Romania-Ucraina-Moldova, cooperazione sempre più stretta

L’aggressione russa contro l’Ucraina ha prodotto un avvicinamento tra Romania, Moldova e Ucraina. Ne è nato un formato di cooperazione trilaterale che sta lanciando nuove collaborazioni in vari ambiti: difesa, energia, trasporti, e così via

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© Claudio Divizia/Shutterstock

A partire dal 2022, la Romania, la Moldova e l’Ucraina hanno istituito canali e strumenti per cooperare più intensamente a tre. Iniziati al livello dei ministri degli Esteri, gli incontri trilaterali coinvolgono anche gli stessi presidenti dei tre paesi, che si sono incontrati per esempio a Odessa nel giugno 2025. Il quarto vertice dei ministri degli Esteri si è tenuto a Černivci, in Ucraina, l’8 agosto 2025, e ha portato tra l’altro ad approvare il completamento di un nuovo ponte sul fiume Tibisco tra Ucraina e Romania. In quell’occasione è stata annunciata anche l’apertura di un collegamento ferroviario diretto Kyiv-Chișinău-Bucarest, nonché alcuni piani per l’apertura di nuovi valichi di frontiera e l’ammodernamento di quelli esistenti.

La cooperazione tra Romania, Ucraina e Moldova sta insomma acquisendo uno slancio sempre maggiore. In questo format trilaterale la Romania risulta un attore di primo piano, essendo l’unico membro della Nato e dell’Ue. Storicamente, la politica estera della Romania nei confronti dell’Ucraina e della regione è stata più reattiva che propositiva, e Bucarest si allineava generalmente alle decisioni adottate a Bruxelles. Tramite il suo coinvolgimento attivo nella trilaterale, oggi invece Bucarest non solo sta portando avanti alcuni degli obiettivi Ue e Nato nella regione, ma sta cercando di ritagliarsi un ruolo da garante della sicurezza su scala regionale. È anche per questo che la Romania ha espresso pubblicamente il desiderio di ospitare l’hub europeo del Mar Nero per la sicurezza marittima, che migliorerebbe il monitoraggio navale e aereo del Mar Nero.

Cooperazione per la difesa

L’obiettivo fondamentale della trilaterale è rafforzare la sicurezza della regione. Da questo punto di vista la Romania riveste già un ruolo centrale, essendo un hub logistico per l’assistenza militare all’Ucraina e ospitando il centro di addestramento per i piloti ucraini di F-16 nonché, presto, la più grande base Nato in Europa. Grazie all’esperienza accumulata nell’ammodernamento delle forze armate negli ultimi vent’anni, in cui è passata dagli standard sovietici a quelli occidentali, la Romania può inoltre fornire un know-how concreto a Ucraina e Moldova. Ciò riguarda non tanto l’arsenale in dotazione all’esercito (grazie alle donazioni occidentali, quello ucraino è attualmente più moderno), ma aspetti quali il comando e il controllo, gli acquisti e il supporto alla manutenzione. Sul tavolo vi sono inoltre possibili sinergie tra l’Ucraina, la cui industria militare si sta espandendo rapidamente, e la Romania, che ha accesso ai finanziamenti europei per la difesa.

È però importante anche la difesa dalle minacce ibride. Tutti e tre i paesi sono stati  oggetto di campagne di disinformazione da parte di Mosca, attacchi cibernetici e tentativi di sovversione politica e, nel caso dell’Ucraina e della Moldova, anche di pressioni economiche e operazioni di tipo “false flag”. In Moldova l’ingerenza russa è particolarmente aggressiva, come dimostrano i tentativi di influenzare le elezioni parlamentari del settembre 2025. La dichiarazione congiunta firmata dai tre partner a Černivci ha condannato con fermezza “gli attacchi ibridi sistematici e senza precedenti della Russia” contro l’Europa e ha annunciato un’alleanza trilaterale per la sicurezza cibernetica, volta a riunire le competenze dei tre paesi e facilitare lo scambio di informazioni.

Cooperazione per le infrastrutture

L’integrazione economica e la connettività delle infrastrutture rappresentano il secondo obiettivo principale della cooperazione trilaterale. Un passo importante è lo sviluppo di nuovi corridoi di trasporto che aggirino o sostituiscano le rotte che in precedenza dipendevano dalla Russia o dalla Transnistria. Oltre al collegamento ferroviario Kyiv-Chișinău-Bucarest, è sul tavolo la costruzione di un’autostrada transfrontaliera che colleghi il sud-ovest dell’Ucraina alla Romania.

Dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Mosca, il porto romeno di Costanza è diventato lo sbocco essenziale per le esportazioni di cereali dell’Ucraina, trasformandosi nel più grande porto del Mar Nero. Anche la rotta Galați-Giurgiulești-Reni, che collega l’Ucraina ai porti sul Danubio in Moldova e Romania, è stata ammodernata per facilitare il trasporto di un maggior volume di cereali ucraini. In Romania, la Compagnia Nazionale “Amministrazione dei Porti Marittimi” intende investire oltre 24 milioni di euro per espandere ulteriormente il porto di Giurgiulești, ridurre i tempi di attraversamento della frontiera e aumentare il volume dei traffici.

Un’altra priorità è la connettività energetica. L’utilizzo delle esportazioni di gas ed elettricità come strumenti di ricatto da parte della Russia ha dimostrato chiaramente che una maggiore interconnessione con le reti energetiche europee è una necessità strategica per l’Ucraina e la Moldova.

Tramite il gasdotto Iași-Ungheni-Chișinău, Romania e Moldova hanno già ottenuto un grande risultato: Chișinău può importare gas dalla Romania e dai mercati UE senza dipendere più unicamente dalla Russia. Se Mosca cercasse nuovamente di limitare le forniture per esercitare pressione sulla Moldova, la Romania potrebbe così intervenire per compensare. I tre partner puntano inoltre ad ammodernare e rafforzare i collegamenti tra le loro reti elettriche. Quando necessario, dal 2022 la Romania è in grado di fornire energia elettrica alla Moldova e all’Ucraina.

Cooperazione per la ricostruzione

Un terzo ambito della cooperazione trilaterale riguarda la ricostruzione dell’Ucraina. Data la vicinanza geografica, la Romania e la Moldova sono naturali piattaforme per fare entrare in Ucraina le enormi quantità di materiali, macchinari e merci che saranno necessari, purché i collegamenti infrastrutturali siano adeguati.

Il formato trilaterale aiuta inoltre a coordinare gli investimenti privati per la ricostruzione. I tre governi della regione possono promuovere congiuntamente alcuni progetti: si sta discutendo della creazione di un consiglio commerciale trilaterale o di una camera di commercio che presenti proposte unitarie. Già nel 2023 si è tenuto a Černivci un forum commerciale trilaterale con aziende romene, moldave e ucraine. La Romania, in qualità di stato membro dell’Unione europea e dell’Iniziativa dei Tre Mari, può contribuire a convogliare fondi europei e a coordinare progetti transfrontalieri, in modo che la ricostruzione dell’Ucraina possa integrarsi con progetti infrastrutturali più ampi guidati dall’UE.

Durante il vertice dell’agosto 2025 romeni e ucraini hanno infine concordato di estendere l’insegnamento in lingua romena in Ucraina e di istituire una “giornata annuale della lingua romena” in Ucraina, valorizzando la storica presenza di comunità romene nel paese. Alleviare le tensioni storiche o legate ai diritti delle minoranze è ritenuto essenziale per contrastare narrazioni ampiamente utilizzate da Mosca per dividere la regione. La propaganda russa insinua infatti da tempo che la Romania nutra ambizioni territoriali su alcune zone che oggi fanno parte dell’Ucraina, oppure che la Moldova e la Romania perseguano l’unificazione alle spalle del vicino.

Sfide e vulnerabilità

La cooperazione tra Romania, Moldova e Ucraina non è scevra di sfide e ostacoli. Una prima sfida è costituita dagli sforzi attivi di Mosca per minare il sostegno pubblico alla cooperazione regionale. In Moldova la disinformazione dipinge spesso l’Ucraina e la Romania come partner inaffidabili o tesi a “trascinare” la Moldova in un conflitto. In Romania, le narrazioni promosse dalla Russia mettono in discussione le ragioni per investire in Ucraina, o cercano di alimentare tensioni sul tema dei diritti della minoranza romena.

Ciascuno dei tre paesi è caratterizzato da dinamiche interne che possono influenzare l’impegno per la trilaterale. In tutti e tre i paesi l’avvento di diverse forze politiche al potere potrebbe mutare repentinamente le priorità e il grado di impegno. È chiaro che la cooperazione trilaterale è nata dall’urgenza di rispondere all’aggressività della Russia. Se e quando tale minaccia diminuirà, l’Ucraina potrebbe essere più interessata a coltivare le sue relazioni con potenze come gli Stati Uniti o la Germania. Anche la Romania potrebbe guardare altrove, convinta di “aver fatto il proprio dovere” nei confronti dei vicini settentrionali.

Per rendere più resiliente questo formato di cooperazione trilaterale potrebbe essere utile istituzionalizzarlo, creando magari un piccolo segretariato comune che favorisca la continuità al di là dei cambiamenti politici interni. Una simile iniziativa di cooperazione regionale, il Triangolo di Lublino (che dal 2020 riunisce Polonia, Lituania e Ucraina), si avvale per esempio già di un’assemblea parlamentare comune.

Nuovi attori per la sicurezza

Anche il Triangolo di Lublino è nato per rafforzare la cooperazione trilaterale strategica dinanzi alle minacce russe e favorire l’ancoraggio europeo dell’Ucraina. Come nel caso della Romania, della Moldova e dell’Ucraina, anche quest’altra esperienza mette l’accento sia sulla cooperazione militare che sull’integrazione economica. Di fatto, i due formati trilaterali si completano a vicenda, creando una più ampia coalizione est-europea con obiettivi condivisi. Si potrebbe dire che la trilaterale Romania-Ucraina-Moldova è per il Mar Nero ciò che il Triangolo di Lublino è per il Mar Baltico. Del resto, al vertice di Černivci dell’agosto 2025 sono stati invitati a partecipare da remoto anche i ministri degli Esteri polacco e lituano.

Lo sviluppo della cooperazione trilaterale Romania-Ucraina-Moldova è un segno di buon auspicio per la cooperazione regionale tra Stati di piccole e medie dimensioni. In una regione in cui i paesi, di norma, hanno sempre guardato alle grandi potenze, questo formato dimostra che anche paesi più piccoli hanno modo di amplificare il loro impatto se agiscono in modo coordinato. Per la Romania, in particolare, questo significa potere immaginare una politica estera più propositiva e un ruolo più netto come garante della sicurezza dei paesi vicini sotto pressione. Grazie alla trilaterale, la risposta alla questione della sicurezza della regione del Mar Nero non si delinea solamente a Bruxelles o Washington, ma almeno in parte anche a Odessa, Chișinău e Bucarest.

Questo articolo è stato prodotto nell'ambito di PULSE, un'iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.

Tag: Pulse

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