Sarajevo Olympic Bike Park
Nascerà sulle montagne olimpiche di Sarajevo il primo Bike Park della Bosnia Erzegovina per le discipline ciclistiche outdoor, dal cross country al freeride. Un’iniziativa volta a stimolare il turismo sportivo nella capitale bosniaca non solo durante i mesi invernali
Nel 1984 Sarajevo ospitò le Olimpiadi invernali alle pendici del monte Igman, in località Malo Polje. Le strutture erano state inaugurate nel 1982, in previsione dei Giochi. Appena 10 anni più tardi, però, questo impianto sciistico è entrato in disuso, a causa del conflitto che ha sconvolto gli equilibri dell’intera regione balcanica.
L’altipiano svetta nei suoi 1502 metri, rendendolo però solo il fratello minore delle due principali vette locali: la Bjelašnica, che avvolge lo stesso monte Igman, sovrastandolo con i suoi 2067 metri di altezza, e la Jahorina con i suoi 1913 metri.
La Bjelašnica, situata ad appena 20 km da Sarajevo, si impone tra tutte non solo per i suoi numeri, ma perché attira la maggior parte del turismo sportivo. Le sue pendici ospitarono infatti le gare olimpiche di sci alpino maschile. I blogger di sport outdoor la riconoscono come affermata meta sciistica e alpinistica.
Le pendici d’estate
Ora, nell’ambito del programma SeeNet II, nasce un progetto con capofila la Regione Piemonte per ridare nuova vita a queste località. L’intento, in particolare, è quello di evitare lo spopolamento di questi luoghi, una volta giunta al termine la stagione sciistica. L’obiettivo quindi è destagionalizzare e arricchire l’offerta turistica in montagna.
Il progetto prevede la creazione di un Bike Park, che valorizzi questi territori e le sue strade sterrate anche nelle stagioni più calde. Diverse le discipline ciclistiche per le quali si intende preparare le piste: Cross-country (XC), su percorsi di lunghezza variabile e di diverso grado di difficoltà; Downhill (DH), che come il nome annuncia, prevede un percorso esclusivamente in discesa, ed a livello agonistico prevede gare a tempo; ed infine il Freeride, spettacolare disciplina che prevede tricks ed evoluzioni molto particolari.
Si intende così dare vita al “Sarajevo Olympic Bike Park”, sull’onda del successo degli sport outdoor che sta caratterizzando il turismo sportivo europeo. Sarà un sistema integrato di infrastrutture e servizi per i cicloturisti, che comprenderà: una rete di sentieri segnalati di diverso grado di difficoltà per l’esercizio di diverse specialità ciclistiche, che collegherà le diverse località in un unico itinerario; l’attivazione anche nel periodo estivo degli impianti di risalita di Jahorina, Bjelašnica e, una volta ripristinata la funicolare, anche di Trebević, per il trasporto di persone e biciclette; una serie di servizi accessori, quali il noleggio bici e l’assistenza meccanica, zona per il lavaggio e la manutenzione, e creazione di uno o più spazi per le esercitazioni, definiti Skill Park.
Sviluppo sostenibile
Strade forestali e sentieri già esistenti, adatti per le loro pendenze moderate anche a principianti e famiglie, saranno valorizzati, favorendo lo sviluppo di servizi per il cicloturismo e sfruttando la presenza di rifugi alpini e di villaggi rurali per pernottamento e ristorazione.
La responsabilità della gestione e manutenzione delle piste sarà affidata ai comuni e ai gestori degli impianti di risalita, che verranno utilizzati mediante un sistema simile allo ski-pass. Saranno coinvolte anche le associazioni di ciclisti, con il compito di monitorare e segnalare eventuali danni alle piste o alla segnaletica.
Alcuni operatori turistici locali hanno già riconosciuto il potenziale offerto dal cicloturismo nell’area e si sono attrezzati per rispondere ad una domanda in continua crescita. Tale offerta turistica sarà arricchita dall’organizzazione di eventi e competizioni.
Le capacità amministrative, gestionali e promozionali verranno affinate mediante scambi di conoscenze con altri Paesi, per assicurare uno sviluppo integrato delle aree montane. A questo scopo, è stato avviato un partenariato con CHAV, l’Associazione della conferenza delle Alte Valli, che vede impegnate le sei comunità montane dell’area del Pinerolese, della Val Sangone e della Valle Susa e le sei Commuauté de Communes del Grand Briançonnais e della Maurienne francesi.
Già negli anni ’90 queste ultime avviarono un confronto per una comune progettualità basata sulla cooperazione fra regioni direttamente confinanti al fine di ridurre le "distanze" dovute ai confini nazionali.
Un’esperienza di viaggio studio consentirà agli enti bosniaci coinvolti nel progetto di conoscere le esperienze degli enti italo-francesi impegnati sul versante alpino. I privati invece verranno stimolati alla partecipazione e promozione del Bike Park mediante workshop finalizzati alla valorizzazione delle singole offerte ricettive, ricreative e turistiche.
Chi lo gestisce?
La gestione del Sarajevo Olympic Bike Park sarà dei comuni coinvolti nel progetto e di un comitato tecnico composto dai tecnici dei comuni firmatari con specifiche competenze in materia di turismo e sviluppo locale.
Tutto ciò sarà possibile grazie alla firma di un Memorandum d’intesa tra i diversi comuni, enti forestali, agenzie turistiche ed associazioni coinvolte, che avrà luogo il 29, 30 settembre e primo ottobre prossimi. Nelle prime due giornate i rappresentanti dei firmatari, i donatori e i giornalisti avranno l’opportunità di essere guidati in un tour in biciletta, alla scoperta delle potenzialità di sviluppo locale offerte dal cicloturismo. L’ultima giornata invece, sarà dedicata alla firma ufficiale del Memorandum e alla prima seduta di riunione del Comitato Tecnico.
Un’occasione e una sfida
Muhamed Gafić, uno dei più famosi alpinisti bosniaci e direttore della Scuola di alpinismo di Sarajevo, in un’intervista al nostro corrispondente Massimo Moratti, aveva confessato: “L’alpinismo mi ha aiutato a sviluppare la fiducia in me stesso e mi ha aiutato a capire cosa so e cosa non so di me stesso.[…] L’alpinismo mi ha anche dato la resistenza necessaria a superare prove particolarmente difficili come la guerra, e a ritrovare la vitalità e lo spirito una volta finita. In tempi particolarmente difficili come quelli che abbiamo vissuto, l’alpinismo è stato per me di grande sostegno e mi ha aiutato a ripartire.” E Sarajevo riparte. Con una sfida olimpionica verso il futuro.