Russia – Azerbaijan, tensioni vecchie e nuove
Più si accentua la conflittualità tra Mosca e Baku, più quest’ultima si allinea all’Ucraina, fornendo aiuti, donazioni e rifornimenti energetici. In risposta, si registra una serie di operazioni russe mirate contro obiettivi legati all’Azerbaijan in territorio ucraino

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Putin e Aliyev - © miss.cabul/Shutterstock
Al recente vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), il presidente azero Ilham Aliyev e il presidente russo Vladimir Putin si sono limitati a una stretta di mano senza alcun incontro bilaterale. Un gesto che riflette le tensioni attuali tra Baku e Mosca.
L’agenzia di stampa azera APA ha pubblicato un articolo secondo cui la Russia avrebbe giocato un ruolo decisivo – insieme all’India – nel bloccare la candidatura dell’Azerbaijan a membro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO).
Secondo fonti diplomatiche, Mosca avrebbe lasciato a Nuova Delhi il ruolo di primo piano, pur orchestrando il processo dietro le quinte: un gesto percepito non solo come un affronto a Baku, ma anche come una mancanza di rispetto verso la Cina, che invece sosteneva apertamente l’adesione azera.
Intanto in Russia continuano gli arresti di cittadini azeri e l’atmosfera tesa è legata non solo a frizioni geopolitiche più ampie, ma anche ancora alle conseguenze dell’incidente aereo della compagnia Azerbaijan Airlines (AZAL) il 25 dicembre 2024, e alle narrazioni divergenti su responsabilità e compensazioni.
Il 4 settembre, il ministero degli Esteri russo ha diffuso un comunicato dai toni molto duri, respingendo quelle che ha definito “speculazioni ciniche” dei media riguardo a presunti mancati pagamenti assicurativi.
Mosca ha sottolineato che, dal febbraio 2025, la compagnia assicurativa russa AlfaStrakhovanie ha avviato i pagamenti legati all’incidente. Secondo il ministero, la compagnia aerea ha già ricevuto il valore assicurativo totale dell’aeromobile, mentre i risarcimenti per la maggior parte dei passeggeri e delle loro famiglie — pari finora a 358,4 milioni di rubli — sono stati completati o sono in corso.
La nota ha descritto le critiche dei media come disinformazione deliberata volta a manipolare l’opinione pubblica, invitando a fare affidamento solo su “fonti verificate” e comunicati ufficiali.
Baku ha replicato il giorno successivo accusando Mosca di ingannare l’opinione pubblica, confondendo i risarcimenti assicurativi con la richiesta azera di un indennizzo statale da parte della Russia per l’abbattimento del velivolo.
Il ministero ha ribadito che i pagamenti assicurativi previsti dal contratto di AZAL erano già stati effettuati nei sei mesi precedenti e costituivano un obbligo commerciale, non una responsabilità sovrana. Baku ha inoltre richiamato episodi di violenza etnica contro azeri in Russia e attività ostili di agenzie statali russe come ulteriori fattori di tensione.
Attacchi russi a infrastrutture azere in Ucraina
Nel corso del mese di agosto 2025, la Federazione Russa ha intensificato una serie di operazioni mirate contro obiettivi legati all’Azerbaijan in territorio ucraino.
Il primo episodio documentato risale al 6 agosto, quando un’infrastruttura del gas situata nella regione di Odessa, nei pressi del confine ucraino–romeno, è stata colpita da un attacco missilistico russo.
Secondo il ministero dell’Energia ucraino, la struttura fungeva da snodo fondamentale del gasdotto Trans-Balcano, collegando i terminal di gas naturale liquefatto (GNL) greci ai depositi di stoccaggio ucraini. Tale condotta trasportava anche volumi di prova di gas azero, evidenziando la crescente rilevanza di Baku nel sistema energetico regionale.
A distanza di pochi giorni altri due obiettivi collegati a compagnie statali azere sono stati presi di mira. L’agenzia di stampa ufficiale Azertac ha riferito che il presidente azero Ilham Aliyev e l’omologo ucraino Volodymyr Zelenskyi hanno discusso degli attacchi russi, che avevano colpito un deposito della compagnia SOCAR e nuovamente una stazione di compressione del gas. Entrambi i leader hanno denunciato i raid come deliberati.
I raid si sono ripetuti. Droni russi hanno colpito un deposito di carburante sempre gestito da SOCAR nella regione di Odessa. Il governatore locale Oleh Kiper ha parlato di un incendio in una struttura energetica, mentre i media governativi azeri hanno confermato che il sito fosse legato a SOCAR.
Zelenskyi ha dichiarato che l’attacco al deposito SOCAR fosse stato “deliberato” e finalizzato a colpire non solo l’Ucraina, ma anche le relazioni energetiche tra Kyiv e Baku. Lo stesso giorno, il deputato azero Rasim Musabeyov ha invitato il proprio governo a valutare l’invio di armi a Kyiv per rispondere in maniera proporzionata alle azioni russe.
Parallelamente il Servizio federale di sicurezza russo (FSB) ha annunciato di aver arrestato al confine con l’Azerbaijan un cittadino azero accusato di lavorare per i servizi di sicurezza ucraini. Le accuse riguardano il tentativo di contrabbandare materiali sensibili legati al complesso militare-industriale russo.
Baku non si intimorisce
Nonostante la crescente pressione esercitata da Mosca, Ucraina e Azerbaijan hanno continuato ad approfondire i propri legami, trasformando gli attacchi in un catalizzatore di cooperazione.
Il dialogo tra i presidenti Zelenskyi e Aliyev nella prima decade di agosto si è rivelato centrale. Oltre a condannare i raid contro le infrastrutture SOCAR e contro la stazione di compressione, i due leader hanno ribadito che la cooperazione non sarebbe stata ostacolata.
In segno di solidarietà, Aliyev ha annunciato lo stanziamento di 2 milioni di dollari per l’acquisto e la spedizione di apparecchiature elettriche ucraine, finanziamento incluso nel bilancio statale 2025 dell’Azerbaijan.
A metà mese i media russi hanno riportato che Baku stava considerando di rimuovere l’embargo sulle forniture di armi a Kyiv, ipotesi giudicata da Mosca un rischio per la “risoluzione pacifica” del conflitto. Nonostante le caute smentite, tali speculazioni hanno indicato come l’Azerbaijan stia valutando un ruolo più assertivo a sostegno dell’Ucraina.
Il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov ha avuto un colloquio con il suo omologo ucraino Andrii Sybiha. La conversazione ha toccato un ampio spettro di temi, dalle relazioni economiche alla cooperazione nei trasporti, fino alla dimensione umanitaria. È stata inoltre occasione per ribadire il sostegno di Kyiv al processo di pace tra Armenia e Azerbaijan, confermando la volontà di legare le rispettive agende regionali. Iniziative diplomatiche hanno consolidato l’intesa bilaterale.
L’attenzione comune si concentra su tre priorità, quali l’energia, per rafforzare la diversificazione dei flussi verso l’Ucraina, con l’Azerbaijan come attore chiave nel gas caucasico. La politica estera prevede un coordinamento nelle organizzazioni internazionali e sostegno reciproco sui dossier regionali. C’è inoltre un dossier umanitario con programmi di aiuto diretto, come dimostrato dalla donazione annunciata da Aliyev.
Questa traiettoria cooperativa dimostra che gli attacchi russi non hanno né isolato né intimorito Baku, bensì hanno accelerato una convergenza con Kyiv, con implicazioni strategiche sia per il conflitto ucraino sia per gli equilibri nel Caucaso meridionale.












