakitnica, tra la Bjelašnica e la Visočica (montagne a sud est di Sarajevo), ne è un esempio: dopo alcune visite di sondaggio, nell’estate del 2004, Edin vi portò i primi turisti interessati a esplorare l’incredibile meandro di calcare e acqua.

Io fui tra loro. Comprati canotti a sufficienza nei negozi di giocattoli per bambini, con elmetti, corde e il resto del corredo per la sicurezza nell’arrampicata e in acqua, ci avventurammo: il pulmino VW arrugginito ma funzionante, ci lasciò sull’orlo del canyon, dove ognuno gonfiò il proprio gommone e poi giù per il sentiero fino al torrente Rakitnica. Ci sdraiammo sui canotti e partimmo per le rapide. Edin in testa, Jure che ci aiutava e Massimo che chiudeva la fila della decina di turisti sportivi, sia bosniaci che stranieri.

In alcuni tratti il torrente scorreva ampio, in altri ci incanalavamo in fessure tra le falesie, dalle quali, in alto, si potevano scorgere i profili degli alberi. Era chiaro a tutti che l’unico modo per passare e vedere quel tratto di natura bosniaca era il corso d’acqua nel quale eravamo immersi.

Nei punti in cui le rapide diventavano estreme si usciva e ci si arrampicava ai lati, con il gommone attaccato alle spalle. C’erano poi dei guadi da affrontare con le corde. Un’avventura lunga un giorno intero, che termina dove il fiume si allarga e confluisce nella Neretva. Stanchi ma soddisfatti si esce dall’acqua e ci si distende nelle verdissime radure adiacenti.

Ora quel percorso è divenuto un must di Scorpio. Come l’immancabile cena al termine delle fatiche, presso la base locale delle attività di rafting, a base di piatti tipici. Poi si dorme in sacco a pelo per ripartire, il giorno dopo, per il canyon di Bijela, esplorato nel 2002, per la prima volta dopo la guerra, da Edin stesso.

Queste attività, assieme all’escursionismo montano, all’arrampicata, al parapendio, al mountain bike e allo sci-alpinismo, continuano ancor oggi a far parte dell’offerta di turismo sportivo di Scorpio. Ma il club non si occupa soltanto di questo: il motto di Edin sulla riscoperta del paese per trovarvici il proprio futuro, nonostante le dolorose eredità del passato, lo porta a coinvolgere le giovani generazioni, a partire dai bimbi.

D’inverno nella palestra di una scuola di Zenica, per tre sere la settimana, insegna l’arrampicata a bambine e bambini a partire dai 6 anni. Lì non si impara soltanto ad arrampicare, che per molte bambine della zona è, comunque, già un traguardo in sé, perché permette loro di uscire di casa e fare dello sport, possibilità spesso garantita solo ai loro coetanei maschi. Nascono infatti anche nuove amicizie e vengono coinvolte famiglie intere.

Selma, una giovane mamma, inizialmente portava semplicemente al corso il suo bimbo. Ma pian piano si è appassionata ed ora è una delle frequentatrici più assidue del gruppo di arrampicata sportiva. E’ una principiante ma si diverte molto. Con il tempo anche molte delle sue amiche sono divenute vere e proprie fan delle attività promosse da Scorpio.

Ma Edin, per sua natura, non si può limitare alla città. Già nel 2003, sulla collina dietro a Zenica, a Smetovi, Edin comprò un terreno e una casetta diroccata. Con il tempo la ristrutturò ed ora è un vero e proprio centro sportivo, dove i visitatori possono anche pernottare. La sfida in cui si lanciò Edin in quegli anni era ad alto rischio: l’intenzione era infatti quella di creare un punto d’attrazione sportivo naturalistico, vicino a Zenica, una cittadina al centro della Bosnia, sfortunatamente conosciuta soprattutto per l’inquinamento proveniente dalla sua mega acciaieria da 24,000 dipendenti.

Una sfida sino a oggi vinta. E’ proprio a Smetovi infatti che Edin d’inverno promuove una scuola di sci per i bambini e le bambine di Zenica, con oltre 100 partecipanti l’anno. Smetovi è anche un utile punto di partenza per i corsi di sci-alpinismo e la struttura è diventata centro educativo per le scuole che ci portano bambini e ragazzi per imparare a conoscere il bosco, le diverse specie di alberi, come sopravvivere nella natura, fare il fuoco, ecc. Nel frattempo Edin non ha mai smesso di investire nei suoi progetti finanziandosi in particolare con lavori da scalatore, quali il lavaggio di vetri di edifici molto alti e la messa in sicurezza di pareti franose. E’ con questi soldi per esempio che a Smetovi è riuscito a costruire una torre d’arrampicata artificiale alta circa 20 metri, usata per l’allenamento, lo svago e il divertimento, sia da adulti che da bambini e per la formazione dei giovani alpinisti bosniaci e del soccorso alpino.

Questo non è tutto, Scorpio vuole aprirsi ai mercati internazionali del turismo responsabile naturalistico, quindi propone pacchetti di viaggio nella natura e cultura della Bosnia anche all’estero. Già in 2 occasioni, nel 2007 e 2010, turisti italiani sono arrivati da Edin tramite ‘Avventure nel mondo‘. I visitatori hanno passato una settimana combinando escursionismo, rafting e la visita di siti culturali. Il ‘cultural hiking’, è il termine coniato da Scorpio per descrivere una nuova attività: escursioni in cui a piedi si arriva a vedere, non solo le bellezze della natura ma anche resti storici e monumenti. Un esempio in tal senso sono gli stećci, resti di tombe medievali che si trovano sulle colline bosniache, generalmente lontani dai centri abitati.

Recentemente la ‘srl’ è stata chiamata da un’azienda tedesca a cui l’Unesco aveva affidato i controlli tecnici sul ponte di Mostar, per verificare alcune fessurazioni che si erano aperte sotto la volta dell’arcata. Un lavoro in un luogo simbolico della Bosnia, per il quale Edin ha scelto di chiedere aiuto ad amici appartenenti a tutte le comunità che abitano oggi la Bosnia: Jure, croato di Bosnia, Miloš, serbo di Pale e vari altri alpinisti di Sarajevo. Calati assieme sotto il ponte sulle corde, sdraiati su impalcature volanti, con Emir, uno dei primi bambini della palestra di roccia di Zenica, ormai arrampicatore di successo e al secondo anno alla facoltà di architettura, a fare gli schizzi delle fessure che permetteranno alla ditta di completare il lavoro di monitoraggio. Anche questo è Scorpio, anche questo è Edin e anche questa è la Bosnia.

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