Romano Prodi: solo con l’integrazione in Europa vi sarà pace duratura nei Balcani

Il presidente della Commissione europea ad Innsbruck, davanti a più di 700 sindaci europei, parla di Balcani, integrazione ed Europa "dal basso".

13/11/2001, Redazione -

Innsbruck, 9 e 10 novembre: 700 sindaci d’Europa ed altri 500 partecipanti si riuniscono per il congresso Le mille città d’Europa. Per discutere e riflettere dell’impegno dei poteri locali per l’approfondimento della democrazia in Europa e del contributo specifico che i comuni potrebbero dare ad un’Europa più aperta e partecipata promuovendo un processo bottom up, che parta cioè dalla base coinvolgendo i cittadini.
E’ in questa occasione che il presidente della Commissione Ue Romano Prodi è intervenuto su "La chance della fase attuale storica dell’Europa, tra integrazione ed allargamento" dando ampio spazio alla questione dell’integrazione dell’area balcanica. Il presidente della Commissione ha infatti dichiarato che "solo una soluzione europea può risolvere in maniera definitiva e duratura i conflitti e le divisioni che da troppi anni ormai impediscono uno sviluppo politico ed economico armonioso" per poi aggiungere che "l’Ue sta conducendo una nuova politica di apertura che punta ad una integrazione progressiva di questi Paesi nell’Unione europea ed insiste sulla cooperazione regionale".
Prodi ha poi messo in evidenza come le tragedie di questi ultimi dieci anni abbiano dimostrato come è illusorio ricercare pace e sicurezza nel cambiamento di confini e frontiere o nella convinzione che Stato e Nazione debbano coincidere. "Non è la frontiera ma l’adesione a fondamentali principi che garantisce la diversità e le specificità nazionali, comunitarie, regionali o locali nell’Unione" ha concluso.
L’intervento di Prodi dimostra l’attenzione anche a livello europeo rispetto al dibattito al quale ha contribuito l’Osservatorio sui Balcani con l’appello "L’Europa oltre i confini: per un’integrazione certa, sostenibile, dal basso", tra l’altro consegnato allo stesso Prodi in occasione di una sua visita a Trento lo scorso 5 ottobre. Ad Insbruck era presente anche il sindaco di Sarajevo Muhidin Hamamdzic, tra i primi firmatari e più impegnati sostenitori dell’appello. Importante che le parole di Prodi abbiano contribuito ad arricchire un già interessante dibattito sull’importanza di un’Unione europea creata dal basso e che veda coinvolti in modo rilevante i cittadini. Un’Europa che non possa fare a meno di "avere un’anima" come ha sostenuto Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari, tra i promotori dell’incontro. Concetto ribadito dal sindaco di Trento Pacher che ha chiarito come la creazione di una rete di responsabilità e solidarietà ed un’attiva partecipazione dei cittadini siano imprescindibili per il futuro dell’Unione.

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