Romania: turismo da brivido
Non si ispirano all’indagatore dell’incubo Dylan Dog, anche se potrebbe sembrare, ma piuttosto alle esperienze già consolidate di città come Parigi e Londra. Gli amministratori della capitale romena Bucarest hanno deciso di puntare sui cimiteri per rilanciare il turismo in città
Nel suo tentativo perpetuo di attirare più turisti, stavolta la Romania scommetterà sui cimiteri. E il più noto di tutti, il cimitero Bellu nella capitale Bucarest, sembra soddisfare secondo le autorità le esigenze, le curiosità e l’interesse dei potenziali visitatori.
Bellu è il cimitero monumentale della capitale romena. Vi riposano alcuni tra gli artisti e gli intellettuali più noti del Paese. ll 20% dei monumenti storici della capitale si trova proprio al suo interno.
Dal 2010 il cimitero Bellu fa parte dall’Associazione dei cimiteri significativi d’Europa. Secondo il presidente dell’associazione, Luisa Yzaguirre, negli ultimi anni la percezione sui cimiteri è cambiata e sempre più gente è diventata consapevole che cimiteri e mausolei rappresentano una parte importante della storia. ”Desideriamo valorizzare il cimitero Bellu nel circuito europeo dei cimiteri" ha affermato la Yzaguirre. Una delegazione dell’associazione si è recata di recente a Bucarest proprio per verificare gli ultimi dettagli logistici in merito all’inclusione di Bellu in questo del tutto particolare circuito europeo.
Visita guidata
In attesa di risultati europei però, a Bucarest ci si da già da fare. La settimana scorsa, durante la Notte bianca dei musei, i cittadini di Bucarest hanno avuto l’opportunità di passeggiare tra tombe e croci. Ed è stato un successo.
Romeni di tutte le età hanno preso d’assalto il cimitero. Armati di macchine fotografiche e telecamere non hanno perso l’occasione per "immortalarsi” tra tombe e croci. Nel buio e alla luce fioca delle candele i visitatori sono stati accompagnati tra monumenti funerari e cappelle da apposite guide.
"Nel giardino delle anime" riposano grandi attori romeni come Gina Patrichi, Toma Caragiu, Amza Pelea, Ernest Maftei, Gheorghe Dinică. Poi scrittori tra i quali Mihai Eminescu, Mihail Sadoveanu e Nichita Stanescu. Dragos Neamu, presidente della rete nazionale dei musei rumeni, spiega che la collezione del Museo Bellu è impressionante e che comprende monumenti funerari e complessi statuari realizzati dai grandi scultori romeni.
E non solo, anche stranieri. Non mancano ad esempio sculture del fiorentino Raffaello Romanelli, realizzate all’inizio del XX secolo. Tra i capolavori artistici di Romanelli lasciati in questo cimitero c’è anche il monumento della famiglia Poroineanu con la sua triste leggenda.
Si racconta infatti che fratello e sorella, cresciuti separati in Francia e Romania, ebbero la sventura di incontrarsi a Parigi e di innamorarsi ignari del loro legame di sangue. Scoperta la verità si suicidarono. Per chi ama storie tanto romantiche quanto tragiche Bellu è di sicuro un luogo da visitare.
Virgil Rotaru, amministratore del complesso cimiteriale di Bellu, durante le Notti bianche non ha esitato a raccontare numerosi aneddoti alle tv accorse in massa. Quello ad esempio della riesumazione di un giovane, a 9 anni dalla morte e della scoperta che il suo orologio elettronico funzionava ancora. Oppure di come sono rimasti impressionati gli impiegati del cimitero davanti ad una giovane morta negli anni ‘30 in Marocco e portata a casa in una barra di piombo: "Il suo bellissimo vestito rosso era ancora fresco, sembrava appena messo", confessa l’amministratore del cimitero. E le sue esperienze non finiscono di certo qui…
Il presidente della rete dei musei, Dragos Neamu, ha invece un approccio più istituzionale. Ricorda come ad esempio in Francia vi siano cimiteri allestiti come veri e propri musei, e di gran successo. Anche una parte del cimitero Bellu potrebbe, a suo avviso, essere trasformata a breve in museo, prendendo a modello il noto cimitero parigino Père-Lachaise. "Perché offre un momento di riflessione, pellegrinaggio e allo stesso tempo per il suo valore estetico", aggiunge Neamu.
Finanziamenti
La stampa di Bucarest nota anche l’attivismo, su questa questione, del sindaco della capitale Sorin Oprescu. Il Consiglio municipale di Bucarest ha approvato quest’anno due progetti che riguardano l’ammodernamento del cimitero Bellu. Verranno investiti a tal proposito oltre 8,5 milioni di euro. Uno dei progetti riguarda l’ammodernamento della rete di acqua e fognature, illuminazione pubblica e una tv a circuito chiuso del cimitero che dovrebbe monitorare tutto quello che succede nel cimitero 24 ore su 24.
Sembra proprio che stavolta i progetti riguardanti il cimitero Bellu andranno in porto e non resteranno solo un’idea. D’altronde al sindaco Oprescu non mancano certo queste ultime, a volte anche disperate, per promuovere il turismo nella capitale. Anni fa voleva portare delle gondole sul fiume Dambovita, e non è ancora chiaro cosa abbia bloccato il suo iniziale entusiasmo.
Il culto dei morti
Certo è che i romeni hanno più tradizioni relative al culto e ai simboli della morte che non relative alle gondole. Vi è una ricca tradizione culturale legata a temi quali la vita, la morte e la religione. Se ne è occupato molto Mircea Eliade, scrittore e storico delle religioni, ma anche Emil Cioran, il più noto filosofo romeno.
Cioran, che visse la gran parte della sua vita a Parigi, nel suo “Cime della disperazione” affermò che la vita non esiste mentre la morte è uno stato di sonno. ”Io e la vita siamo due linee parallele che si incontrano nella morte”. Tra le cose che gli mancavano del suo villaggio romeno, Răşinari, vicino a Sibiu, c’era anche il cimitero. ”Mi ricordo talmente chiaro il cimitero di Răşinari, che potrei descrivere la collocazione dell’una o dell’altra tomba”, scriveva il filosofo in una lettera indirizzata al fratello Aurel Cioran, datata 3 dicembre1973. E ancora: ”Ho ricevuto con grande ritardo quella bellissima foto con la signora o signorina Ciucianu. Ti ringrazio. L’ho conosciuta e ho danzato con lei una sera intera e dopo abbiamo passeggiato nel cimitero di Răşinari. Lei era incantevole”, in un’altra lettera indirizzata sempre al fratello, del dicembre 1971.
Un altro cimitero romeno che è già meta del turismo di massa è il cimitero allegro di Săpânţa, nella regione del Maramures. Qui la morte è accolta con allegria e lo si vede ovunque, a partire dalle croci colorate dove vengono iscritti versi umoristici che ironizzano su certi piaceri del defunto.
Altro cimitero molto interessante da visitare, per ben altri motivi, è quello dedicato a Bucarest agli eroi della rivoluzione del 1989. Qui le tombe raccontano giovani vite spezzate nel loro anelito alla libertà, tra il 21 e il 22 dicembre del 1989. Non si sa però ancora, nell’ambiguità talora esistente relativa a quei giorni, chi fossero i cecchini (e alla guida di chi) che quei giorni aprirono il fuoco sui manifestanti. ”Assassinii non puniti”, recita una scritta che si trova su molte croci. Anche qui il visitatore può meditare. Ma probabilmente le autorità non lo iscriveranno tra i luoghi su cui puntare dal punto di vista turistico.