Romania: sul set di Octave
In queste settimane in Romania si sta girando un film che vuole avere un respiro universale e si discosta dal cinema romeno degli ultimi anni. Ne abbiamo seguito le riprese
È un lungometraggio ambizioso “Octave”, la pellicola d’esordio di Serge Ioan Celebidachi che și sta girando in queste settimane a Bucarest. Una coproduzione romeno–britannica con un budget di 1,4 milioni di euro, una cifra molto superiore alla media dei film romeni. Un lavoro che vuole distinguersi dal “nuovo cinema romeno”, sia nello stile, con un’impostazione più classica, sia nei temi, trattando una vicenda universale che attraversa diversi decenni. La storia di un uomo molto anziano che guarda indietro la sua esistenza era inizialmente ambientata in Francia ed è stata scritta dal regista stesso con James Olivier, attore e sceneggiatore che aveva già collaborato con lui per “Edward & Lulù” (2004).
Celebidachi è figlio del grande direttore d’orchestra e compositore Sergiu, al quale dedicò il documentario biografico “Le jardin de Celebidachi” (1997) quando il padre era morto da poco. Per questa sfida ha voluto intorno una troupe internazionale e di prestigio. Il direttore della fotografia è l’italiano Blasco Giurato, noto per le collaborazioni con Giuseppe Tornatore (tra gli altri “Cinema Paradiso” del 1988 e “Una pura formalità” del 1994), Eriprando Visconti, Lina Wertmuller e molti altri. Le musiche sono composte dal francese d’origine romena Vladimir Cosma, che ha realizzato le colonne sonore per oltre 200 film, tra i quali “L’apparenza inganna”, “La cena dei cretini” e “Il tempo delle mele”, vincendo anche due Cézar e numerosi premi internazionali.
Il cast annovera, insieme a giovani esordienti trovati attraverso i social media, due grandi nomi del cinema romeno. Protagonista è Marcel Iureş che interpretò alcuni dei più importanti film romeni degli anni ’80 e inizio ’90: “Morire ferito dalla voglia di vivere” (1983) di Mircea Veroiuu, “Vacanta cea mare” (1988) di Andrei Blaier, “La bilancia” (1992) e “Un’estate indimenticabile” di Lucian Pintilie. Nei primi anni ’90, un tour teatrale in Gran Bretagna con “Riccardo III”, gli aprì la strada per una carriera hollywoodiana. L’abbiamo visto in “Intervista con il vampiro” con Tom Cruise e Brad Pitt, “Mission: Impossible” di nuovo con Cruise, “The Peacemaker” con George Clooney e Nicole Kidman, “Pirates of the Caribbean: At World’s End” e “Un’altra giovinezza” di Francis Ford Coppola. Tra le sue altre interpretazioni spiccano “The Tulse Luper Suitcases” di Peter Greenaway e “Amen” di Costa-Gavras.
Con lui Victor Rebengiuc, probabilmente il maggiore attore romeno in attività, sulla scena dal 1956. Fu tra gli interpreti de “La foresta degli impiccati” di Liviu Ciulei, premiato per la miglior regia al Festival di Cannes nel 1965 e ricordato come il primo film romeno premiato in un festival importante. Tra gli altri suoi film “I Moromete” (1988), “La bilancia”, “Terminus Paradis” (1998) fino ai più recenti “Medaglia d’onore” (2009) e “Aferim!” (2015).
“In questo film vedo gli aspetti universali della vita umana – spiega il regista – l’abbiamo scritto anni fa in francese pensando di farlo in Francia, solo dopo tempo ci siamo accorti che si poteva girare in Romania e l’abbiamo contestualizzato qui. Così il protagonista rivede 50 anni della sua vita al tempo del comunismo, non era la nostra intenzione originaria raccontare quel periodo, ma è diventato uno degli aspetti. In quel tempo non vivevo qui, ma ho sentito molte storie dalla parte della mia famiglia rimasta in Romania. Si sente l’oppressione e il peso della burocrazia, anche se non è il cuore del film”.
I protagonisti
“Mio padre aveva 55 anni quando sono nato – continua Celebidachi – per me è stato quasi più un nonno che un padre, così fare i conti con l’invecchiare è stata sempre per me una cosa familiare. Ho preso un po’ di ispirazione da mio padre, nel come percepiva l’età. Con la musica, ha avuto una vita piena, ricca. Non è un film biografico, ma c’è un po’ di quel sentimento”. Quanto alla destinazione del film, il regista spiega: “Siamo ovviamente interessati ai grandi festival, ma ci interessa molto arrivare al pubblico, in Romania e all’estero, crediamo che ci siano le possibilità. Vogliamo mostrare una Romania diversa dai cliché e diversa dai film degli ultimi anni, che pure mi piacciono. Non solo una Romania scura con la corruzione e la depressione, c’è il sole anche qui! Ci sono state anche cose belle nel passato e nei flash-back del film si vede una Bucarest molto bella. Noi pensiamo a raccontare una storia, vedremo poi che succederà. Come regista, sto cercando di far lavorare tutti al meglio e prendere il massimo dal loro talento e sono loro molto grato”.
“Per me questo film è un miracolo – afferma Blasco Giurato – quando l’ho letto mi sono innamorato del progetto. Si narra una storia universale e problemi di tutto il mondo, la burocrazia oppressiva, i diritti umani calpestati, e con un grande senso del racconto. Nella mia esperienza, sento quando un film è importante, e questo lo è, non solo per la Romania per il quale rappresenta uno sforzo produttivo notevole. Ho a disposizione un’ottima troupe, mi piacerebbe portarmela dietro! E una scuola di attori incredibili: Marcel è fantastico, ha una sensibilità incredibile, quando vedo un attore che ridà esattamente ciò che chiede il regista, mi innamoro, chiunque sia. In più ho scoperto un paese che non conoscevo. Serge mi ha convinto a girare in pellicola e aveva ragione. Per me questo film è anche un tributo al 35 millimetri. “Octave” mi ha riportato ai più bei lavori della mia carriera. Da tempo non avevo un rapporto così stretto con il regista, ho riscoperto l’importanza del mio ruolo, mi sembra di tornare al grande cinema che ho avuto la fortuna di fare. Pensavo che questo film avrebbe chiuso la mia carriera, che fosse quasi un testamento, invece mi sono sentito di nuovo come se avessi 24 anni e mi hanno proposto altri lavori”.
“È fantastico e rilassante lavorare così – conferma Iureş – conoscevo poco Serge, ci eravamo incontrati solo un paio di volte per caso, poi mi ha fatto leggere la sceneggiatura e mi è piaciuta. Sento che respiriamo la stessa aria e mi sento un privilegiato. Il mio personaggio potrebbe essere chiunque, potrebbe anche essere mio padre che ha vissuto quegli anni. È un film peculiare, unico nel panorama romeno di questi anni, è una sfida, l’inizio di una nuova strada”.
Sostenuto dal Romanian National Centre of Cinematography, “Octave” è prodotto da Adela Vrînceanu con Astra Entertainment, Oblique Media e CelebFilms Uk. Il film è girato in buona parte ai Film Bucharest Studios, dove sono stati ricostruiti gli interni, nella capitale e in alcune località nei dintorni di Bucarest e sarà pronto per la fine dell’anno o l’inizio del 2017.