Romania: morire è un lusso
Vivere costa caro, ma a volte anche morire può diventare un lusso. E’ quello che succede in Romania, soprattutto nella capitale Bucarest, dove dopo i prezzi degli immobili a salire sono stati anche i costi delle tombe nei cimiteri
Affollamento, liste d’attesa, prezzi a tre zeri e compravendita su internet. Il mercato del settore funerario in Romania non è mai stato così fiorente. Nel Paese – famoso tra l’altro per il cosiddetto “Merry Cemetery”, il cimitero Vesel di Sapanta, dove ciascuna tomba è decorata con la storia della vita del defunto – trovare un luogo per riposare in pace è diventato sempre più difficile. Cripte, tombe interrate, piccoli loculi o sistemazioni “a schiera”, per quanto macabro e forse di cattivo gusto in Romania la domanda e l’offerta di questi generi “di prima necessità” stanno vivendo un periodo critico.
Da un lato vi sono i cimiteri pubblici strapieni, non solo a Bucarest ma anche a Botosani e Cluj, e dall’altro vi è la nascita di luoghi di sepoltura privati che vendono
caro ciascun lotto di terreno, o vi sono i piccoli cimiteri parrocchiali di provincia, inizialmente più economici, ma sempre più costosi via via che la capitale si allarga e ingloba le periferie.
Tutto occupato
Ma andiamo con ordine. Per comprendere la situazione e la difficoltà di sistemarsi a dovere per il cosiddetto “eterno riposo”, basta pensare che nei 15 cimiteri pubblici di Bucarest non c’è un posto libero e quelli che già sono stati acquistati vengono rivenduti a peso d’oro dagli attuali proprietari che abbelliscono gli annunci pubblicitari con foto e descrizioni accurate, proprio come per la vendita di una casa con giardino o bella vista.
Anche su internet le offerte non mancano: si va da un appezzamento di terreno da “sei metri quadrati con possibilità di edificazione” a 3.500 euro, fino a 7.000 euro per un monumento funerario, ancora inutilizzato, “costruito dopo il 1945” nel prestigioso cimitero Bellu, uno dei più antichi della città. Per non parlare dei lotti vicino alle tombe dei poeti e scrittori Adrian Paunescu o Mihai Eminescu, che arrivano fino a 20.000 euro.
In mezzo a questi eccessi ci sono tante “offerte”: 6.000 euro per due loculi nel cimitero di Sfanta Vineri, 4.500 euro per un “posto” nella cappella “Aleea scritorilor”. Ce n’è per tutti i gusti. Ma sta di fatto che il problema resta e per molti l’unica soluzione è rivolgersi alle strutture private che cercano di attrarre i propri clienti con prezzi last minute e siti internet accattivanti, sempre più simili a quelli delle agenzie immobiliari: fino alla fine del mese un loculo di seconda classe in un cimitero privato di Bucarest costa “soltanto” 3.000 euro. A Botosani, invece, il nuovo cimitero privato, opera di un imprenditore edile del luogo molto lungimirante, parte da 1.000 euro a
loculo o 2.000 euro per una tomba a due piani. Il suo progetto non appena varato ha già un valore di 1.5 milioni di euro.
Grattacieli funerari?
A questi costi esorbitanti per l’acquisto di una tomba si aggiungono poi le spese per il funerale e per la sepoltura, per la chiesa e per i fiori: si va da 2.000 a 10.000 euro facendo un rapido calcolo con il tariffario delle agenzie o quello del servizio cimiteriale dello stato.
Una soluzione, però, l’Accu (l’ente statale che si occupa del settore) la sta cercando. Per ovviare alle lungaggini burocratiche, alla difficoltà di reperire informazioni sui posti liberi nei cimiteri di Bucarest e per cercare di alleviare la crisi di tombe l’amministrazione statale ha deciso, oltre a un sistema informatico di gestione, di aumentare la capienza dei loculi interrati e in ogni tomba vengono seppellite due bare per volta: più precisamente, spiega il servizio cimiteriale, nel livello più basso viene sistemata la prima bara sopra alla quale vengono piazzate le lastre di cemento. Se un’altra persona della stessa famiglia muore prima dei sette anni necessari per il restringimento allora la seconda bara verrà posta al livello più alto.
Quindi crisi sì, ma niente a che vedere con i progetti allo studio in Paesi come l’India, dove per ovviare all’aumento della domanda sono in costruzione veri e propri grattacieli funerari. A voler vedere il risvolto della medaglia la carenza di tombe potrebbe essere anche un’opportunità nuova per il settore immobiliare, che con la recessione degli ultimi anni ha vissuto momenti duri.