Sarajevo: pensionati studenteschi a porte chiuse
Si avvicina l’inizio del nuovo anno accademico, ma i pensionati studenteschi di Sarajevo rimangono chiusi. I Cantoni non pagano i propri debiti lasciando queste strutture senza fondi.
Sta per avvicinarsi il 1° ottobre. In Bosnia Erzegovina questo significa l’inizio dell’anno accademico degli studenti universitari. C’è chi ha la fortuna di poter studiare a casa, cioè nella propria città di residenza, ma molti sono costretti a spostarsi a vivere nei maggiori centri universitari, soprattutto a Sarajevo. Ma studiare e vivere a Sarajevo, per uno studente non è certo facile. Tutto costa: una camera di quelle meno comode, se non quasi squallide costa circa 150 KM al mese.
I più fortunati – e meno ricchi – riescono ad ottenere un posto in uno dei pensionati studenteschi dove un posto letto, in camerette da tre, costa al mese dai 50 ai 72 KM (da 26 a 36 Euro). Tra questi il Centro Studentesco di Sarajevo che ha due sedi, i più "famosi" e più popolati perché meno costosi, quelli di Nedzarici e Bjelave.
L’anno studentesco sta quindi per cominciare ma il Centro Studentesco di Sarajevo non apre le porte a causa di crediti in sospeso con i cantoni. Perché infatti una parte delle spese – circa 100 KM al mese per gli studenti meno abbienti – devono essere coperte dai cantoni di provenienza degli studenti. Ad oggi questi stessi cantoni hanno un debito nei confronti del Centro Studentesco di circa 300.000 KM (150.000 Euro).
I maggiori debitori risultano essere il Cantone della Bosnia Centrale e quello di Tuzla. Ed è proprio a causa loro che il Centro di Bjelave non aprirà i battenti per accogliere gli studenti di quest’anno. I due pensionati hanno addirittura bisogno di ristrutturazione ancora a causa dei danni subiti durante la guerra (Dani, 06.09.2002) ed "è molto difficile soddisfare tutte le necessità", ha dichiarato Emir Kadric – Direttore dei due centri. "Contro il Cantone di Tuzla abbiamo intentato un processo e abbiamo vinto. Ma i soldi non sono mai arrivati e ci ritroviamo costretti a pagare tutto di tasca nostra".
Vengono denunciati problemi che vanno dai numerosi avvisi di interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica, fino a problemi di struttura e servizio. "Ad esempio il ristorante del pensionato Bjelave ha a disposizione solo 90 sedie per un totale di 900 studenti ospitati. Le file per i pasti sono così lunghe che gli ultimi si ritrovano sempre a mangiare cibi freddi" – racconta Refik Ozegovic, Presidente dell’Associazione Studenti di Sarajevo – "e i posti letto offerti dai due centri sono solo 1.900, contro le 2.700 richieste di quest’anno. "Ciò significa" – conclude Ozegovic – "che per la ristrutturazione solo del Centro di Bjelave occorrono 3-400.000 KM".
Per il momento si dovrà stare a vedere se i cantoni intenderanno saldare subito i propri debiti. Nel frattempo gli studenti di Zenica, organizzati nell’associazione LOV (Lokalno Omladisnko Vijece – Consiglio Giovanile Locale), hanno lanciato un appello al proprio governo cantonale affinché risolva al più presto questa situazione (Oslobodjenje, 05.09.2002). Se ciò non dovesse avvenire, assieme a quest’ultimi, si sono detti pronti ad uscire in piazza anche gli studenti di altre zone della Bosnia Erzegovina.